Stoccolma, La Mantia apre la strada azzurra
La sua sarà una gara di livello mondiale. Oppure, a seconda dei gusti, una piccola rivincita della finale europea di Barcellona. Simona La Mantia, la campionessa europea indoor del triplo, nonché argento nella rassegna continentale all'aperto di Catalogna, sembra non vedere l'ora di andare in pedana. Accadrà domani, nella prima giornata dell'Europeo a squadre di Stoccolma (in gara tra le altre l'ucraina Saladuha, l'oro di Barcellona). "In queste situazioni - racconta l'azzurra nella sala da pranzo dell'Hotel che ospita la squadra - la differenza la fa l'adrenalina, la spinta in più che ti arriva dall'emozione. Sono sensazioni che non puoi simulare in allenamento, ci vuole il confronto, meglio se con avversarie di valore". Da Barcellona, la scorsa estate, la portacolori delle Fiamme Gialle pare trasformata. Ovvero, ritornata a vestire i panni della prima della classe, a lungo indossati nelle categorie giovanili (fino all'oro europeo Under 23 di Erfurt 2005). Il bilancio stagionale, almeno in termini di preparazione, è ampiamente positivo. "Sono soddisfatta del lavoro che ho svolto fino ad oggi. Sono più forte, ma soprattutto più veloce di prima, anche rispetto a Parigi, al marzo scorso. Da qui nascono anche alcuni piccoli problemi tencici, che sto lavorando per risolvere". La fase sotto accusa è il passaggio dall'hop allo step, cioè tra il primo ed il secondo balzo. "E' una questione di tempi. Penso di avere ancora gli stessi di prima, per quanto riguarda gli appoggi; ma ora, con la velocità che è cresciuta, devo reagire molto più rapidamente. Credo sia questione di abitudine, devo maturare una sensibilità differente, e per farlo devo gareggiare. Certe intensità, come dicevo prima, vengono solo dalle gare, in allenamento non si possono riprodurre".
Simona La Mantia, cuore a metà tra Sicilia (la terra di papà) ed Alto Adige (la terra di mamma), ha in mente, chiari, i suoi obiettivi. "E' logico che quello principale sia il Mondiale del prossimo agosto, a Daegu. Ci saranno tutte le migliori: soltanto lì, sarà importante esprimersi al meglio". In molte, ad oggi, hanno saltato lontano. Saladuha 14,98, Savigne (Cuba) 14,95, e via andare. L'azzurra, con il 14,43 ottenuto a Palermo nella fase regionale dei societari, è attualmente dodicesima. "Penso di valere già adesso qualcosa in più, e mi auguro di riuscire a dimostrarlo presto, magari anche qui a Stoccolma, condizioni permettendo (la pioggia ha bagnato tutto il venerdì 17, e minaccia anche il weekend, ndr). In ogni caso, rispetto al passato, almeno non è ancora arrivata la prestazione eccezionale, di quelle che spengono ogni aspirazione". Per intendersi, uno dei super salti oltre 15 metri ai quali aveva abituato la russa Lebedeva, al momento ferma per maternità. "Ma per ora preferisco non pensare al Mondiale. Voglio concentrarmi su questa gara di Stoccolma, e sugli Assoluti di Torino del prossimo fine settimana. In mezzo, quattro giorni che passerò a Brunico, nella mia seconda casa. Un posto perfetto per ricaricare le batterie". Il fatto di essere attualmente una delle donne copertina della squadra azzurra (forse addirittura punto di riferimento, stante l'assenza di Antonietta Di Martino) non le pesa. "Ma soprattutto perché io non questo ruolo guida non me lo sento proprio. Questa è una squadra piena di ragazze di valore. Siamo tutte leader, dai retta a me". Dichiarazione da aspirante capitana.
Marco Sicari
Nella foto, Simona La Mantia in azione nella finale europea indoor di Parigi (Giancarlo Colombo/FIDAL)
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