Visca&Verderio: ''L'atletica è divertimento''

18 Marzo 2019

Le atlete delle Fiamme Gialle si raccontano al Tre Fontane e allo stadio dei Marmi per il progetto "A scuola con gli azzurri"

Altre due storie per “A scuola con gli azzurri”. Le atlete delle Fiamme Gialle Carolina Visca e Ilaria Verderio hanno incontrato i giovani delle scuole di atletica delle Tre Fontane e dello stadio dei Marmi. Giavellottista la Visca, vicecampionessa europea juniores a Grosseto 2017 e primatista nazionale under 20; specialista dei 400 e del giro di pista con ostacoli la Verderio, più volte azzurrina. In questa intervista doppia scopriamo meglio chi sono, dentro e fuori la pista.

Che atlete siete e che hobby avete?

Carolina Visca. Sono un’atleta del Gruppo sportivo della Guardia di Finanza che ha fatto molte gare a livello nazionale e internazionale. Ho iniziato da piccola con la corsa e le campestri e poi il vortex che era la specialità che preferivo. I miei hobby sono, oltre all’atletica, la mia più grande passione, suonare e disegnare, che è poi il motivo per cui ho scelto di studiare al liceo artistico.

Ilaria Verderio. Una ragazza semplice come quelle della mia età. Sono di Trezzano Rosa, un piccolo paese vicino Milano e sono nata il 22/04/1998. Ho iniziato a fare atletica da piccolina, mi sono appassionata a tal punto che non l’ho più lasciata e ho deciso di metterla al primo posto dedicandomici a pieno. Un hobby in particolare non ce l’ho, quando non mi alleno e non studio preferisco riposarmi e magari, se riesco a tornare a casa, mi piace stare con i miei amici.

 

Che rapporto avete con i vostri allenatori?

C. Il mio allenatore è mio padre Alberto, con lui ho un rapporto molto stretto. Ogni giorno condividiamo sia una parte più pratica sul campo che una parte più “teorica” che è fondamentale, così a scuola come nella vita, per salire sempre di livello. Fin da piccola mi ha allenato lui e mi trovo molto bene quindi andiamo avanti così.

I. Ultimamente, da quando mi sono trasferita a Roma, ad ottobre scorso, ho cambiato allenatore. Prima c’era Paolo Prestipino, con il quale ho iniziato la mia carriera sportiva con l’Atletica Cernusco, successivamente sono passata all’Atletica Gessate e poi sono tornata a Cernusco con la Pro Sesto.

Adesso sono nelle Fiamme Gialle e devo dire che mi sto trovando molto bene con l’attuale allenatore.

 

Che ruolo ha il gruppo in uno sport individuale come l’atletica?

C. Sicuramente fare gruppo nelle fasi iniziali e nelle categorie giovanili aiuta a creare una stabilità e una competizione che serve per dare più vitalità, ma anche in seguito, da grandi, sentirsi parte di una squadra, ad esempio nazionale, dà quel qualcosa in più. 

I. Il gruppo ha un ruolo molto importante, soprattutto nel momento in cui ci sono le staffette e ci si aiuta l’un l’altra, ci si dà forza e sostegno reciproco. Il gruppo ci può aiutare nei momenti difficili, anche durante gli allenamenti, ma alla fine in gara ci sei sempre tu contro te stesso, determinato a battere un nuovo record.

 

Qual è stato il momento più emozionante della vostra carriera?

C. È stata la mia prima nazionale nel 2015 a Tbilisi per gli EYOF, il festival olimpico della gioventù europea, una manifestazione che prevede tantissimi sport diversi, dove ho vinto l’oro con 60,09.

I. Sicuramente il primato italiano di categoria, che ho fatto in occasione dei campionati mondiali under 18 nel 2015 a Cali, Colombia, durante la finale dei 400hs conclusa con 57.75 ho ottenuto il quarto posto; inizialmente, ad essere sincera, ero  un po' delusa ma ora la ricordo come un’emozione unica, ero incredula confusa ma felicissima. Un altro momento importante è avere ottenuto il primato nazionale allieve dei 400m con il tempo di 53.86, che mi ha permesso di battere il record italiano, rimasto imbattuto per ben 33 anni.

 

Il momento più complicato invece?

C. Di momenti complicati ce ne sono stati tanti ma siamo riusciti sempre a superarli. La carriera di uno sportivo non è una linea retta in continua ascesa ma ci sono alti e bassi, ma servono anche questi momenti per fermarsi a ragionare e ripartire sempre al meglio.

I. Il momento più complicato è stato senza dubbi la frattura dello scafoide, un brutto infortunio che mi ha tenuto bloccata per un lungo periodo. Adesso mi sto impegnando per tornare alla forma fisica che avevo.

Purtroppo questo incidente ha messo a dura prova le mie condizioni fisiche e psicologiche.

 

Il vostro atleta preferito, il modello a cui vi ispirate?

C. Fin da piccola ho come modello e atleta preferito Jan Železný, detentore tutt’ora del record mondiale maschile del giavellotto (98,48); mi ispiro a lui per la sua carriera così brillante che è un esempio per molti tra noi giavellottisti.

I. Da piccola c’era Allyson Felix, che adoravo,  poi un altro punto di riferimento è Fabrizio Mori, lui è il modello a cui mi ispiro in assoluto.

 

Obiettivi per il 2019?

C. Per il 2019 puntiamo ai prossimi campionati italiani e ovviamente come obiettivo principale abbiamo i campionati europei under 20 che si svolgeranno in Svezia a Boras a luglio.

I. L’obiettivo principale è prepararmi al meglio per le prossime gare in programma, campionati italiani ed Europei.

 

La vostra seduta di allenamento preferita?

C. Innanzitutto con il caldo e il sole! In particolare poi preferisco la parte di lavoro sulla tecnica di lancio.

I. Mi piacciono molto le sedute aerobiche in cui si fanno prove non troppo veloci e con recuperi brevi, faticose sì, ma sono quelle che mi riescono meglio rispetto invece agli allenamenti mirati alla velocità.

 

Ci raccontate un aneddoto divertente di qualche trasferta di gare?

C. Ce ne sono stati tanti, per cui è difficile ricordarne uno in particolare; durante ogni gara succede qualcosa di particolare. Alla fine però ogni gara e l’atletica in generale è tutta un divertimento.

I. Ah sì! Ne ho uno bellissimo che devo raccontarvi assolutamente: durante la trasferta a Cali, per i mondiali, avevamo il ritrovo per la navetta che ci avrebbe portato allo stadio alle 10,30. Io ed una mia compagna ci siamo presentate alle 11,00. Ovviamente non c’era un’altra navetta disponibile, quindi prese dal panico siamo andate subito alla reception dell’hotel, parlando in spagnolo e inglese, cercando di farci capire. Per fortuna ci hanno trovato un taxi che ci ha portato subito allo stadio. Gli allenatori si sono preoccupati ma alla fine fortunatamente siamo arrivate in tempo per prepararci alla gara.

 

Cosa consiglieresti ai ragazzi che si avvicinano adesso all’atletica leggera? 

C. Di praticare sempre tutte le discipline per sentire qual è la specialità che si preferisce. Ogni bambino ha un talento specifico che spesso è nascosto e si fa fatica ad individuare ma le discipline dell’atletica sono tante e c’è spazio per tutti. 

I. Il primo consiglio che do è di divertirsi, quando si è piccoli l’atletica va affrontata come un divertimento e un gioco, poi ovviamente bisogna studiare e cercare di far conciliare l'allenamento con lo studio. Quando si è più grandi, si può iniziare a fissare un obiettivo da raggiungere con impegno, costanza e determinazione. Se intraprendi un percorso che ti piace, riesci a portarlo avanti con passione perché ti fa stare bene e perché ti diverte.

 

di Priscilla Carlini e Giorgia Attioli



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