Una storia al giorno

04 Gennaio 2014

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

4 gennaio. Ormai vicini al cinquantesimo anniversario della scomparsa (che cade il 13 febbraio), non resta che evocare il giorno natale di Patrick Ryan, agli esordi del 1881, nella contea di Limerick, Irlanda dell’ovest, orgogliosa della sua squadra di rugby, il Munster. Pat o Paddy è stato uno dei più grandi martellisti della storia, membro di una confraternita che, sotto bandiera americana o per il giovanissimo Stato Libero di Irlanda, dominò la specialità per un trentennio, il primo del Novecento non lasciando spazio ad altri che provavano a roteare in pedana.

Rispetto agli altri, a cominciare dal leggendario Patrick O’Callaghan, ex-giocatore di rugby originario della contea di Cork e tre volte campione olimpico, Paddy vanta ancor oggi un paio di particolarità che lo rendono unico nell’esercizio più vorticoso dell’atletica: il margine con cui divenne campione olimpico e la durata del suo record del mondo.

Cronologicamente iniziamo da ciò che avvenne dopo, ad Anversa 1920: Ryan conquistò la medaglia d’oro con 52,87, 4 metri e 44 centimetri sullo svedese Carl John Linde scavando quel che può essere definito un baratro. Nell’occasione fu anche secondo nella competizione con il martellone da 56 libbre, dotato di maniglia.

Sette anni prima, a New York, nel corso di un curioso meeting ad handicap, etichettato l’Eccentrico Pompiere, aveva portato il record del mondo a 57,77, primo limite riconosciuto dalla neonata IAAF. Al vertice tenne per 25 anni, e per 40 come record americano anche se, in realtà, la misura venne centrata quando Pat, emigrato dall’isola verde nel 1910, non aveva ancora ottenuto la cittadinanza statunitense. A confermare l’assoluta superiorità degli irlandesi, nel ’37, nei campionati della contea di Cork, a Fermoy, Pat O’Callaghan raggiunse uno strepitoso 59,56 ma il risultato non venne mai riconosciuto perché l’Irlanda non faceva parte della Federazione Internazionale.

Come la maggior parte dei nostalgici irishmen, Ryan rimase profondamente legato alla terra dei suoi padri e così, non molto tempo dopo esser diventato cittadino americano e aver accumulato un gruzzolo come agente della polizia di New York, decise di ripassare l’Atlantico e tornare a casa. Nel 1924 riuscì a rimettere le mani sulla fattoria di famiglia, nei pressi di Limerick, e lì visse per quarant’anni.

Giorgio Cimbrico

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