Torino, Cherono domina, Di Cecco brilla e spera
Un secondo posto che ha il sapore, dolce, di una vittoria. L’uomo del giorno, nella domenica dedicata da Torino alla sua maratona, è un carabiniere abruzzese di trent’anni, Alberico Di Cecco, secondo al traguardo con un tempo, 2h09:29, che vale una mezza ipoteca (o una speranza più grande di quella degli altri colleghi italiani di specialità) sulla terza maglia azzurra per i giochi di Atene. Il successo è andato a Frederick Cherono, elegante keniano guidato da Renato Canova, che ha chiuso i 42 chilometri e 195 metri in un eccellente 2h08:38 (primato persoanle, che migliore il 2h08:47 che gli aveva permesso di vincere a Roma nel 2003), ma l’impresa è senz’altro quella dell’azzurro, capace di una rimonta nella seconda parte di gara che è segno di notevole capacità di interpretazione della gara, oltre che di preparazione adeguata. Lanciata dalle lepri Nyabuti e Kirui, la gara ha avuto il punto chiave – almeno quello che riguarda la vittoria finale – intorno al 23esimo chilometro (passaggio a metà in 1h05:06), quando Cherono ha deciso di sbarazzarsi anche delle lepri e di prendere il largo, trascinando con se, almeno in un primo momento, il connazionale Cheribo. Un’azione che sorpreso gli azzurri Di Cecco e Bourifa (alla fine, per il bergamasco, alla seconda maratona in poco meno di un mese, un buon quarto posto in 2h13:38), gli unici rimasti nelle posizioni di testa dopo il precoce rallentamento di Danilo Goffi. Da quel momento, però, è iniziata la gara Di Cecco, che ha rosicchiato metri su metri alla coppia di testa, finendo per ingoiare almeno uno dei due avversari, il 23enne Cheribo. L’azione muscolare di Di Cecco è molto efficace, ma Cherono è a dir poco scatenato, al punto da collezionare numerosi chilometri sotto i 3’. Il negative split conclusivo (seconda parte più veloce della prima di oltre un minuto e mezzo, 1h05:06 contro 1h03:32) è la dimostrazione della grande azione impostata dal keniano, uomo sul quale Canova dice di puntare molto in prospettiva, per capacità tecniche e di gestione della gara. Anche Di Cecco è felice. I conti per l’Olimpiade non sono chiusi – il Ct Frinolli, sentito il responsabile di specialità Gigliotti, farà le sue proposte al CONI solo alla chiusura del ciclo primaverile di gare -, ma l’abruzzese sente di aver dato un segnale importante. “Ho confermato di poter correre a certi livelli – le sue parole – anche se credo si debbano aspettare le prossime gare prima di dire chi andrà ad Atene. Devono ancora correre atleti come Giacomo Leone, Ingargiola, aspettiamoli. Io sono contento. Non ho seguito il cambio di Cherono perché muscolarmente sentivo dei problemi, e ho badato soprattutto a gestirmi da quel punto di vista; temevo di dovermi arrendere troppo presto, e quindi ho perso l’attimo giusto. All’inizio, quando le lepri sono partite sul piede di 3:02 che avevamo chiesto, ho scelto di non seguire da vicino, sempre per lo stesso motivo. Il risultato finale mi ha dato ragione”. In campo femminile, il successo è andato alla slovena Helena Javornik, la favorita della vigilia, che ha chiuso in un normale 2h31:13, tempo però condizionato dal malessere che l’ex campionessa europea di cross ha dichiarato di aver subito nella notte precedente la gara. Bella la prova fornita dalla città di Torino, che ha risposto con il consueto entusiasmo alla chiamata della maratona e dell’organizzazione guidata da Luigi Chiabrera. Le centinaia di bambini che hanno corso la Topolino Marathon (gli organizzatori hanno parlato di oltre cinquemila presenze), rappresentano il valore aggiunto ad una bella giornata come quella di oggi.
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