Scomparso Raffaele Piras, atletica ancora in lutto
(a.f.) Dopo una lunghissima malattia si è spento all’età di 72 anni Raffaele Piras, (era nato il 26 agosto del 1942) ininterrottamente primatista sardo di salto in lungo dal 1963 al 1978 con la misura di 7,60 (quando fu stabilita, a Torino il 9 giugno del 1963 era la terza prestazione italiana all-time), per due volte (1961 e 1963) campione italiano assoluto, e in quegli anni per 5 volte convocato in nazionale assoluta, fino a quando un serio infortunio al ginocchio non ne ridimensionò le prestazioni. Cresciuto all’Esperia, passò poi ai Carabinieri Bologna, per far in seguito rientro all’Esperia sia come atleta che come tecnico seguendo decine di atleti tra i migliori degli anni ’70 e oltre.
Al suo gruppo storico, composto da Italo Perra, Roberto Dessì, Corrado Pirisi e Guido Madeddu si aggiunsero poi Ettore Businco, Ilia Ganci, Marcella Pillai, Serenella Lixi, Carla Corona, Alberto e Anna Corona, Carlo Piras che dal pistino degli impianti dell'Esperia trasferirono il teatro degli allenamenti nell'aia della casa campidanese dei Corona a Quartucciu. Nella maturità l'ormai ex atleta di Quartucciu è stato tra i più rappresentativi poeti in lingua campidanese e in questa veste ci ha lasciato una vasta produzione ricevendo premi in numerosi concorsi letterari. Il presidente del comitato regionale Sergio Lai unitamente a tutto il consiglio federale, a tecnici, atleti dirigenti delle società sarde si stringono attorno ai familiari unendosi al loro dolore. E probabilmente il modo migliore di ricordare Raffaele è stampare nella memoria il suo inno alla vita, un'esortazione a non perdere tempo, rappresentato da questo breve frammento tratto da Cicaras de amori (Ciotole d'amore):
"... curri a sa vida e gosa, piciocheddu, prima chi si tramùdit su mengianu ..."
Immagini tratte dai siti Delogu.it e Terzo millennio futuro.
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