Weekend con la Coppa, Howe sfida il mondo



Con i suoi 21 anni compiuti in maggio, sarà il più giovane componente della selezione europea. E riporterà l'azzurro in Coppa del Mondo dopo otto anni di assenza (gli ultimi furno Vaccari, Saber e Lambruschini nell'edizione di Johannesburg 1998). Andrew Howe è pronto per l'assalto alla competizione iridata a squadre, versione planetaria della Coppa Europa ideata da Bruno Zauli, in programma nel fine settimana. Sabato sera, allo stadio olimpico di Atene, vestirà la mitica maglia bianca con la "E" sul petto, indossata da pochissimi italiani (venti uomini, compresi gli staffettisti, e tre donne) prima di lui. Da campione d'Europa, affronterà il meglio del salto in lungo, a caccia di un successo nella manifestazione che in passato è stato colto solo da Totò Antibo (acadde nei 10.000 metri di Barcellona 1989). Howe si è preparato al meglio. Ha sfoltito l'agenda degli appuntamenti, cancellando anche la finale del Grand prix di Stoccarda dello scorso fine settimana, per la quale aveva ottenuto un meritatissimo diritto di partecipazione. L'obiettivo, restituire completa efficienza all'arto di stacco uscito malconcio dal meeting di Rieti, e messo a dura prova, in seguito, anche dall'esordio stagionale nei 100 metri del Terra Sarda (premiato comunque dal nuovo personale di 10.27). In Grecia troverà i migliori: il ghanese Gaisah, il panamense Saladino, il saudita Al Kuwailidi, ma anche i sempre pericolosi Tsatoumas (Grecia), Sdiri (Francia) e Gataullin (Russia); a conti fatti, mancherà solo lo statunitense Phillips, per completare il Gotha contemporaneo della specialità. Insomma: non saranno saldi di fine stagione, c'è da giurarci, per di più sulla pedana "atomica" dell'Olimpico, una delle più reattive in circolazione. Poi, lunedì, il ritorno a Roma, dove, nel pomeriggio, l'azzurro sarà protagonista della cerimonia in programma al Quirinale per l'apertura ufficiale dell'anno scolastico. Non solo Howe, però. Ad Atene, nel fine settimana, sarà in gara anche un altro italiano, il bravissimo Andrea Barberi, che coronerà così quella che è fin troppo facile definire la sua miglior stagione di sempre. La finale europea, il record italiano di 45.19 (giunto dopo l'attesa di quasi 25 anni dal 45.26 di Zuliani), e ora la frazione della 4x400 continentale (con i polacchi Dabrowski e Wieruszewski, e il tedesco Gaba). Domenica sera Andrea ha festeggiato questi successi nella sua S. Gregorio da Sassola (provincia di Roma), nel corso di una serata che ha coinvolto anche ospiti del calibro di Pietro Mennea (precursore, tra l'altro, delle presenza italiane in Coppa del Mondo, con la partecipazione nell'edizione di Dusseldorf 1977). Ma non c'è da temere che la baldoria possa guastare l'appuntamento con Atene: il romano giura di avere ancora energie da spendere. C'è da credergli. Uno così, abituato a parlare poco e a far parlare soprattutto i fatti, merita fiducia. m.s. File allegati:
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