Zurigo, Lyles ispira anche con il giallo
09 Luglio 2020È un’atletica ispirata a una storia vera. E ogni riferimento a fatti o persone non è puramente casuale. Agli Inspiration Games di Zurigo (pardon, di 7 location tra Stati Uniti ed Europa, con il tempio del Letzigrund di Zurigo come hub) ci si può lasciar ispirare soprattutto da una stella come Noah Lyles e dal brivido che regala sui 200 metri, che poi non si riveleranno duecento, ma soltanto 185. Lo spieghiamo: il fenomenale statunitense campione del mondo, in gara in solitaria a Bradenton, in Florida, stampa un 18.90 che, come evidente, qualora fosse vero, avrebbe del sensazionale ma che è soltanto frutto del posizionamento su una linea di partenza che non è quella giusta, e che gli accorcia lo sprint di una quindicina di metri. “Non potete giocare così con le mie emozioni”, cinguetta dispiaciuto su Twitter il 22enne che dà sempre spettacolo. E come fonte d’ispirazione, non era affatto male quel tempo con -3.7 di vento che resta comunque segnalato nei risultati ufficiali ma con l’indicazione di "shorter distance" (per la cronaca i 200 li vince Christophe Lemaitre in 20.65 e vento nullo, 20.81 Churandy Martina). Le emozioni del mitico Weltklasse, nell’attesa che l’abbraccio collettivo dell’atletica torni fisico e non più virtuale, si trasformano via streaming nella seconda esibizione-evento della Diamond League 2020 con un tentativo di format che è un’ulteriore evoluzione degli Impossible Games di Oslo. Una trentina di big mondiali, tre squadre (successo alla selezione del Nord America con 20 punti dinanzi all’Europa a 17 e al Team World con 9), otto specialità, sette località a spalancare le porte alla versione 4.0, o anche di più, di questo sport.
TRE FINESTRE - Lo show è soprattutto televisivo, è un’opera laboriosa di regia e montaggio, con tanto di backstage e interviste alle star, e lo schermo è diviso in tre finestre quando miss 6 ori olimpici e 13 titoli mondiali Allyson Felix da Walnut, California, passeggia nei 150 in 16.81 contro un muro di vento (-2.6), “affiancata” a distanza dalla bahamense Shaunae Miller-Uibo collegata da una Bradenton altrettanto ventosa (17.15, -2.5) e da Mujinga Kambundji a Zurigo (17.28, +0.3), di fronte a un mix di pubblico vero e cartonati sugli spalti. È spalla a spalla, invece, il confronto nelle rispolverate 100 yards dominato dal canadese Andre De Grasse in 9.68 senza il favore di Eolo a Bradenton (-3.4) al cospetto del francese Jimmy Vicaut (9.72) e dell’ostacolista giamaicano campione olimpico Omar McLeod (9.87). Gli ostacoli, i 300hs, si corrono senza l’annunciata primatista del mondo Dalilah Muhammad, rimpiazzata dall’altra statunitense Georganne Moline alla migliore prestazione mondiale stagionale in 39.08, meglio della svizzera Lea Sprunger (39.25) e della ceca Zuzana Hejnova (40.97) penalizzata dalla pioggia e dai 18 gradi di Papendal (Olanda). Quando è il tempo di sperimentare, allora bisogna farlo per bene: tre staffettiste invece di quattro per una curiosa 3x100, vinta dagli Stati Uniti di Candace Hill, Tianna Bartoletta e Allyson Felix in 32.25.
SALTI - Sam Kendricks è un habitué delle gare virtuali, protagonista del primo, l’originale, Ultimate Garden Clash dell’asta con Lavillenie e Duplantis. Qui incontra un Lavillenie, ma è il fratellino Valentin, subito fuori a 5,36, e un fuoriclasse come il polacco bronzo mondiale Piotr Lisek (5,66 a Karlstad, Svezia). Anche il campione iridato Kendricks non si esalta ma piazza comunque un discreto (per il suo talento) 5,81 al primo assalto. È da rivedere la condizione della greca già campionessa di tutto Katerina Stefanidi, fuori alla misura d’ingresso di 4,46, saltata invece dalla svedese Angelica Bengtsson, a cui però risulta fatale il 4,56 sulla pedana. Via libera, quindi, per la statunitense Sandi Morris che comunque non fa meglio di 4,66 con tre “x” dieci centimetri più su. Nel triplo, il portoghese ex cubano Pedro Pablo Pichardo salta di fronte a qualche spettatore ben distanziato a Lisbona e atterra a 17,40 sostenuto da vento oltre il consentito (+2.3, anche 17,17 con vento regolare), brezza che supporta anche Christian Taylor ma senza farlo volare (17,27, +4.2) e di poco sopra i diciassette metri finisce l’altro Usa Omar Craddock (17,04, +0.3).
naz.orl.
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