Una storia al giorno
26 Luglio 201326 luglio. Chi sale al castello di Edinburgo trova su una spianata una cappella che nulla a che fare con l’aspetto cinquecentesco del resto della minacciosa rocca che domina la città e la Firth: è l‘omaggio ai caduti scozzesi della Grande Guerra e i nomi sono conservati in enormi libroni rilegati in cuoio. Induce alla commozione sfogliare pagine e pagine di McDonald, di McPherson, di Robertson, di Weir riuniti dal luogo del loro sacrificio: i carnai di Arras, Passchendaele, Chemin des Dames, Loos, Somme.
Molti campioni, soprattutto del rugby e dell’atletica, persero la loro vita in quelle spaventose “spallate” che dal ’16 si susseguivano sul Fronte Occidentale. “Caduti britannici 40.000, yards guadagnate zero”, fu il tragico cartello che venne alzato a Mons, in fondo a una delle tante giornate governate dalla spietata indifferenza dei comandanti e dall’orrore.
Oggi è il giorno per ricordare Henry Maitland McIntosh che era nato nel 1892 a Kelso, che corse per Cambridge (9”8 nelle 100 yards e 10”7 nei 100) e che a vent’anni, a Stoccolma, sospinto da una sorte favorevole che avrebbe scontato, divenne campione olimpico della 4x100, con gli inglesi William Applegarth e Victor d’Arcy e con il gallese David Jacobs. Era la prima volta che ai Giochi si correva la staffetta e gli Usa, favoriti, inaugurarono subito una tradizione di cambi approssimativi facendosi squalificare in semifinale. Malgrado l’illustre eliminazione, non era la Gran Bretagna ma la Germania imperiale ad avere i favori del pronostico, ma anche i sudditi di Guglielmo andarono incontro a una disavventura in finale e l’oro finì al britannici in 42”4.
McIntosh, che correva in seconda frazione, due anni dopo si arruolò negli Argyll and Sutherland Highlanders, uno dei reggimenti della divisione scozzese, raggiunse il grado di capitano, fu a lungo in prima linea e venne gravemente ferito nei pressi di Albert, poco prima che Douglas Haig, comandante in capo del corpo di spedizione britannico e imperiale, scatenasse la seconda battaglia della Somme. Le ferite gli furono fatali e morì il 26 luglio 1918, quando alla fine delle ostilità mancavano poco più di 100 giorni. Da allora riposa nel cimitero di Senlis, uno di quegli sterminati giardini di croci nel nord della Francia. Dei quattro di Stoccolma, solo lui ebbe in sorte una morte in giovane età.
Giorgio Cimbrico
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