Verso Parigi: test per la staffetta di marcia
05 Dicembre 2023Studiare, capire, farsi trovare pronti alla novità. Analizzare nel dettaglio, scandagliare ogni segreto della nuova staffetta mista di marcia sulla distanza di maratona, la prova inedita che sarà introdotta per la prima volta nel programma a cinque cerchi alle Olimpiadi di Parigi. La formula è semplice: un uomo e una donna della stessa nazione che percorrono due frazioni a testa, alternate, per un totale di 42,195 km. In sostanza, ogni atleta marcia per poco più di dieci chilometri, poi passa il ‘testimone’ ideale al compagno di squadra e attende che sia di nuovo il proprio turno. Ma che ritmo scegliere? Come distribuire lo sforzo? Come alimentarsi durante la sosta? Per cominciare a rispondere scientificamente a tutte le domande sollevate da una specialità ancora inesplorata, il team azzurro ha condotto quattro giornate di test a Castelporziano (Roma) sulla pista del Centro sportivo della Guardia di Finanza, e nelle strade adiacenti, simulando la gara con gli atleti della Nazionale tra cui i campioni olimpici della 20 km Antonella Palmisano e Massimo Stano. “È stato un grande laboratorio a cielo aperto - le parole del direttore tecnico Antonio La Torre -. Come già fatto prima delle Olimpiadi di Tokyo quando abbiamo studiato l’adattamento al fuso orario del Giappone, l’umidità, il sonno, e molti altri aspetti, anche in questa occasione cerchiamo di approfondire e sperimentare il più possibile. In questo senso è fondamentale la sinergia con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI diretto da Giampiero Pastore, che sta venendo incontro a tutte le nostre richieste, insieme al medico federale Maria Rosaria Squeo che ha condiviso l’elaborazione del progetto”.
Al lavoro c’è un’equipe di esperti del gruppo valutazione e ricerca composto da Stefano Serranò e Marco Tengattini, Stefano Righetti medico per gli aspetti fisiologici, Gaspare Pavei (biomeccanica), Gennaro Boccia (valutazione neuromuscolare), Jacopo Vitale (sonno), in campo insieme agli esperti dell’Istituto Andrea Di Castro e Nicolò Brigati per realizzare un protocollo di valutazione che definisca l’impegno metabolico e l’andamento cinematico del passo di marcia di ciascun atleta. Tutti i dati raccolti grazie al metabolimetro (la ‘maschera’ che permette di valutare il consumo di ossigeno), o con il test del lattato e l’optojump, saranno studiati a fondo e daranno informazioni utili per il primo impegno in una gara vera e propria, in calendario per il 21 gennaio a Modugno (Bari). “In quell’occasione raccoglieremo indicazioni serie sulla composizione delle tre squadre azzurre che parteciperanno ai Mondiali di marcia di Antalya il 21 aprile, dove si qualificheranno ventidue staffette per i Giochi - ricorda La Torre - Ogni nazione ne potrà qualificare al massimo due, e noi proveremo a farlo”.
Oltre a Stano e Palmisano, al raduno azzurro hanno partecipato molti atleti di punta del gruppo-marcia: Francesco Fortunato, Andrea Cosi, Riccardo Orsoni, Andrea Agrusti, Valentina Trapletti, Alexandrina Mihai, Federica Curiazzi, Sara Vitiello. Tutti pronti a guadagnarsi una maglia azzurra e protagonisti dei test. “Con il metabolimetro - spiega il DT La Torre - indossato dagli atleti nei primi 3 km e negli ultimi 3 km di ogni frazione, riusciamo a valutare quanto stanno spendendo e quale ‘benzina’ stanno consumando. In base a quello, si può tarare la velocità a cui sostenere la prova e le varie strategie. Tema importante è anche il recupero tra una frazione e l’altra: per ora abbiamo lasciato che i marciatori rimanessero fermi e abbiamo studiato l’integrazione dei carboidrati, facendoli bere dalla borraccia con un timing preciso. La sfida è cercare di capire e intercettare rapidamente il contributo che la scienza dello sport sta dando. Noi gareggiamo con le nostre armi di conoscenza e creatività”.
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