“La corsa, le mie ali”: Levorato si racconta

24 Maggio 2022

La biografia della campionessa azzurra, primatista italiana dei 100 metri

Da 21 anni è la donna più veloce d’Italia. Quasi ottomila giorni sono trascorsi da quel 4 luglio del 2001 quando a Losanna una freccia bionda, proveniente da Arino di Dolo, stabilì con 11.14 il record nazionale dei 100 metri. Il tempo è trascorso veloce - oggi, a 45 anni, Manuela Levorato è mamma e vicepresidente del Comitato Regionale FIDAL Veneto - ma non così tanto da cancellare l’eco delle sue imprese. Una storia che è il filo conduttore della biografia “La corsa, le mie ali” che Manuela Levorato presenterà sabato 28 maggio a Villa Loredan di Stra (ore 20.45, ingresso libero sino ad esaurimento dei posti).

L’hanno scritta, a quattro mani, Silvia Miazzo e Lino Perini. E al racconto delle vicende sportive si mescolano le pagine più intime e personali: la storia di una bambina timida e introversa che supera una grave malattia e a 17 anni, tardi ma non troppo per pensare di poter diventare una campionessa, scopre di avere un talento speciale per la velocità. Il resto, con risvolti tutti da scoprire, è la storia di una carriera sportiva lunga 22 stagioni, in cui Manuela Levorato raccoglie trionfi, in primis i due bronzi europei di Monaco 2002, diventando una fonte di ispirazione per molti, ma incassa anche tremende delusioni: una su tutte, la forzata rinuncia all’Olimpiade di Sydney, quando i blocchi di partenza erano già pronti in pista. E, più in generale, quel sogno a cinque cerchi lungamente inseguito e mai realizzato a causa degli infortuni.

Nella prefazione de “La corsa, le mie ali”, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, definisce Manuela “un’icona intramontabile dell’atletica tricolore”. Il presidente della Federazione italiana di atletica leggera, Stefano Mei, la considera “Un esempio di stile, l’equilibrio perfetto tra eleganza e potenza”. Manuela, in fondo, non ha ancora smesso di correre: “Sono l’esempio vivente che, nonostante le difficoltà, tutto è possibile, basta volerlo. Lo sport è vita, lo sport è crescita e, in qualche caso, lo sport è salvezza”.

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