Salto in alto, l'anno dell'airone

16 Giugno 2014

In meno di sei mesi il 2014 è diventato l'anno più prolifico per la specialità con ben 12 salti di 5 diversi atleti oltre il fatidico muro dei 2,40

di Giorgio Cimbrico

Usando l’immaginifico bestiario del calendario cinese, l’anno dell’airone. Prego, degli aironi. Il 2014 coincide con la stagione più prolifica della storia: dodici salti oltre i 2,40 a metà della sua orbita attorno al sole, battendo il ’94 dei nove decolli e atterraggi buoni, tutti di Javier Sotomayor, oltre il muro che qualcuno chiama l‘uscio di casa, altri paragonano a una porta di calcio che misura 2,44.

Con le più fresche imprese di Bohdan Bondarenko, tutto nero come un Diabolik e con scarpe che portano i giallo e il blu dei colori nazionali, e di Mutaz Barshim, leggero come un gas esilarante, le ascensioni al di là dei 2,40 sono diventate 50 a opera di 15 atleti, così ripartite:
Javier Sotomayor 21, Ivan Ukhov 5, Bohdan Bondarenko 5, Mutaz Barshim 4, Patrick Sjoberg 4, Carlo Thranhardt 2, Igor Paklin 1, Rudolf Povarnitsyn 1, Sorin Matei 1, Hollis Conway 1, Charles Austin 1, Viacheslav Voronin 1, Stefan Holm 1, Aleksei Dmitrik 1, Derek Drouin 1.

Ripartendo per Paesi: sei sovietici e post sovietici 6 (i russi Voronin, Ukhov e Dmitrik, gli ucraini Povarnitsyn e Bondarenko, il kirghizo Paklin), due svedesi 2 (Sjoberg e Holm), due americani (Conway e Austin), un cubano, un tedesco, un romeno, un qatariano, un canadese.

In meno di sei mesi il 2014 è diventato l’anno prolifico: dodici salti (di cinque atleti) al di là dei 2,40 contro i nove, tutti di Sotomayor, del ’94.
2014: dodici salti (quattro di Ukhov, tre di Bondarenko e Barshim, uno di Dmitrik e Drouin)
1994: nove salti (tutti di Sotomayor)
1989: cinque salti (quattro di Sotomayor, uno di Sjoberg)
1993: cinque salti (tutti di Sotomayor, con il 2,45 del 27 luglio)
1987: quattro salti (tre di Sjoberg, uno di Thranhardt)
1991: tre salti (uno di Conway, Austin e Sotomayor)
2013: tre salti (due di Bondarenko, uno di Barshim)
1985: due salti (uno di Povarnitsyn e di Paklin)
1988: due salti (uno di Sotomayor e di Thranhardt)
1990: un salto (Matei)
1995: un salto (Sotomayor)
2000: un salto (Voronin)
2005: un salto (Holm)
2009: un salto (Ukhov)

Nelle trenta stagioni dal primo 2,40 (1985), per sedici volte il muro non è stato valicato. Londra, in formato Crystal Palace, e l’Avana hanno il record con tre prestazioni a 2,40 o più, seguite con due da Salamanca, dall’Arena indoor di Berlino, dal Pireo, da Arnstadt e da New York, stadio di Randall’s Island. Delle 48 prestazioni, 15 sono state ottenute indoor, confermando che spesso i saltatori sanno approfittare delle asettiche condizioni garantite dalle gare al coperto.

La formidabile collezione del 2014 ha prodotto, oltre che i record asiatici di Barshim e il record europeo eguagliato da Bondarenko, anche un paio di assolute novità: l’8 febbraio, ad Arnstadt, Aleksei Dmitrik è diventato il primo della storia ad esser sconfitto saltando 2,40 (vittoria di Ukhov alla stessa quota) e il 14 giugno, a New York, la quota si è elevata di due centimetri quando Bondarenko, con 2,42, ha battuto Barshim, primo in ordine temporale a toccare quell’altezza, ma battuto per il maggior numero di prove rispetto all’ucraino, maestro nell’arte del passi.

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