Un giorno, un'impresa
06 Aprile 20136 aprile. E’ il 1957 e a Scarnafigi nasce Maurizio Damilano. Anzi, di Damilano ne nascono due perché assieme a Maurizio c’è anche Giorgio. E quando i gemelli sono ben saldi sulle gambe finiscono agli ordini di Sandro che ha capito di avere della stoffa e che di buon tessuto sono fatti anche i due piccoli che fanno incetta di titoli e podi ai Giochi della Gioventù e nelle categorie giovanili. Una delle foto che hanno appiccicato nei grandi album di ritagli (un’abitudine antica e dolcissima che i telefonini e la desuetudine a leggere i giornali ha spazzato via…) e che loro amano è stata scattata il 24 luglio 1980 al Lenin di Mosca. La 20 km è appena finita, Maurizio ha vinto, Giorgio è arrivato 11°: si abbracciano e sono tutti e due commossi. Sandro nella foto non c’è ma è come ci fosse ed è facile immaginare come fosse in quei momenti: impegnatissimo a nascondere le lacrime, a fingere razionalità assoluta. Gara durissima, tempestata dai draconiani interventi dei giudici che spazzano via le frenesie del messicano Daniel Bautista e non subiscono influenze ambientali spedendo fuori anche il sovietico Anatoli Solomin. Dal podio, Maurizio finisce più in alto che non si può: ancora il mese prima era militare e non avrebbe potuto partecipare ai Giochi, boicottati per tanti, non per i marciatori. A seguire, le ondate di calore di Los Angeles ’84, le due vittorie mondiali a Roma e Tokyo, la resa di Barcellona. Il bello e il brutto, il tormento e l’estasi, ma senza avvicinarsi a quel 24 luglio quando sul paese si sparse il suono delle campane. Tre anni fa a Scarnafigi, in una giornata di pioggia sottile, bolliti misti e Dolcetto giovane, hanno dedicato un monumento a Maurizio all’incrocio di strade che portano a Cuneo e a Saluzzo. Ma sun quel globo attorniato da sagome di un uomo in marcia c’è spazio anche per Giorgio, per Sandro. La Banda dei Tre, quelli che suonavano nelle balere della Provincia Granda.
Giorgio Cimbrico
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