Tricolori Junior Vitale 53.87
07 Giugno 2014Quattrocentisti e ostacolisti in evidenza nella seconda giornata dei Campionati Italiani juniores e under 23 in corso allo stadio Nebiolo di Torino. Nei 110 ostacoli under23 va in scena un duello entusiasmante fra il campione uscente Hassane Fofana (Fiamme Oro) ed il vicecampione europeo junior Lorenzo Perini (Aeronautica): la spunta per un centesimo quest'ultimo, che polverizza il personale con 13.77 (-0.8) ma entrambi ottengono lo standard per gli Europei Assoluti di Zurigo (e la quarta e sesta prestazione di sempre nella categoria). Il giro di pista Promesse mette in evidenza invece Davide Re (Cus Torino) che disegna un 46.34 con cui abbatte il primato personale e balza in testa alle graduatorie italiane assolute 2014. Sempre nei 400, ma fra le junior, Ilenia Vitale diventa la sesta under20 di sempre con il crono di 53.87. A Torino ci sono anche la vicecampionessa mondiale Allieve Erika Furlani (CUS Pisa Atletica Cascina) che salta 1,84 nell’alto, e la primatista italiana assoluta indoor dell’asta Roberta Bruni (Forestale) che vince con 4,25 sfiorando per tre volte il record italiano under23 a 4,40. Va in scena un bel duello anche nella pedana del lungo junior, con l’italo-cubano Harold Barruecos (Atl. Vicentina), già tricolore di prove multiple, che balza in testa con 7,61 (0.0), un solo centimetro più lontano di Filippo Randazzo (Pro Sport 85 Valguarnera) a 7,60 (+1.0). Entrambi si prendono lo standard per i Campionati Mondiali di categoria di Eugene. Di seguito la cronaca delle gare Junior mentre a questo LINK è pubblicata la cronaca della gare under23. La terza e ultima giornata di gare è in programma domani sempre in diretta streaming su http://10x10.tv/fidal/
TUTTE LE NEWS SUI CAMPIONATI - GALLERY – RISULTATI/Results
VIDEO -
LA PRIMA GIORNATA (6 giugno): parte 1 – parte 2
LA SECONDA GIORNATA (7 giugno): parte 1 – parte 2 – parte 3 – parte 4
LA TERZA GIORNATA (8 giugno): parte 1 – parte 2
TV - Una sintesi televisiva, autoprodotta dalla FIDAL, andrà in onda nei prossimi giorni su RaiSport. Gli orari saranno comunicati al più presto.
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di Anna Chiara Spigarolo - Raul Leoni
LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA (a questo LINK la cronaca della prima giornata, QUI le gare under23 di oggi)
Junior UOMINI
5000m (finale) - Intanto una comunicazione di servizio, a beneficio dei mezzofondisti:sarà organizzata il 20 giugno a Trento una prova mirata all'ottenimento del minimo per Eugene sui 10000m, come lo scorso anno, e quest'anno opportunità allargata ai siepisti, visto l'esito dei 3000m siepi di ieri. Intanto, però, il titolo dei 5000m è per un ragazzo marocchino non ancora naturalizzato, Iliass Aouani (Riccardi, 14:48.05): soddisfazione assolutamente meritata, sulla base di una condotta di gara impressionante per lucidità tattica. Oltre alla volata in progressione che spegne le ambizioni di Nadir Cavagna (Atl. Valle Brembana, 14:54.04) e di Omar Guerniche (CS S.Rocchino, 14:54.91), gli unici capaci - con il neo-campione - di scendere sotto i 15 minuti. Per Alessandro Giacobazzi e Michele Roberto Ninivaggi, possibilità sulla gara lunga aperte dall'occasione di Trento, cui si accennava. Al sesto posto l'azzurro di Donetsk sulle siepi, Giulio Perpetuo, il ragazzo abruzzese già campione giovanile ora in maglia GS Valsugana Trentino.
400hs (batterie) - Quattro batterie per una prova abbastanza affollata, tanto che per avere la certezza della finale bisogna vincere e come concorrenza non c’è male. Le cose si complicano in maniera stranissima, per gli incroci del sorteggio: in prima batteria non parte Andrea Pedrelli – uno dei favoriti – e quindi passa direttamente il lecchese Andrea Brambilla (54.48, decimo tempo). In più ci si mette il pugliese Davide Signorile (Aden Exprivia, 53.38), migliorandosi di un secondo e mezzo in un colpo e costringendo al ripescaggio sia Nicola Lorenzi (GS Valsugana Trentino, 53.58) sia Giuseppe Biondo (Cus Palermo, 53.65), ossia un campione allievi ed un semifinalista dei Mondiali di Donetsk. E il siciliano resta fuori, come il lombardo Tommaso tanagli (53.62). Il tutto in assenza del primatista italiano allievi, Matteo Beria, che vorrebbe essere in corsa per un posto ai Mondiali, ma al momento sta recuperando da un problema al ginocchio. Insomma, per domani ci saranno ancora Francesco Proietti (Stud. Cariri, 52.86) e Luca Cacopardo (Riccardi, 53.01) al comando delle operazioni: ma con una situazione suscettibile di piccole e grandi sorprese.
Peso (finale) – Uno sopra i 18 metri, altri due oltre i 17 ed un quarto a ridosso: dal punto di vista collettivo la finale c’è tutta. Peccato solo che Sebastiano Bianchetti (Stud. Cariri, 18.51) resti ad oltre mezzo metro dal suo personale al coperto: a Paolo Vailati (N. Atl. Fanfulla Lodigiana) basta un solo lancio buono, il primo a 17.11, e Davide Zocchi (Campidoglio Palatino) finisec terzo con 17.06.
4x100m (serie) – Quando parte la terza e ultima serie, il tempo da battere è quello della Firenze Marathon, trascinata dal campione italiano dei 100m Luca Cassano a 42.77. Vanno sui blocchi anche un paio di quartetti titolati a livello allievi, trasportati quasi al completo nella categoria superiore: stavolta la spuntano i romani della Campidoglio Palatino (Romano, Tardito, Rossi, Manfredi) con 42.19, poi Fiamme Gialle Simoni (42.50) e l’Ideatletica Aurora (42.54).
Disco (qualificazione) – Si prova ad affiancare l’italo-peruviano Gian Piero Ragonesi, che ha fatto il minimo mondiale nei Regionals Ncaa della Florida con la Miami University: intanto vanno in tre sopra i 50 metri e due fanno la misura di qualificazione per la finale di domani, fissata a 51.00 (Sebastiano Bianchetti 51.29 nella prima serie, Giulio Anesa 51.50 nella seconda). Poi il grossetano Leonardo Modesti, primo anno junior, 50.11.
800m (finale) – Il più forte del gruppo, Enrico Riccobon (Firex Belluno), ed il più accorto tatticamente, Lorenzo Pilati (Atl. Valli di Non e Sole): inevitabile che finiscano davanti (rispettivamente 1:51.48 e 1:52.34). Da dietro rimonta Guido Lodetti (Atl. Bergamo 1959 Creberg, 1:52.73) il quale – a dispetto di un certo feeling con il cronometro – non era riuscito nelle ultime occasioni a ritagliarsi spazio nelle finali tricolori. E cos’ restano fuori dal podio due azzurrini dei Mondiali di Donetsk, Jacopo Peron e Yassin Bouih (il reggiano anche a causa di una sciagurata condotta ad elastico nelle fasi decisive).
Lungo (finale) – Grande finale, dai contenuti tecnici non banali anche in prospettiva Eugene: per dare un’idea, 7.60 è prestazione intorno alla decima del mondo in stagione. Anche in questa specialità, partendo dal minimo mondiale di Filippo Randazzo (Pro Sport 85 Valguarnera, da 7.58 a 7.60/+1.0), si passa a ragionare in coppia: la cosa bella è che anche l’italo-cubano Harold Barruecos (Atl. Vicentina, 7.61/0.0), come il siciliano campione allievi del 2013, fa il nuovo personale e si prende un'altra maglia tricolore nel lungo dopo aver primeggiato nelle prove multiple. Non basta: arriva a pochi centimetri dal traguardo Angelo Marvulli (Scotellaro Matera), bella serie e ottimo progresso a 7.49 (+0.6, ma il limite iridato è a 7.55).
110hs (finale) – Un succoso confronto diretto, sulla base delle attese, che però si trasforma in un assolo da applausi a scena aperta: quello di Luca De Maestri (Atl. Monza), brianzolo dai molti interessi – non ultima la cucina, col cavallo di battaglia di un risotto preparato in trenta versioni diverse per i compagni di club – sceso qui a 13.89 (davanti, nella lista junior di sempre, ne sono rimasti solo quattro).
Non c’è partita, quando invece una partita si attendeva: salva la pellaccia, e probabilmente anche il secondo biglietto per Eugene, il campione italiano indoor Simone Poccia (14.30, per 2/100 sul terzo incomodo Pier Francesco Battistini).
Asta (finale) – Come segnalato in occasione delle qualificazioni, l’azzurro qualificato per Eugene, Luigi Colella, è rimasto in California a preparare il Mondiale: non salgono abbastanza per far compagnia al “paisà” foggiano né il campione di oggi, Davide Girardi (Osa Saronno) né il secondo, Riccardo Biancoli (Riccardi), che chiudono entrambi a 4.70.
400m (finale) – Il capofila dell’anno Nicolò Ceriani esce di scena ancor prima di cominciare, per una squalifica: e così esce allo scoperto, in mezzo a rivali più prestanti, la sagoma minuta di Francesco Conti (Imola Sacmi Avis, 48.17). Non è la prima volta che il ragazzo emiliano porta a casa la maglia tricolore, con una carica agonistica che tutti devono riconoscergli: ancora un po’ in ritardo, rispetto alla condizione dello scorso anno, il campione italiano allievi Leonardo Vanzo (Insieme New Foods, 48.34). Con l’indisponibilità di Giuseppe Leonardi, a questo punto, potrebbe tramontare definitivamente l’ipotesi di una staffetta a Eugene.
110hs (semifinale) – Rispetto a stamattina un paio di novità, tutt’altro che trascurabili: intanto il primo meno-14” della stagione, ad opera di uno straripante Luca De Maestri (Atl. Monza, 13.98/+0.3, settimo junior di sempre) e poi il terzo ostacolista sotto il minimo mondiale, perché Pierfrancesco Battistini (dera Forlì) corre in 14.19 la semifinale sulla scia di Simone Poccia (Stud. Cariri, 14.18). Il romagnolo di Predappio era stato azzurro già nella rassegna iridata allievi di Donestk ed ora è una specie di riserva di lusso: più tardi si corre per il titolo e sarà un’altra storia.
110hs (semifinale) – Rispetto a stamattina un paio di novità, tutt’altro che trascurabili: intanto il primo meno-14” della stagione, ad opera di uno straripante Luca De Maestri (Atl. Monza, 13.98/+0.3, settimo junior di sempre) e poi il terzo ostacolista sotto il minimo mondiale, perché Pierfrancesco Battistini (dera Forlì) corre in 14.19 la semifinale sulla scia di Simone Poccia (Stud. Cariri, 14.18). Il romagnolo di Predappio era stato azzurro già nella rassegna iridata allievi di Donestk ed ora è una specie di riserva di lusso: più tardi si corre per il titolo e sarà un’altra storia.
Giavellotto (finale) – Sotto il sole di mezzogiorno che picchia bisogna riconoscere il coraggio di questi ragazzi: purtroppo i numeri sono abbastanza impietosi e il sogno di un viaggio ai Mondiali di Eugene è lontanissimo. Tanto per chiarire, il minimo è fissato a 68.50, invece Massimo Ros (Brugnera Friulintagli) lancia a 61.36 – più di tre metri dal personale - e tanto è sufficiente per indossare la maglia tricolore. Gli altri rimangono sotto i 60 metri: Diego Ottaviani (cento Torri Pavia) 59.06, Matteo Masetti (Pro Patria Busto) 57.74, fuori dal podio il campione allievi 2013 Andreas Zagler.
Peso (qualificazione) – Praticamente solo il tempo di pranzare, riposarsi un po’ e poi sarà già tempo di iniziare il riscaldamento per la finale: più tardi ci sarà bisogno di maggior impegno per i migliori, comodamente oltre i 15 metri della qualificazione. Il pluriprimatista allievi Sebastiano Bianchetti (Stud. Cariri) accenna solo un lancio da 15.44, il migliore del turno è Paolo Vailati (N. Atl. Fanfulla Lodigiana, 16.88).
200m (batterie) – Mancano alcuni dei ragazzi più in vista fin qui nella stagione – Roberto Rigali (secondo ieri sui 100), Nicolò Ceriani (al via dei 400 più tardi) ed il capolista dell’anno Pietro Pivotto - e così si cercano altri tempi d’interesse: che comunque non mancano. A parte la novità del pugliese Daniele Corsa (Folgore Brindisi, 21.79), che nella prima batteria si lascia dietro più di un azzurro giovanile, lo squillo del turno arriva dal corposo miglioramento di Simone Pettenati (Modena Atl., 21.53/-1.4), che a questo punto mette nel mirino il minimo mondiale sulla distanza (21.50). Intanto, per la maglia tricolore, spicca l’ex campione cadetti Jacopo Spanò (Atl. Calvesi), cresciuto parecchio dopo la sua esperienza di studio negli Usa: per il piemontese tesserato in Val d’Aosta c’è un gratificante 21.38 (+0.5), con un impegno apparso relativo nel turno eliminatorio. In finale rivedremo anche il prestante bresciano di orgini africane Levi Mandji (Atl. Brescia 1950, 21.93), che ieri era uscito nella semifinale dei 100 metri per una falsa partenza.
Triplo (qualificazione) – In premessa il panorama della specialità è molto interessante: per la cronaca sono in due a fare i 15.00 richiesti per la qualificazione diretta – il finalista europeo di Rieti Lorenzo Dallavalle (Atl. PiacenzA, 15.38/-0.7) e il vincitore del triangolare indoor di Halle, Samuele Cerro (Stud. Pontecorvo, 15.08/+1.9) – ma ovviamente c’è soddisfazione per il rientro del campione italiano al coperto (e quinto agli ultimi Mondiali allievi) Simone Forte (Campidoglio Palatino). Il romano deve solo fare un salto a 14.56 (+2.0) per avere la certezza della finale di domani.
110hs (batterie) – Questo è solo l’antipasto, eppure già il tema intriga: duello per il titolo tra i due che hanno già ottenuto il minimo per Eugene, il formiano Dimone Poccia (Stud. Cariri, miglior tempo del turno con 14.39/-0.4) ed il brianzolo Luca De Maestri (Atl. Monza, 14.72/+0.4 spingendo in pratica solo fino alla quarta barriera e poi controllando). Si cercano comunque outsider ed intanto annotiamo il nettissimo miglioramento di Romolo Benati (N. Atl. Fanfulla Lodigiana), sceso a 14.51 dietro Poccia.
Alto (qualificazione) – Non c’è bisogno di arrivare alla quota prevista di 2.02, poiché a 1.98 è già tutto deciso: in tre fanno tutto alla prima prova - Michele Longhi (Atl. Lecco-Colombo), Michele Maravgilia (Atl. Bergamo 59 Creberg) e la novità Yevgeniy Terentyev (Ideatl. Aurora), un altro ragazzo ucraino cresciuto nel salernitano come Dariya Derkach – mentre la notizia di giornata è l’errore a 1.95 che appesantisce la classifica del campione italiano indoor Federico Ayres da Motta (Assind. Padova). Nulla di grave, se ne riparlerà domattina.
Martello (finale) – La specialità era uscita dall’era-Bortolato un po’ intorpidita, ma ora comincia a scuotersi: se il miglior “under 20” della stagione è in realtà sempre un allievo, Tiziano Di Blasio, ci sono altri due ragazzi laziali che martellano oltre la fettuccia dei 60 metri per la prima volta in carriera. Seguito da Claudia Tavelli e Claudio Bertoletti alla Farnesina è Marco Cozzoli (Stud. Cariri), romano del Tiburtino, a frantumare il suo PB con 63.13, mentre alle sue spalle il pontino Mirko Franceschetti (Intesatletica) ha messo a frutto i consigli che gli elargisce dallo scorso novembre Tommaso Mattei nell’impianto di Ostia (in pochi mesi il ragazzo di Latina è cresciuto di ben 10 metri, oggi 61.83. E così Eric Fantazzini (Atl. Livorno) deve consolarsi di andare ancora una volta oltre i sessanta (60.10).
Junior DONNE
Peso (finale) – Finalmente si va oltre i 13 metri, merito della piemontese Giada Grigoletto (GS Zegna, 13.03): ma, come si accennava in premessa alle qualificazioni, le prestazioni che valgono un posto ai Mondiali di Eugene restano piuttosto lontane. Sul podio Virginia Braghieri (Atl. Brescia 1950, 12.31) e Beatrice Gatto (US Quercia Trentingrana, 12.06, a pari misura con Martina Caron, Atl. Vicentina).
400hs (batterie) – Già si sa che una condizione rivedibile ha lasciato fuori dalla competizione la “quasi-finalista” degli Europei di Rieti Irene Morelli: la ragazza di Saronno dovrebbe tornare in pista entro una decina di giorni sul piano e magari potrebbe contribuire alle sorti della staffetta per i Mondiali di Eugene. Dopo Alexandra e Serena, finaliste sui 400m, qui conquista la finale per la Pro Patria Busto anche la terza gemella Troiani, Virginia (1:02.49). E, a proposito di doppio impegno, trova una corsia pure la miglioratissima Alessia Baldi, la pistoiese dell’Acsi Italia che è finita terza oggi pomeriggio sul giro di pista. Poi la figlia d’arte Valentina Cavalleri (SSV Brunico VB, 1:02.13) – seguita anche da mamma “Irmi” Trojer – e naturalmente “Ayo” Folorunso (Cus Parma, 1:02.53). Torna in gioco dopo un periodo non fortunato Elisa Rovere (Malignani Lib. Udine, 1:02.31 per l’azzurra ai Mondiali di Donetsk), sulla scia dell’altra portacolori della SSV Brunico VB, Caren Agreiter (migliore del turno a 1:01.88). Resta invece fuori, prima delle escluse, l’instancabile Irene Vian, campionessa degli 800m un paio d’ore prima.
Disco (qualificazione) – Per andare in finale ci vogliono 40 metri e le prime a riuscirci sono inevitabilmente le più accreditate: la plurititolata Maria Antonietta Basile (Enterprise Sport & Service, 47.03), la torinese di famiglia nigeriana Daisy Osakue (Sisport Fiat, 45.94) e una friulana che ha già vestito la maglia azzurra della specialità in diverse occasioni come Giada Andreutti (Malignani Lib. Udine, 41.42).
Poi si aggiunge la campionessa italiana del martello, fresca fresca di tricolore, Giulia Camporese (Cus Padova, 40.69).
3000m siepi (finale) – Christine Santi (Mollificio Modenese) ha mancato finora di pochi decimi il minimo per Eugene e qui cerca di fare tutto da sola: al 2° chilometro, passaggio in 7:05.69), tutto è ancora possibile. L’ultimo giro lo corre quasi in apnea: 10:41.50, un secondo e mezzo di troppo. Ancora sotto gli 11 minuti Carolina Michielin (Silca Conegliano, 10:59.61) e poi Camilla Matese (Toscana Atl. Empoli Nissan, 11:03.79).
4x100m (serie) – La prima serie è quella destinata ai quartetti senza tempo d’iscrizione: fatto sta che il Team-A Lombardia mette già un paletto con il suo 48.48. Poi entra in scena l’Acsi Italia: la formazione romana strapazza il cronometro con 46.83, a poco più di mezzo secondo dal primato italiano di club. Qualche indicazione sul quartetto: la romagnola Caterina Bagli, una ragazza di origini statunitensi come Chiara Elaine Montavon e le due scatenate gemelle De Andreis, Giovanna ed Elisabetta (adottate da una famiglia romana in Ghana all’età di quattro mesi: all’anagrafe risultano nate nella capitale). Entrambe hanno trovato una corsia nella finale dei 200 metri, domattina. Per la cronaca, argento alle torinesi del Sisport Fiat (47.89), diverse volte titolate tra le allieve, e bronzo alla Pro Patria Busto delle ormai “mitiche” gemelle Troiani – Serena, Alexandra e Virginia – con la fida Camilla Colombo in ultima frazione (48.07). Non è detto che domani non provino a confermarsi nella staffetta del miglio, come già riuscito tra le allieve.
100hs (finale) – Sì, un passo indietro c’è tutto, rispetto alle ultime stagioni: Rachel Malamo (Stud. Cariri) 14.52, Virginia Morassutti (Assind. Padova) 14.60 e la campionessa italiana dell’eptathlon Lucia Quaglieri (Modena Atl.) 14.88. A proposito, per le prove multiple ci sarà un’altra chance, in occasione dei Campionati Italiani allieve a Santa Cristina (28/29 giugno), con un eptathlon juniores destinato alle ragazze con prospettive di Mondiale, come appunto Lucia Quaglieri o la rientrante Giulia Sportoletti.
800m (finale) – Muscolare e determinata, Irene Vian (Silca Conegliano, 2:10.44): l’anno scorso a Jesolo aveva fatto due finali ai Tricolori allieve, 400 e 800 metri nello stesso pomeriggio. Sull’ultima curva ci prova Lavinia Possenti (Atl. Lecco-Colombo), ma è solo un sussulto subito rintuzzato dalla “prepotenza” della veneta: 2:12.24 e subito dietro Saskia Battistoni (Atl. Alto Garda e Ledro, 2:12.24), che era stata la più veloce ieri in batteria.
Giavellotto (finale) – La brissinese Stefanie Messner (SV Bressanone, 43.23) rispetta con apprezzabile disinvoltura il pronostico e arriva a circa un metro dal personale: purtroppo, come per la prova maschile, il minimo mondiale è lontanissimo (50.00). Per i troppi problemi fisici, non c’è in pedana la bellunese Paola Padovan, campionessa uscente e probabilmente l’unica che avrebbe potuto ambire alla trasferta di Eugene. La sola che va oltre i 40 metri, con la vincitrice, è la trentina Chiara Bergia (Atl. Valli di Non e Sole, 40.53), a due metri e mezzo dai suoi limiti stagionali.
400m (finale) – Un altro dei più classici livelli della nostra atletica giovanile: ma stavolta non c’è gara tra Ilenia Vitale (Lib. Friul Palmanova) e Lucia Pasquale (Olimpia Club Molfetta), semplicemente perché la friulana è in una condizione strepitosa e sigla con 53.87 la sesta prestazione di sempre. Anzi, la storica rivale pugliese paga più del dovuto la sua solita condotta garibaldina e finisce sulle ginocchia a 55.34, difendendo a stento il terzo posto dalla novità di giornata Alessia Baldi (Acsi Italia). La pistoiese lima ancora il PB rispetto alla batteria di ieri e scende a 55.40: in pratica due secondi di progresso nelle ultime settimane. Probabilmente si può provare a costruire una staffetta per Eugene.
Lungo (finale) – Si può gioire anche per un salto di mezzo metro più corto del personale: perché il secondo posto di Anastassia Angioi (Forestale, 5.84/+0.1) oggi saluta il ritorno della titolata lunghista sassarese sul podio. All’ultimo salto l’ex argento mondiale allieve supera Chiara Calgarini (Atl.Lugo, poi attesa dalla finale degli ostacoli, 5.71/+1.3). E per il titolo? Come al solito, ha provato a complicarsi la vita Jasmine Al Omari (Firenze Marathon): due nulli per la toscana di papà giordano, ma poi è arrivata la zampata risolutiva a 6.09 (+1.2), netto PB, aveva 5.94 indoor risalente ad un paio di stagioni or sono. Peccato che al minimo di Eugene manchi ancora un centimetro (!).
Alto (finale) – Ennesima replica di un duello già visto tante volte, tra Erika Furlani (Cus Pisa Atl. Cascina) ed Eleonora Omoregie (Malignani Lib. Udine): eppure le due ragazze, entrambe azzurre di lungo corso ed entrambe con sangue africano nelle vene (Erika per parte della mamma senegalese, Eleonora dalle origini nigeriane della famiglia), sono capaci di rinnovare ogni volta il loro canovaccio. Sulla pedana del “Nebiolo” restano da sole quota 1.74, quando abbandona la compagnia la romagnola (ma con nazionalità polacca) Anna Plodziszewska (Atl. Lugo, 1.71). Per Eugene i giochi sono già fatti, perché il biglietto l’hanno già ottenuto: tra l’altro Erika detiene la quinta misura mondiale dell’alto (1.87) e ha dalla sua quella consistenza agonistica che può portarla lontano. La ragazza dei Castelli Romani si conferma anche qui, a 1.80, quando la rivale friulana sbaglia tre volte (chiuderà con 1.76): poi sale bene a 1.84 e prova addirittura ad incrementare a 1.88 (buono soprattutto il secondo tentativo).
Peso (qualificazione) – Come per i maschi, anche le ragazze torneranno in pedana tra poche ore per giocarsi il titolo juniores: difficile, tuttavia, che qualcuna possa arrivare ai 14.30 del minimo per Eugene. Resta il fatto che in tre fanno la misura di 12.00 stabilita per l’ammissione diretta in finale: Giada Gregoletto (GS Zegna, 12.75), Claudia Bertoletti (Stud. Cariri, 12.20) e Ilaria Mezzalira (N. Atl. Varese, 12.16).
Asta (qualificazione) – Senza eccessivi palpiti si consuma anche questo turno eliminatorio: in 13 vanno in finale, escono solo le due che sbagliano la quota d’entrata. Ovviamente non c’è bisogno di arrivare a 3.30: a 3.10 si chiude il referto. Vedremo domani, ma è difficile dimenticare il pathos che solo un anno fa accompagnava i duelli in pedana tra Roberta Bruni e Sonia Malavisi un metro e mezzo più su.
200m (batterie) – Lo spessore complessivo non è male, per andare in finale ci vuole 24.94: il livello riproduce in pratica quello dei 100 di ieri e avanti vanno sei ragazze sulle otto che si sono contese il titolo sullo sprint breve. Che “Jo” Herrera (Atl. Brescia 1950) sia anche qui favorita, lo dice il cronometro (24.15/0.0): poi c’è il nuovo PB di Annalisa Spadotto Scott (Bracco Atl., 24.58/+0.2). Due corsie saranno occupate dalle gemelle romane Elisabetta e Giovanna De Andreis (Acsi Italia), di stanza nel Viterbese.
Martello (finale) – L’obiettivo di giornata sarebbero i 60 metri e anche stavolta Giulia Camporese (Cus Padova) si “accontenta” del titolo tricolore: ma la padovana, dopo aver più volte a suo tempo riscritto il primato italiano allieve, si sta adattando ormai all’attrezzo da 4kg (oggi 57.09). Al momento è lei l’unica specialista indiziata per Eugene, magari col proposito di non farsi beffare come lo scorso anno a Donetsk, dove era stata la prima delle escluse dalla finale: l’altra atleta più vicina ai fatidici 57 metri è infatti la camerunense di Mereto di Tomba, Nadia Maffo (Malignani Lib. Udine) , in progresso con 55.36 all’ultimo turno (dopo essersi migliorata in avvio già di un metro esatto, con 55.14). Con l’ultimo lancio sale sul podio un’altra ragazza con origini africane, la trentina di papà burundiano Noa Ndimurwanko (GS Valsugana, 51.40).
100hs (batterie) – Stagione un po’ interlocutoria, per andare ai Mondiali basterebbe un accessibile 14.15 ed invece si fatica non poco ad avvicinare il limite federale. Tra le azzurabili, si rivede Rachel Malamo (Stud.Cariri) – la frascatana cresciuta in Australia che già vanta un’esperienza iridata a Donetsk 2013 – ma il miglior tempo della mattinata è un 14.57 (-0.6) che dice ancora troppo poco in prospettiva Eugene. Poco smalto anche per la pluricampionessa italiana Virginia Morassutti (Assind. Padova, 14.58/-1.5): e il fatto che appena dietro ci siano la campionessa italiana di eptathlon Lucia Quaglieri (Modena Atl. 14.67/-1.4) e un’altra specialista dei multipli come Chiara Calgarini (Atl. Lugo, 14.80/-1.5, già finalista nel lungo) dice molto.
Triplo (qualificazione) – Si rivede in pedana Benedetta Cuneo (Firenze Marathon) e comunque si tratta di una semplice formalità per la doppia finalista dei Mondiali allievi di Donetsk: 12.52 (-0.6), un salto e via. Idem per la campionessa europea juniores Ottavia Cestonaro (Forestale), 12.44 (0.0): mentre Jasmine Al Omari (Firenze Marathon), dopo le ambasce del lungo, ritrova sicurezza conquista la sua seconda finale a Torino (12.44/+2.1).
Marcia 10000m (finale) – Le junior della marcia inaugurano la seconda giornata della rassegna Tricolore torinese. Alle 9:15 l’anello dello stadio Nebiolo è già battuto dal sole e la temperatura non aiuta gli specialisti del tacco e punta. La gara è animata da un terzetto formato da Nicole Colombi (Atl. Brescia 1950), Eleonora Dominici (ACSI Italia Atletica) e Margherita Crosta (CUS Pro Patria Milano). La milanese allenata da Gianni Perricelli però incappa in una squalifica (un’altra dopo quella in Coppa del Mondo a Taicang) a circa 4 chilometri dal via, lasciando via libera alle altre due. Il duello si risolve attorno all’ottavo mille quando Dominici riesce a staccare Colombi fino alla vittoria finale in 49:27.02, con l’argento a 49:54.19. Il bronzo va a Diana Caciotti (ACSI Italia Atletica). Marta Stach (Ana Atl. Feltre) è quarta in 51:30.60 mentre è solo quinta la pugliese Erika Scolozzi (Don Milani), già in possesso dello standard per Eugene (50:00) grazie al 49:55 marciato su strada a Podebrady, ma che oggi non riesce a scalare posizioni utili a conquistare una delle due maglie azzurre per la rassegna iridata.
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