Verderio e Chilà, azzurrini da record
27 Febbraio 2016A Padova gli azzurri collezionano record di categoria: U20 per Chilà 7,78 nel lungo e Verderio 54.14 nei 400, U18 per la pesista Giampietro (15,92) e Barontini (3:57.28 sui 1500). La Germania vince il Triangolare.
di Raul Leoni
La Germania vince il triangolare U20 di Padova, ma gli azzurrini festeggiano quattro nuovi limiti di categoria. Con 7,78 nel lungo, il reggino Gabriele Chilà migliora il primato juniores di 7,75 detenuto da Marcell Jacobs (2013), e Ilaria Verderio fissa il record dei 400m a un notevole 54.14. Per entrambi si tratta della terza prestazione mondiale stagionale U20. Dagli allievi arrivano altre due MPN U18, grazie alla pesista Sydney Giampietro (15,92 con l’attrezzo da 4kg) e al marchigiano Simone Barontini (3:57.28 sui 1500m). Avvicinano i primati di categoria anche Stefano Sottile (vincitore nell’alto con 2,22, poi tentativi falliti a 2,24: e Andrea Motta, secondo, manca di poco i 2,16 della MPN allievi), Matteo Capello (primo nell’asta con 5,10, prima di sbagliare la quota record di 5,32), Marta Zenoni (4:19.31 in un 1500 dominato dal primo all’ultimo metro), l’allievo Andrea Dallavalle (15,66, a quattro centimetri dalla MPN U18 del triplo). Nella giornata del primo successo della “serie” indoor al maschile per i francesi, le punte schierate dal Direttore Tecnico Stefano Baldini si esprimono al massimo livello, ma gli azzurri pagano sul piano complessivo la scarsa compattezza e qualche incidente di percorso (lo sprinter novità Nicholas Artuso squalificato per una “falsa” di 0.097 nella prima prova dei 60). La classifica generale: Germania 198, Francia 189, Italia 145; maschile: Francia 102, Germania 95, Italia 80; femminile: Germania 103, Francia 87, Italia 65.
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LE GARE DEL TRIANGOLARE JUNIORES
MASCHILI
4x200m: Imbattibile il quartetto tedesco, come già aveva detto la gara individuale: ma gli azzurri – Andrea Federici, Brayan Lopez, Diego Pettorossi, Fabio Pierotti – gettano anche il secondo posto con un paio di cambi avventurosi e una gestione tattica rivedibile: finisce così, Germania 1:26.58, Francia 1:28.05, Italia 1:28.46.
800m: Inutile nasconderselo, sui nostri due ragazzi le attese erano un tantino più corpose: fatto sta che Federico Mengozzi (1:54.77) e l’allievo Andrea Romani (1:57.85) restano in gara solo per metà gara su ritmi allegri ma non impossibili. Soprattutto il talento napoletano poteva cogliere l’occasione per migliorare ancora il suo limite italiano U18: ma, vista l’età, sono comunque esperienze sulle quali provare a crescere. Vittoria al francese Benjamin Robert (1:51.89).
60hs: Ostacolisti col cronometro nelle gambe, quelli tedeschi: anche qui finiscono pari al centesimo, Henrik Hannemann e Manuel Eitel (7.83), quindi c’è primo posto in condominio nella complessiva (15.63). In casa azzurra, invece, dopo il pari merito della prima prova, il debuttante Gabriele Crnigoj (8.10) ha almeno la soddisfazione di precedere il più esperto Nicola Cesca (8.16): però non meglio che quinto e sesto nel computo totale (16.19 e 16.25).
Asta: Dopo i tentativi di Stefano Sottile nell’alto, un altro giovane saltatore piemontese prova a subentrare nell’elenco dei primati juniores: Matteo Capello vince con 5.10 (quota dell’unico errore della sua giornata), poi tenta il 5.32 che toglierebbe il record italiano a Claudio Stecchi. Un terzo salto che avrebbe meritato miglior sorte chiude la gara dove Francesco Lama – dopo un passato da lunghista e un passaggio nelle prove multiple – sembra aver trovato la sua nuova strada: ma il secondo azzurro in pedana è sesto con 4.80, dopo una progressione sofferta. Quest’anno tre U20 sopra i cinque metri: non è un fatto consueto per la nostra scuola dell’asta, in cerca di un consolidamento.
60m: Quanto pesano quei tre millesimi di “falsa” nella prima prova! Nicholas Artuso si riscatta ampiamente con il secondo posto parziale (6.87), alle spalle del solito Amaury Golitin (6.73, miglior tempo di giornata, e 13.52 di totale). Peccato allora che il siciliano non entri nel vivo della classifica per la squalifica nel primo start, mentre Andrea Federici (6.89 e terzo nella prova B) è secondo nel ranking complessivo (13.74).
60hs: Una spanna sopra a tutti due tedeschi: il bronzo europeo di Eskilstuna, Henrik Hannemann, viene preceduto per questione di millesimi dal compagno di squadra Manuel Eitel (stesso tempo, 7.80): un po’ in ombra, rispetto alle belle volate tricolori di Ancona, i due azzurri (Gabriele Crnigoj e Nicola Cesca, entrambi 8.09, chiudono il gruppo). Per il riscatto attendiamo la seconda prova.
Triplo: Fioccano le misure oltre i 16 metri,merito dei due transalpini che si esaltano sull’ottima pedana di Padova: 16.41 e 16.34 a referto per Melvin Raffin e Martin Lamou. Arriva vicinissimo al suo primato allievi di Ancona Andrea Dallavalle: il piacentino fa 15.66 (contro il 15.70 dei Tricolori di categoria). In azzurro mancano i primi due della finale juniores, l’argento di Eskilstuna Tobia Bocchi e Fabio Camattari: alla prima uscita internazionale, Filippo Morseletto non incide come certo vorrebbe (13.89).
Peso: In partenza non c’è storia, troppo consistente il gap che divide la coppia tedesca dagli altri concorrenti: Cedric Trinemeyer si conferma in pieno, 19.75 di pregevole fattura.
I ragazzi in azzurro – con il campione italiano Leonardo Fabbri dirottato nel disco a Caorle - fanno il loro: con la soddisfazione del PB per il debuttante Mattia Castellazzi (16.67), mentre Simone Bruno ci arriva vicinissimo (16.54, a cinque centimetri dal suo migliore). Ma le caselle di destinazione sono ugualmente le ultime due.
60m: Doccia fredda sulle ambizioni azzurre, perché Nicholas Artuso paga la relativa inesperienza e va fuori per falsa partenza (rilevazione al limite, 0.097 allo sparo): il siciliano, gradita novità stagionale, poteva essere un’arma in più nel gioco di squadra. Per il momento è leader il francese Amaury Golitin, bronzo europeo della staffetta a Eskilstuna, volata vincente in 6.79: ma si difende molto bene il doppio figlio d’arte Andrea Federici, secondo nel rank provvisorio (6.85). Semplice allungo nella gara extra per i nostri staffettisti: Mario Marchei 7.13 e Fabio Pierotti 7.23.
Alto: Doppietta italiana e ci manca poco che il dato tecnico renda il tutto memorabile: nel giro di pochi minuti prima Andrea Motta “pela” i 2.16 della MPN allievi – il bergamasco è secondo con 2.12 – poi Stefano Sottile rischia l’impresa storica: vince col personale a 2.22 e i tentativi del nuovo primato italiano juniores, che poi è l’annoso 2.23 di Paolo Borghi (risalente al 1980 …), sono davvero pregevoli. Peccato che il campione mondiale di Cali non ritrovi in pedana il “paisà” italo-tedesco Remo Cagliesi (protagonista della finale colombiana): sarebbe stato uno stimolo in più per il talento di Borgosesia.
400m: Certe volte la generosità non paga: Vladimir Aceti percorre in salita l’ultimo rettilineo e rischia di perdere la seconda piazza, alle spalle del transalpino Jude Christine (48.00, dopo essere passato a 22.4 alla campana). Però il lombardo di origini russe salva il prezioso posto d’onore (48.09), mentre il piombinese Umberto Mezzaluna sfiora il suo PB con 48.26 (quarto).
1500m: I francesi dominano nella fase calda, vittoria a Yani Khelaf (3:49.60): ma i due azzurri, con le dovute proporzioni, non interpretano un ruolo banale. Intanto Simone Bernardi rimonta da quarto il tedesco Thilo Brill - una grinta che farà contento il DT Stefano Baldini – e poi manda a referto il suo miglior tempo della carriera indoor (3:52.67). E poi il “deb” Simone Barontini: chiude la fila, ma il ragazzo di Ancona con 3:57.28 stabilisce la MPN allievi sulla distanza (peraltro storicamente poco battuta: l’italo-marocchino Ouassim El Ammari aveva fatto quest’anno 3:56.99, ma il migliore della lista nazionale era il 3:59.1 di Francesco Micotti, risalente al lontano 1987).
200m: Parto laborioso per la classifica, visto che un problema tecnico tiene fermi sui blocchi per lunghi minuti i protagonisti della seconda serie: forse è anche questo che favorisce il successo del tedesco Felix Straub (21.56), partito nella prima. Fatto sta che i due azzurri si dividono la terza piazza nel sommario perché sia Diego Pettorossi sia Brayan Lopez firmano un 21.98 al traguardo.
Marcia 5000m: Il grande sconfitto è il francese Gabriel Bordier, solo terzo: invece vedono premiati i loro progressi il tedesco Leo Kopp (20:40.56) e il marchigiano Giacomo Brandi (20:43.24), entrambi al personale. Gara regolare,sul piede di 4:06.1-8:16.5.12:27.9 e 16:40.3: il secondo azzurro, un debuttante come Niccolò Coppini (toscano nato in Ucraina), chiude quarto in 21:47.39.
Lungo: Gabriele Chilà, reggino tesserato per la Cariri, è una delle grandi rivelazioni della stagione al coperto: il ragazzo calabrese cancella dalla lista dei primati juniores il 7.75 di Marcell Jacobs edizione 2013 e scala le liste mondiali dell’anno con 7.78 (alle spalle dello statunitense Grant Holloway, 7.91, e del nigeriano Fabian Edoki, 7.90). L’impresa arriva già al secondo turno, poi l’azzurro avverte un “pizzico” al polpaccio e – su indicazione dei tecnici – preferisce non forzare, rinunciando agli altri tentativi. Gara di buon livello complessivo, grazie anche al 7.60 del tedesco Bjorn-Ole Klehn: ma a Casa Italia si sorride per il terzo posto del sardo Andrea Pianti – tornato ai livelli di due stagioni or sono – che fa 7.33, piazzamento strappato al francese Valentin Charles per la quarta miglior misura (!). Le prime tre erano in fotocopia per entrambi: 7.33, 7.21 e 7.16. Da segnalare, fuori classifica, anche il 7.25 del veneto Gianluca Santuz, grande rivale di Pianti nelle stagioni allievi.
FEMMINILI
4x200m: I valori individuali avevano già evidenziato gli esiti della staffetta: lotta a due tra Francia e Germania (1:36.84 a 1:37.17), con le azzurre dietro fin dal primo cambio (1:38.94 al traguardo). Nel quartetto Sofia Bonicalza, Elisabetta Vandi, Alessia Niotta e Desola Oki, l’allieva che ha lasciato una possibile corsia negli ostacoli per interpretare una frazione piacevolmente volitiva.
Triplo: Un po’ di nostalgia per alcune memorabili interpretazioni delle azzurre Ottavia Cestonaro, Francesca Lanciano e Benedetta Cuneo nelle passate edizioni del triangolare: qui non c’è una vera protagonista nemmeno da Francia e Germania, tanto che il successo arride alla tedesca Stefanie Aeschlimann con un 12.96 che non provoca particolari brividi. Anche la coppia italiana, senza ambizioni che non fossero finalizzate ad un progresso personale, si adegua al clima generale: Valentina Kalmykova e Alessia Beretta chiudono il gruppo, 12.30 per entrambe.
800m: La buona notizia è che Elena Bellò è tornata quella della finale olimpica giovanile di Nanchino: la vicentina delle Fiamme Azzurre resta in lotta per la vittoria fino all’ultimo metro e abbatte il PB al coperto del 2014 con 2:07.93. Peccato solo che si rialzi all’ultima falcata, vedendosi battuta da Alina Amann (2:07.42), perché così lascia il secondo posto all’altra tedesca Staub per l’inezia di un centesimo.
Personale indoor anche per la seconda azzurra, Gaia Tarsi (2:13.75), transitata nel mezzofondo dopo aver coltivato anche le prove multiple.
60hs: La più in palla oggi è sempre Ilionis Guillaume, seconda volata vincente (8.41) e 16.80 nel totale. La veneta di origini ghanesi Abigail Gyedu guadagna una posizione, grazie al terzo posto (8.56, appaiata all’eptatleta Maihofer) e al totale di 17.13. Non è giornata per Elisa Di Lazzaro, ancora ultima (8.81, sesta con 17.68 nel sommario).
60m: Due ragazzine classe ’99 davanti a tutte, una è la colored tedesca Keshia Kwadwo (7.47 e 14.98 nella combinata), ma l’altra è in maglia azzurra, Camilla Maestrini (7.64, a 2/100 dal PB, e 15.30 nel totale). Terzo posto parziale per Emma Girardello,7.66: la veneta strappa la quarta piazza nel summary (15.36). Ben fatto, considerate le premesse.
60hs: Qui ci sono interpreti di buon livello internazionale, ma solo la francese Ilionis Guillaume riesce ad esprimersi pienamente ai suoi livelli e ora è in testa con 8.39 nella prima volata. L’azzurra Abigail Gyedu si difende con l’8.57 che vale il quarto posto provvisorio, mentre la triestina trapiantata a Fidenza Elisa Di Lazzaro non riesce a trovare il giusto ritmo sulle barriere e chiude sesta (modesto 8.87). Seconda fatica di giornata dopo il lungo per la tedesca Abigail Adjei (8.61), mentre la quarta dell’eptathlon mondiale allievi di Cali, Lisa Maihofer, offre il suo contributo alla causa con 8.65.
60m: La prima prova mette in mostra il talento di Keshia Kwadwo, tedesca classe ’99 che di certo sarà protagonista in luglio agli Europei di Tbilisi: vanta 7.36 e sul rettilineo padovano domina il campo con 7.51. Il resto sembra ancora tutto in gioco, in attesa del secondo start: si difende molto bene l’allieva lombarda Camilla Maestrini (terza con 7.66), mentre la rodigina Emma Girardello è al momento quinta (7.70). Nella serie extra sono impegnate le staffettiste Alessia Niotta ed Elisabetta Vandi (7.81 e 7.82).
400m: Secondo colpo d’ala consecutivo per le ragazze azzurre e arriva un altro highlight del pomeriggio padovano: primato juniores per Ilaria Verderio, 54.14 (al momento terza junior al mondo), frutto di una interpretazione da manuale della neo-fiamme gialla. Le rivali, di discreta caratura, risultano annichilite e quindi il terzo posto di Rebecca Borga (55.89) è da accogliere con soddisfazione per le sorti della classifica. Per la cronaca Ilaria deteneva già la MPN allieve con il 54.50 del precedente triangolare di Lione 2015: e ora, transitata nella categoria juniores, toglie dall’albo d’oro il nome di Alexia Obertsolz (54.64 nel 1999).
1500m: Un copione collaudato per Marta Zenoni: pronti, via e cavalcata in solitaria. Con ogni probabilità sarebbe andata diversamente se al via ci fosse stata anche Konstanze Klosterhalfen, la tedesca che sfiderà ad armi pari le africane ai Mondiali juniores di Bydgoszcz: ma l’azzurra è di due classi più giovane e quindi la prospettiva deve adeguarsi agli Europei allievi di Tbilisi. Poco da dire, fino al chilometro – sul piede dei 2:50.0 - la bergamasca è ancora in linea per migliorare la sua MPN U18 (e anche U20): poi il display dice 4:19.31, a circa tre secondi dal limite italiano. Si difende bene per quasi tutta la gara anche Chiara Ferdani, poi quinta in 4:32.96 nella bagarre finale.
Lungo: Magari la “capitana” Beatrice Fiorese sperava di bagnare i suoi gradi con una vittoria, difficile ma alla sua portata: invece la vicentina non è in giornata e chiude sesta (5.91), litigando con la pedana. Meglio di lei fa la l’esordiente Chiara Proverbio, varesina di Uboldo: il 6.00 del secondo turno è il migliore della sua carriera (quarta). Incrementa le sue credenziali la francese Hilary Kpatcha, che salta un 6.24 alla fine vincente: battuta la favorita Abigail Adjei, la tedesca che più tardi dovremmo vedere sugli ostacoli.
Asta: Francesi e tedesche volteggiano solitamente al di là dei quattro metri e quindi le prime piazze della classifica sono una questione tra le ragazze ospiti: doppietta tedesca con Tina Rother che va oltre i suoi limiti (4.10 alla seconda prova). Le nostre, Alissa Sverzut e Virginia Scardanzan, sono rispettivamente quinta e sesta, 3.65 per entrambe.
200m: Non è questa la gara che può far risalire le quotazioni della squadra italiana, gli accrediti parlano chiaro: la migliore delle due serie è la francese Estelle Raffai (24.17) e le azzurre interpretano lo stesso copione, entrambe terze in 24.68. Il che significa – per le due lombarde Daniela Tassani e Sofia Bonicalza – dividersi alla pari le ultime due piazze della classifica complessiva: per Sofia è nuovo PB.
Alto: La transalpina Nawal Meniker, argento europeo a Eskilstuna, fa lo stagionale a 1.86, anche se poi fallisce i tre tentativi al nuovo PB di 1.89: e la tedesca Meike Reimer nobilita la pedana eguagliandosi a 1.84. Contesto difficile per le due azzurre (entrambe primo anno di categoria), che chiudono la classifica: quinta Nicole Arduini e sesta Erica Marchetti, entrambe con 1.76.
Marcia 3000m: Doppietta tedesca e non è una gran sorpresa, a vedere gli accrediti di partenza: Emilia Lehmeyer e Teresa Zurek si avvicendano in testa e chiudono appaiate (13:51,46 e 13:52.19). Una semiesordiente e una debuttante assoluta in maglia azzurra, entrambe toscane: la fiorentina Giada Ciabini sigla il primo “meno 14” della carriera, mentre la grossetana Giulia Panconi onora comunque la sua prima nazionale finendo vicina al proprio recentissimo PB (14:20.40).
Peso: Subito in avvio di match un gran risultato dalla pedana del peso: Sydney Giampietro, pur reduce da un problema alla caviglia, sfrutta il suo grande braccio e si migliora a 15.92, quarto lancio. La milanese non solo straccia la MPN allieve con l’attrezzo da 4kg (dal 15.38 di Magglingen), ma supera Chiara Rosa nelle liste U20 e ora è terza di sempre (dopo Assunta Legnante e Cinzia Petrucci, poi entrambe primatiste assolute). Naturalmente la categoria lancia con il 3kg, ma – per quello che può valere – con la palla pesante si tratta della seconda miglior misura stagionale U18 (dopo il 16.59 dell’americana Alyssa Wilson). L’azzurra è seconda dietro la tedesca Alina Kenzel (16.77), una che ha già flirtato con la fettuccia dei 17 metri e in estate lotterà probabilmente per il titolo mondiale a Bydgoszcz. Quinta Marta Baruffini (13.10).
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