“Istanbul, cuore ed energia”: parlano gli azzurri
01 Marzo 2023Scoprire la pista e le pedane, orientarsi tra il campo gara dell’Atakoy Arena e l’area di riscaldamento della Sinan Erdem Dome, votata solitamente al basket, ‘casa’ dell’Efes. Concentrarsi. Non perdere il focus sull’obiettivo. Memorizzare progressioni, misure di qualificazione. Attendere la composizione delle batterie. Salutare gli atleti delle altre nazioni, e poi i selfie di rito, la foto da postare sui social. È la vigilia degli azzurri agli Europei indoor di Istanbul, edizione n. 37: in mattinata una buona parte della squadra si è allenata nell’impianto che dal pomeriggio di giovedì ospiterà la rassegna continentale. Con 16 azzurri già pronti al debutto nella prima sessione (attese in serata le startlist). Se Marcell Jacobs è il leader tra gli uomini, la donna più blasonata è certamente Elena Vallortigara, splendido bronzo mondiale del salto in alto a Eugene nella scorsa estate. Sarà tra i primissimi azzurri ad entrare in azione, giovedì alle 17.05, alla ricerca della finale di domenica mattina. “Come sempre c’è una qualificazione da superare, quella che io chiamo la giungla: non sarà semplice, siamo in diciotto e ne passano otto (accesso diretto a 1,94, ndr). Sarà già uno step impegnativo. Se si ‘sopravvive’, in finale vorrò dare tutto quello che ho, proprio come a Eugene”. La condizione è in crescita, e spicca soprattutto l’1,95 di Banska Bystrica: “Sì, fin qui è stato un inverno altalenante, ma le cose stanno migliorando. Gara dopo gara sono cresciuta di testa, ho cambiato un po’ il ‘mindset’ e ho recuperato energie fisiche e nervose. A Banska sono riuscita a dimostrare che valgo molto. Mi sento onorata di essere considerata una delle leader di questa Nazionale. Mi piace questa squadra, penso sia davvero un bel gruppo e ci sia tanta voglia di fare bene”. La strada verso la finale: 1,76-1,82-1,87-1,91-1,94.
Entrando all’Atakoy Arena, Leonardo Fabbri mette subito piede in pedana, dove nel pomeriggio di giovedì inizierà la sua avventura con la qualificazione (misura di accesso diretto alla finale fissata a 21,20): “Sensazioni molto positive, è bella e sembra anche che abbia un buon ‘grip’, una buona tenuta. L’atletica si fa qui, in questi eventi: bisognerà metterci tutto il cuore e l’energia per portare qualcosa che all’Italia manca da molto molto tempo”. L’ultimo podio azzurro al maschile nel peso (e che podio) è la medaglia d’oro di Paolo Dal Soglio, suo attuale coach, a Stoccolma nel 1996. Si sogna, ma non si dice. “L’obiettivo è lanciare più lontano del 21,60 di Ancona - continua Fabbri - ho fatto quattro gare in progressione nelle scorse settimane (21,33, 21,49, 21,53 e appunto 21,60), speriamo di fare anche la quinta. Non penso di aver mai lanciato con questa regolarità, la media è altissima e mi ha dato la fiducia che serve per affrontare gli Europei indoor”. Se gli chiedete chi sia il suo avversario principale, risponde deciso: “Me stesso. Soltanto pensando a me e non agli altri posso lanciare lontano. Sarà comunque una bella battaglia, con il croato Filip Mihaljevic che mi sembra il più tosto, con il ceco Stanek, con Zane Weir. Io, Zane e Nick Ponzio: finalmente tre pesisti azzurri che possono dire la loro a livello internazionale. Penso sia il massimo per chi guarda da casa”.
Non era affatto scontato ritrovare un Claudio Stecchi così in forma, dopo un anno e mezzo di assenza dalle gare. Anche Stecchi, come l’altro fiorentino Fabbri, si presenta in Turchia con quattro gare sempre in ascesa da gennaio in poi, 5,55 a Sabadell, 5,70 a Lodz, 5,72 a Torun e poi il 5,82 di Liévin con cui ha pareggiato il primato italiano indoor dell’asta di Giuseppe Gibilisco, al suo fianco nella veste di allenatore: “Un ritorno a gamba tesa - lo definisce Stecchi, in gara sabato - fa una bellissima impressione rimettersi indosso la maglia azzurra. Ho eguagliato il record ma in due siamo troppi (sorride, ndr), uno deve scendere”. Chissà che non accada proprio a Istanbul: “Noi siamo qui per divertirci. Dopo una bellissima stagione indoor, che finalmente mi ha ridato qualche soddisfazione, sono qua per continuare a dare il massimo. Dopo i tre nulli di Tokyo è successo di tutto, un’operazione all’ernia inguinale, problemi al ginocchio, fastidi ai tendini d’Achille. Adesso sembra che tutto sia sotto controllo, ed è la situazione in cui riesco a dare tanto”. L’assenza del primatista mondiale Armand Duplantis, dominatore in lungo e in largo della specialità, di fatto rende qualsiasi scenario possibile. “Saremo tutti con il coltello tra i denti, 18 partecipanti, soltanto otto in finale. E se pensiamo che ad oggi siamo in dieci in grado di fare una misura intorno a 5,80, si capisce subito il livello. Ma io l’ho detto, e me l’ha ripetuto anche Gibi: divertirsi è la parola chiave”. La progressione: 5,20-5,40-5,55-5,65-5,75.
naz.orl.
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