Torrieri lavora pensando ai 100



Che fine ha fatto Marco Torrieri? Se lo chiedono in molti, anche attraverso Internet. Il velocista romano è scomparso di scena dopo le Olimpiadi dello scorso anno, che non gli hanno certamente dato quelle soddisfazioni che si aspettava. Sono circolate le voci più disparate, da infortuni ad altro, invece la situazione è molto più tranquilla di quanto si pensi: “Abbiamo scelto appositamente di tenerci un po’ lontano dalla ribalta – spiega il suo allenatore Michele Moretti - per lavorare con serenità in vista del 2005. La stessa cosa ha fatto Andrew Howe. Chiaramente abbiamo rinunciato in toto alla stagione indoor, che d’altronde poco si adatta ai loro mezzi e presenta molte controindicazioni”. Marco Torrieri si tiene un po’ in disparte, andando anche contro il suo carattere solitamente estroverso: “Sono pienamente d’accordo sulla scelta fatta, ci tengo a lavorare in tranquillità ma ciò non significa che non abbia seguito tutto quanto è successo. Già aspetto il momento dell’inizio della stagione estiva, che per me dovrebbe coincidere con la fase regionale dei Societari a metà maggio”. - Gli allenamenti come stanno andando? - Direi bene, compatibilmente con il tempo atmosferico che anche a Vigna di Valle qualche volta ha reso difficile i lavori all’aperto. Tra poco comunque mi sposterò a Roma per la rifinitura della preparazione, uscendo un po’ “dall’eremo” nel quale ci siamo confinati ma dove abbiamo potuto lavorare davvero ottimamente, grazie alla mia società, l’Aeronautica. - Si dice che quest’anno dovresti abbandonare i 200 per puntare ai 100… - Non ho ancora deciso, e comunque non sarà propriamente così, nel senso che i 200 continuerò a farli. Il fatto è che quest’anno abbiamo deciso di fare una preparazione unica, puntata sulla distanza più breve invece di lavorare per ambedue. E’ un modo per ricaricare le batterie in vista di una stagione che si preannuncia piena, con giugno che proporrà grandi appuntamenti ogni settimana. I 200 li farò meno che in passato, ma non è detto che proprio attraverso un maggiore lavoro impostato sulla velocità non possa ottenere risultati anche migliori. - La scelta di non aver fatto le indoor ti è dispiaciuta? - Non più di tanto. E’ dal 2003 quando sono andato in finale ai Mondiali, che non faccio attività in sala. E’ chiaro che sulle piste indoor conta troppo la corsia dove si gareggia, hanno fatto bene a togliere i 200 dal programma di gare, aveva poco senso, no c’era vera competizione. Inoltre l’attività indoor è molto stressante per le ginocchia, abbiamo preferito puntare direttamente a quella all’aperto. Marco preferisce non parlare di possibilità e tempi per la stagione entrante. E’ più Moretti a esprimersi, con tutte le scaramanzie del caso: “Potenzialmente Marco è uomo da 10.15, un tempo che gli aprirebbe molte possibilità. E’ un atleta nato come centista, ma che la distanza breve non l’aveva più allenata come si conviene. Io credo che il lavoro sulla velocità gli servirà anche sulla distanza doppia, l’importante è che si prosegua sulla strada della tranquillità e del lavoro sottotraccia, senza le luci della ribalta. Ci rivediamo tra un paio di mesi”. Gabriele Gentili Nella foto: Marco Torrieri (archivio Fidal)


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