Una storia al giorno
25 Novembre 201325 novembre. Christos Papanikolaou tessalo, 72 anni oggi, fece parte di quella pattuglia di europei (il tedesco est Wolfgang Nordwig, il gardesano Renato Dionisi, il francese Francois Tracanelli, lo svedese Kjell Isaksson) che dimostrò agli americani che non era solo loro il cielo appeso oltre un’asticella molto al di sopra dei 5 metri: il periodo storico è collocato tra la fine dei Sessanta e gli esordi dei Settanta.
Toccò a Nordwig – bocca sottile, volto deciso ed enigmatico, formidabile carica agonistica – interrompere la sterminata successione statunitense di record del mondo, prima con il 5,45 al berlinese Ludwiw Jahn Sportpark, teatro di innumerevoli acuti dei tedeschi democratici, poi con il 5,46 al Comunale teatro della seconda Universiade torinese a cura di Primo Nebiolo. Nordwig fu il secondo dopo Bob Seagren a provare, senza successo, a superare 5,50.
In quell’occasione Christos finì meno di due pollici dietro, 5,42, ed è facile azzardare che in quel 3 settembre 1970 abbia posto le basi per quel che gli riuscì una cinquantina di giorni dopo – 24 ottobre, in un tiepido autunno ateniese – sulla pedana di casa, al vecchio Karaiskakis, sul porto del Pireo. In una gara molto simile a un’esibizione (il secondo, Pantelis Nikolaidis, chiuse a 4,40), “Papa” iniziò a 5,00 senza una briciola di difficoltà, replicò a 5,20 e si sbarazzò senza un errore di 5,49: tre salti per il più perfetto dei percorsi netti. Il record ebbe un’eco assai vasta nel mondo anglosassone: era toccato a un greco essere il primo uomo a superare la barriera dei 18 piedi.
Fu un magnifico modo per allontanare l’amarezza provata due anni prima a Mexico City, quando non gli servito scavalcare 5,35 per salire sul podio, occupato da Bob Seagren, dal sorprendente tedesco ovest Claus Schiprowski e da “sfinge” Nordwig, 5,40 al terzo assalto. Un anno e mezzo dopo, a Austin, Texas, il biondo Isaksson detto il folletto, avrebbe aggiunto un pollice facendo esultare gli adepti del sistema metrico decimale: per centimetro era andato al di là della barriera dei 5,50. Gli ultimi hurrah americani sarebbero venuti nel pieno degli anni Settanta prima che i territori dei saltimbanchi dell’aria diventassero feudo esclusivo – Kozakiewicz a parte – di francesi, russi e ucraini.
Giorgio Cimbrico
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