Tortu riparte... “La 4x100, Jacobs, i miei 100”
31 Marzo 2021“Oggi torno ad Atletica TV, martedì 6 aprile torno in raduno con la Nazionale e l’1 e 2 maggio torno a gareggiare. Non sto più nella pelle, i miei compagni mi sono mancati… tutto l’ambiente dell’atletica mi è mancato”. Filippo Tortu - ospite del talk settimanale di Atletica TV insieme a Giulia Zonca, giornalista de La Stampa – è pronto a decollare per questo 2021 olimpico. Una stagione che agonisticamente inizierà l’1 e 2 maggio a Chorzow, in Polonia, ai Campionati Mondiali di staffette. “L’obiettivo sarà portare a casa la qualificazione diretta per Tokyo (che va ai primi 8 quartetti, ndr), ma non dimentichiamoci che quello sarà solo il primo passo. Nel 2021 vogliamo prenderci un altro record italiano e scendere sotto i 38 secondi. Già a Doha potevamo giocarci una medaglia, ripartiamo da lì”.
Intanto a Milano hai iniziato una nuova vita. “…Che mi piace molto. Vivo in un appartamento con mio fratello Giacomo e mi alleno all’Arena Civica. Ho i miei spazi, il mio angolo con i vinili, i poster dei Pink Floyd e di Muhammad Ali. Sto imparando a cucinare, a turno con mio fratello. Avevamo previsto delle sonore litigate, perché io sono molto disordinato, ma andiamo d’accordo. L’unico vero dramma è che non ho più nulla di stirato, le mie magliette sembrano cartine geografiche in rilievo”. L’Arena Civica, ora nuova di zecca, è diventata la tua seconda casa. “Allenarsi qui è bellissimo: il colpo d’occhio è incredibile e si respira la storia dell’atletica. Spero che torni presto ad ospitare un grande meeting. Intanto sono migliorato molto nei balzi, e credo sia perché mi esercito sulla pedana del 17,60 di Fabrizio Donato”.
Nel frattempo i compagni di squadra sono cresciuti, a cominciare da Marcell Jacobs. “Vista da dentro, dal punto di vista mio e di Marcell, la nostra è una rivalità sana e sportiva, che ci fa bene, ci aiuta a migliorare. Ma in ottica staffetta è un grande passo avanti, significa avere maggiore sicurezza e consapevolezza. All’ultima uscita insieme abbiamo fatto il record italiano e ripartiamo da lì, sapendo di poter fare qualcosa di importante”. Agli Euroindoor ti ha impressionato? “Diciamo che non mi ha sorpreso, sapevo che valeva quel tempo. Abbiamo anche scommesso, e ho vinto io. Per come sono fatto non credo che tra noi cambierà qualcosa, sono un atleta che non guarda molto i risultati degli altri. Durante la gara sono molto concentrato su me stesso, sulla mia prestazione. Di certo questa situazione mi offre nuovi stimoli, correre con avversari forti mi esalta e mi diverte”.
L’inizio del 2021 non è stato fortunato. “Ho contratto il Covid-19, una malattia che mi ha lasciato degli strascichi; ancora adesso mi sento più affaticato e nei lavori lunghi mi manca un po’ di fiato. È una malattia che ti butta giù. Ma sto migliorando, ogni settimana va meglio e sto tornando alla grande. Con il mio allenatore (papà Salvino Tortu ndr) stiamo lavorando bene, facendo attenzione a tutte le fasi della gara; lui studia giorno e notte, lavora molto più di me per arrivare ai nostri obiettivi. Credo che la pista ci darà indietro tutto quello che noi le stiamo dando”. Chi è il tuo sprinter preferito? “Personalmente ho guardato tanti video di Asafa Powell, per me è un modello. Se potessi prendere qualcosa da lui, oltre al personale (ride ndr), sceglierei il tratto tra i 25 e i 35 metri, dove lui faceva la differenza”.
Ci sarà l’occasione di ritoccare il PB nei 200? “Quel 20.34 è vecchio e penso di poter essere molto più veloce, ma rimango orientato ai 100. Prima del Covid la nostra idea era di correre entrambe le gare, possibilmente anche a Tokyo, ma ora è diverso. A gennaio e febbraio mettere fieno in cascina, ma non è stato possibile. Punto sulla distanza più corta e sulla staffetta”. Continua: “In generale, quando rivedo le mie gare passate, penso semplicemente che spero di lasciare indietro il vecchio Filippo, nel senso che spero di correre molto più veloce. A Tokyo punto a conquistare un posto in finale e una volta lì giocare al meglio le mie carte. Lo stesso nella 4x100, in cui credo molto. Sono convinto che già ai Mondiali di Doha, dove siamo stati urtati dagli americani, potessimo giocarci una medaglia. In quella semifinale l’errore principale è stato il mio, forse dovuto alla stanchezza e al clima estremo del Qatar: in partenza ho addirittura pensato che mi avessero urtato un’altra volta”.
Anna Chiara Spigarolo
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