Una storia al giorno
22 Febbraio 201422 febbraio. Giusta celebrazione, a 134 anni dalla nascita, di Eric Lemming da Goteborg, uno dei più grandi tuttofare della storia dell'atletica, passato agli annali che contano per il doppio oro olimpico nel giavellotto come lo intendiamo noi, ma in grado di spaziare dappertutto. Eloquente elencare i suoi record personali, tenendo che stiamo parlando di un dilettante (Eric era poliziotto) che gareggiava oltre cent anni fa: 1,70 nell'alto, 3,20 nell'asta, 6,34 nel lungo, 12.72 nel triplo, 13,10 nel peso, 44,90 (molto interessante...) nel disco, 46,84 nel martello, 62,32 nel giavellotto che per un paio d'anni fu record del mondo.
Il lungo Eric (era alto più di un 1,90 ed era piuttosto sottile) cominciò a frequentare l'Olimpiade nel 1900, a Parigi, quando aveva vent'anni. Il programma, chissà perché, non comprendeva il giavellotto e così si dedicò a salti e lanci vari e assortiti senza mai pensare che nei suoi obiettivi potesse finire il decathlon. Non passò l'Atlantico per i Giochi-burla del 1904 a St Louis e si fece rivedere all'Olimpiade intermedia e ufficiosa del 1906, tenuta a dieci anni dalla rifondazione decoubertiniana e vinse il giavellotto "stile libero" che stava vivendo gli ultimi capitoli della sua breve esistenza.
Due anni dopo a Londra diventò il padrone di entrambi gli stili e soprattutto vestì i panni del primo campione olimpico, con un record mondiale portato a 54,82, del lancio tradizionale in una finale frequentata esclusivamente da nordici. Era il coronamento di una superiorità che andava avanti dal 1899 quando Eric aveva firmato il primo dei suoi 14 limiti mondiali, uno solo dei quali passato a libro dopo la nascita della IAAF e dell'albo ufficiale dei primati.
L'ultimo venne nel suo paese natale, a Stoccolma, meno di tre mesi dopo il suo secondo titolo a cinque cerchi (il terzo, se non si trascura l'esercizio ormai abolito) quando era stato costretto a varcare i 60 metri per aver la meglio sul primo grande specialista della formidabile tradizione finlandese: Juho Saaristo si consolò cogliendo il lancio a due mani. Proprio in questo tipo di competizione Lemming toccò il suo picco con 62,32. Visto con il senno di poi, fu il suo canto del cigno.
Giorgio Cimbrico
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