Una storia al giorno

22 Novembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

22 novembre. Oggi, tagliando il traguardo dei 68 anni, Roger Bambuck potrà ripensare ai 115 minuti in cui fu primatista del mondo. Capitò a Sacramento il 20 giugno 1968, allo Hughes Stadium, dove si svolgevano i campionati americani.

Prima di inoltrarsi nella storia, resta da rispondere a una domanda: cosa ci faceva un francese ai campionati della AAU? La prima risposta è la più banale: correva. Ma per riuscirci aveva dovuto vincere la resistenza di resistenza di Robert Bobin, storico capo tecnico della federazione francese. “Ma come, c’è Francia-Germania e tu vuoi andare in America?”. E si era opposto. La “querelle” era finita sul tavolo del consiglio federale e la votazione diede un risultato favorevole a Roger, che pochi giorni prima al Jean Bouin aveva portato il record di Francia a 10”1 e di questo risultato si faceva forza per tuffarsi nell’avventura oltreoceano: in 13 votarono sì, in 6 no, uno si astenne. Poteva partire, partì e il 20 giugno scese in pista per la batteria finendo spalla a spalla con Charlie Greene: il nono e il decimo a correre in 10”0. Solo che in quella schiera non c’era un solo figlio di Marianna e così il 23enne di Pointe-a-Pitre, Guadalupa, divenne il primo (e unico) francese a vestire i panni di primatista mondiale dei 100.

Erano le 19,20 e Bambuck stava per diventare testimone di una giornata storica: meno di due ore dopo, nella prima semifinale, Jim Hines e Ronnie Ray Smith passarono la linea del traguardo in 9”9. Cinque minuti dopo, seconda semifinale, quella del terzo 9”9, di Charlie Greene. Bambuck, terzo un soffio dietro a un altro “invitato” (il giamaicano Lennox Miller) bissò 10”0 e si trasformò da primatista mondiale in primatista europeo. In finale Greene piegò Hines (che in batteria aveva firmato un 9”8 ventoso) per l’ottava e ultima volta e Bambuck finì quarto in 10”1, lo stesso tempo (in realtà un ben più importante 10”15) che avrebbe ottenuto nella finale dei Giochi messicani: quinto nella giornata del 9”95 di Hines. Un francese finalista olimpico di 100 non si vedeva dal 1920, i giorni della gloria passeggera del misterioso Emile Alì-Khan di cui nessuno conosce il luogo e la data di morte. Bambuck riuscì a salire sul podio del Messico - terzo con la 4x100 – e alla fine dei Giochi si ritirò a 23 anni per iniziare di lì a poco una lunga milizia politica che lo avrebbe portato al vertice del dicastero per la gioventù e per lo sport.    


Oggi è anche il 13° anniversario della morte di Emil Zatopek. Di lui, dei suoi record, della sua volontà, della sua umanità, abbiamo avuto occasione di parlare molte volte in queste scorribande nel tempo. Ora solo un ricordo a testa bassa, come fossimo davanti alla sua tomba.

Giorgio Cimbrico

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