Un 3000 siepi senza testa, ma con le gambe

Racconto di Luigi Del Buono

 

Ogni anno ci si ritrova sempre li : Macerata, campionati regionali di società, prima prova. Da anni ormai esordisco in pista sui 3000 siepi, gara che non riscuote un buon successo tra gli atleti e puntualmente ci ritroviamo in 4 gatti a correrla. 

Quest'anno è il primo anno che non ho voglia di farle : il titolo europeo master, vinto quest'estate sulla distanza, ha saziato la mia voglia di saltare perchè mixato a un'intensa attività di corsa su strada che mi ha portato in giro per tutta italia e quindi non avevo la giusta motivazione per affrontare 35 salti.

Ma la società ha bisogno e Del Buono c'è. 

Fedele alla casacca mi presento alla partenza. C'è un treno che vuol partire per fare 9'45'', me lo ripetono da giorni in chat e appena mi vedono me lo ricordano e io faccio spallucce perchè non ho proprio voglia di farle e non so come reagirà la mia motivazione al cospetto di una gara di inizio stagione con 6 partecipanti.

Mi riscaldo e sento il pranzo che oscilla ancora nella mia povera pancia. Troppe proteine suppongo : 2 uova, tonno, mozzarella e pane di segale. Alimentazione errata? Certamente, ma prima la testa, poi le forzature. 

4 allunghi netti e la solita indolenza. Sparo e partiamo. Tutto sommato la temperatura è buona e la giornata non troppo calda. La poca voglia si vede subito al primo 200 metri senza ostacoli. Lento. Primo ostacolo salto appoggiando come sempre e sento i chiodi lunghi da cross che frizionano eccessivamente il legno dell'ostacolo. Mi sono scordato di cambiarli, li ho chiesti a Castellucci e non li aveva, poi a Rouimi : li aveva più lunghi dei miei. 

La gara passa velocemente, salto l'ostacolo divertendomi e notando che la paura di non ricordarmi più il gesto del superamento della riviera è scomparsa al primo tentativo fluido. Non affrontavo l' "ostacolo principe" da quel 27 Agosto in Turchia agli europei master 2014. 8 mesi circa. 

Mi sveglio quando è l'ora di controllare il 1000 metri 3'13''. Giro ancora in testa ma sento che dietro c'è qualcuno che ha capito che il ritmo da 9'45'' c'è. E' Giovanni Broglia, buona gara la sua quando ci sussuranno dolcemente : "sei e ventinoveeeeee"! Da bordo pista sento decine di numeri : io senza orologio. Non mi interessano i passaggi perchè mi tolgono il divertimento e attivano la fatica, ma questo 6'29'' ridesta in me la volontà.

Decido di rimanere ancora un pò a quel ritmo e divertirmi gli ultimi 500 metri che prontamente arrivano. Progressione decisa, campanella finale. Capisco di essere ancora freschino, ma di non avere la giusta preparazione lattacida per un finale da campione, ma ho una voglia matta di superare quella riviera a tutta velocità. Attacco, sprint e uscita veloce con spettacolo acquatico incluso. Mi urlano "nove e quindici!". Aggiungo qualche secondo, sottraggo la fatica, moltiplico per i metri mancanti e arrivo : 9'35''. 

823 punti fidal?? Non posso crederci con questa dose di fatica. Contento e soddisfatto e un pensiero già vola verso il minimo assoluto mancato già 2 volte gli anni passati. Cerco di scacciarlo, perchè non faccio l'atletica da professionista e l'unica aspettativa che accetto per me stesso è quella del divertimento. 

Rendo innoquo il pensiero, ma so che è solo per adesso.

Luigi Del Buono



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