Vicaut, turbo sprinter d'Europa

05 Luglio 2015

Il francese ieri a Parigi ha corso i 100 metri in 9.86: eguagliato il record europeo di Francis Obikwelu che resiste da 11 anni

di Giorgio Cimbrico

Allo Stade de France non hanno avuto Bolt, hanno assistito alle sconfitte di Renaud Lavillenie e di Pascal Martinot Lagarde, ma alla fine in 60.000 hanno potuto delirare per Jimmy Vicaut, nato non lontano dallo stadione,  a Bondy, dipartimento della Senna-St Denis, 23 anni, un perfetto cocktail di sangue ivoriano (mamma) e francese da parte paterna, proprio come Thierry Dusautoir, capitano della Francia di rugby. “Vicaut infiamma Parigi”, titola l’Equipe. Ricorda un libro e un film di successo di tanti anni fa: Parigi brucia? In questo caso, senza punto interrogativo. Con il 9”86 strappato alle spalle di uno dei grandi vecchi dello sprint (9”81 per il prolifico Asafa Powell, 88esima volta sotto i 10” e 42esima sotto i 9”90: “Jimmy mi ha detto che l’ho aiutato. Se è così, sono felice di averlo fatto”), Vicaut migliora di sei centesimi il record nazionale, affianca Carl Lewis nella all time e soprattutto eguaglia il record europeo di chi aveva radici africane tutte intere, Francis Obikwelu, nigeriano trapiantato in Portogallo, per cui raccolse molto, a cominciare da un argento olimpico, e successivamente in Spagna.

Il francese ha saputo segnalarsi sin dalla più giovane età e può ancora vantare di essere il secondo junior della storia, dopo Darrel Brown, ad aver avuto accesso a un finale mondiale, una gara storica, se vogliamo, quella di Daegu 2011 e della fatale falsa di Usain Bolt che vide così spezzarsi il percorso netto che aveva avviato da Pechino 2008. Lui finì sesto, preceduto (quarto) da Christophe Lemaitre che in quella stagione e in Corea visse i suoi momenti più alti. Entrambi tornarono a casa con l’argento della staffetta.

Campione europeo dei 60 a Goteborg, Jimmy è sceso a 9”95 nel 2013, ma a Mosca non ha combinato molto: fuori dalle due finali individuali (10”01 in semifinale non bastò) e anche da quella della staffetta L’anno scorso, 9”95 a maggio: a seguire infortunio e Europei mancati. Ora l’acuto parigino che lo spedisce al quarto posto della graduatoria dell’anno, a fianco di Keston Bledman, e dietro a Justin Gatlin, Asafa Powell e Trayvon Bromell. A Pechino potrà dire la sua: nella fase lanciata è stato impressionante. Una sanguisuga, ha scritto l’Equipe. L’immagine lo ripropone mentre a Powell non cede niente, tutt’altro.

Per illustrare con un po’ di parole la lista che trovate qui sotto, resta da dire che può rappresentare, più che una graduatoria sedimentata negli eventi, una storia stessa, non necessariamente atletica o sportiva, del Vecchio Continente. Vi figurano ancora atleti indigeni (il polacco Marian Woronin e Pietro Mennea a trent’anni abbondanti dai loro exploit) oltre a chi (il savoiardo Christophe Lemaitre) ottenne l’etichetta di “speranza bianca” quando superò, primo e unico, la soglia iniziatica dei 10”.

Accanto a loro, chi giunse bambino dall’altra parte dell’Atlantico (Linford Christie, giamaicano di St Andrew) o chi francese o britannico è a tutti gli effetti, di seconda o terza generazione. Fanno eccezione l’olandese Churandy Martina, un passato con le Antille Olandesi sinché quelle isole non sono diventate territorio metropolitano orange, e il gambiano-norvegese Jaysuma Saidy Ndure. La new entry, in tuti i sensi, è rappresentata da Adam Gemili, primo sprinter offerto dal mondo arabo.

Lista europea all-time dei 100 metri
9”86 Francis Obikwelu (POR) 2004
9”86 Jimmy Vicaut (FRA) 2015
9”87 Linford Christie (GBR) 1993
9”91 Churandy Martina (NED) 2012
9”91 James Dasaolu (GBR) 2013
9”92 Christophe Lemaitre (FRA) 2011
9”96 Chijindu Ujah (GBR) 2014
9"97 Dwain Chambers (GBR) 1999
9”97 Mark Lewis Francis (GBR) 2001
9”97 Adam Gemili (GBR) 2015
9”98 Jason Gardener (GBR) 1999
9”99 Ronald Pognon (FRA) 2005
9”99 Jaysuma Saidy Ndure (NOR) 2011
10”00 Marian Woronin (POL) 1984
10”01 Pietro Mennea (ITA) 1979



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