Un giorno, un'impresa
15 Marzo 201315 marzo. Quando l’inverno del ’72 aveva ancora pochi giorni di vita, Marcello Fiasconaro arrivò a Genova come una rockstar, salì alla Terrazza Martini, sorbì un aperitivo, chiacchierò, sorrise, conquistò anche chi lo aveva visto solo in fotografia, scambiò qualche battuta con il suo sparring partner, il piccolo polacco Andrzei Badenski: il faccia a faccia era appeso non più al calendario ma all’orologio. Accanto a Badenski, balenavano gli occhi verdi e allungati, quasi mongolici, della fatale Teresza Sukniewicz. Palasport della Fiera del Mare preso d’assalto, come nei giorni delle visite dei Beatles, dei Rolling Stones: tribune piene, balconate zeppe. Un calcolo a occhio suggerì la cifra di 10.000 spettatori, molto credibile. Quei due giri sulla pista di acero canadese, non ancora coperta di gomma e già traforata dai segni di migliaia di chiodi, volarono dentro un boato che si prolungò anhe dopo i 46”1 del nuovo record mondiale dei 400. Il rugbysta che non aveva placcato per un palmo Roger Jenkins aveva segnato una prima meta. Poco più di un anno dopo all’Arena, sarebbe arrivato il Grande Slam.
Giorgio Cimbrico
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