Una storia al giorno

21 Gennaio 2014

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

21 gennaio. Ventiseiesimo compleanno di Ashton Eaton, l’Ercole delle moderne e contemporanee dieci fatiche, il magnifico tuttofare, il campione olimpico e mondiale, il marito di Brianne Theisen, canadese, che a Mosca è arrivata a 56 punti dal titolo dell’eptathlon e da Hanna Melnichenko. Sarebbe stata una bella accoppiata: lui aveva trionfato con 8809, 139 punti sul tedesco Michael Schrader. In ogni caso, l’abbraccio tra i due proteiformi è una delle immagini che hanno lasciato il segno. “Io ero lì, ho fatto anche qualche foto, le mostrerò ai miei figli, ai nipoti. Ha fatto una grande impresa: dovrebbero mettere un asterisco vicino al record perché era freddo, pioveva, le condizioni erano durissime ed è stato come scendere in campo undici volte, non dieci”. Il record del mondo di decathlon di Ashton, 9039 punti, il limite che lo rende l’atleta perfetto, prende forma dalle parole ammirate del campione del mondo nel 2009 e nel 2011, Trey Hardee, texano, secondo, lasciato all’abisso di 656 punti.

Tra il 23 e il 24 giugno 2012, lunghe ore di fatica e di attesa all’Hayward Field di Eugene, Oregon, sede dei Trials che assegnavano i posti per i Giochi di Londra: si festeggiavano i 100 anni del decathlon olimpico (nel 1912, a Stoccolma, vinse Jim Thorpe che abbiamo ricordato molto di recente), erano stati invitati i grandi americani viventi, Rafer Johnson (Bob Kennedy, colpito a morte da Shiran Shiran, morì tra le sue braccia), Bruce Jenner e Dan O’Brien che ha smarrito il record Usa. Ashton è di Bend, nei pressi di Portland, Oregon, un enfant du pays, e così lo stadio si è riempito (22.000 spettatori non sono pochi per una città che ne conta poco più di 50.000) accarezzando l’impresa e quando è venuto il momento decisivo, racconta Harry Marra, l’allenatore di Eaton, “sono andato dallo speaker Frank Zakowski e gli ho detto: ordina che diano una mano”. L’hanno fatto e Ashton ha corso un ultimo giro dei 1500 in 62” e Curtis Beach, che era in testa, gli ha lasciato strada perché nelle foto, nell’occhio della telecamera, Ashton doveva essere davanti a tutti e alla storia, 13 punti meglio di Roman Sebrle, ceko, l’unico altro a spingersi al di là del mondo sconosciuto dei 9000 punti, undici anni fa a Gotzis, Austria, il tempio dove chi divide il proprio talento in dieci fette viene esaltato.

I decathleti sono titani semplici, molto realisti. Quando il soldato Sebrle firmò il record, suo padre si eccitò: “Roman, diventeremo ricchi”. “Papà, non riusciremo neppure a metter assieme i soldi per cambiare la nostra vecchia Skoda”, rispose lui, con un sorriso rassegnato. Eaton, che è di un bel colore ambrato, è un perfetto membro di quello che qualcuno sostiene sia un ordine cavalleresco: “Una vita in due giorni: capisco bene che il mondo abbia altri problemi, altri interessi, ma per me è stato tutto. E averlo ottenuto a casa mia rende quel che ho fatto ancora più speciale e commovente”. Non è un atleta di taglia impressionante: agli innamorati di questo esercizio poetico e spietato, due giorni lungo i quali è necessario essere veloci, forti, elastici, resistenti, capaci di digerire la fatica che si accumula, ricorda Daley Thompson, il mattacchione britannico (“Dio mio, sono negro. Non me n’ero mai accorto”) che dominò gli anni Ottanta infliggendo durissime sconfitte ai tedeschi. Come Thompson, Eaton, 1,85 per 84 kg, è un velocista-saltatore che riesce a cavarsela nei lanci, soffrendo nel disco e nel giavellotto. La sua prima giornata è stata una faccenda mirabile: 10”21 sui 100, 8,23 nel lungo. I 400 li ha lasciati alle spalle in 46”70, ma a primavera aveva corso in 45”68. Tutte cifre da specialista: in Italia, e non solo, gli garantirebbero le corone delle specialità. Ha centrato quattro record personali, ha vinto sette gare su dieci e immaginando una gara virtuale, condita dagli altri suoi acuti, il totale si spingerebbe oltre i 9150 punti. Ha tutto il tempo per raggiungere questi territori.

Giorgio Cimbrico

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