25 Novembre - solidarietà per le donne

23 Novembre 2016

Oltre 90 le donne uccise nel 2016

di Sardegna

La Fidal Sardegna per il sociale. 

(guidolai) - Il 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale per combattere il fenomeno della violenza contro le donne e la Fidal Sardegna non vuole essere da meno. La data è stata scelta per ricordare un terribile assassinio avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, dell’allora dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate ed i loro corpi gettati in un burrone simulando un incidente. La Giornata è stata istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. E la stessa Dichiarazione adottata dall'Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di "uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini". Ormai è come una guerra, una crociata quotidiana di odio e rabbia contro le donne da parte di individui che non meritano nemmeno il nome di “uomini” ma solo quello di “bestie”, e questo odio e rabbia quando non uccide lascia nell’anima ferite molto profonde ed insanabili. La violenza sulle donne è un fenomeno in crescita. Un problema legato alla diffusione della cultura del non rispetto dell’altro genere, dell’intolleranza verso l’altro sesso che ha contribuito a rendere così preoccupante questo fenomeno. «Un fenomeno che cresce e che va fermato – commenta Patrizia De Sole, presidente del Centro antiviolenza Prospettiva donna –. “Siamo di fronte a un problema strutturale a cui si deve rispondere con una rete altrettanto strutturata e potente, che comprende la prevenzione, la sensibilizzazione a tutti i livelli, pene più severe e il sostegno ai centri antiviolenza, senza se e senza ma. Senza i centri non si può combattere questa guerra. Grazie a loro tante donne sono scampate alla morte. La loro funzione è duplice, sono un aiuto per le vittime di violenza ma sono anche in prima linea nel fare attività di sensibilizzazione e formazione, a partire dalle scuole”.  I dati statistici parlano chiaro: nell'anno 2016, che ancora non si è concluso, si registrano numeri che fanno davvero paura un vero e proprio bollettino di guerra. Oltre 90 donne sono state uccise in meno di 11 mesi in tutto il territorio nazionale. La Sardegna ricorda la sua ultima vittima Anna Doppiu, bruciata dal suo aguzzino travestito da “marito” a Sassari.


Purtroppo solo quando si deve aggiornare questa lista si riparla del fenomeno come se fosse un cancro latente che si riattiva ogni tanto per ricordare quanto sia diffuso questo fenomeno. Eppure in Italia esistono leggi specifiche  per combattere la violenza contro le donne, disciplina ulteriormente rafforzata dal Decreto Legge 93 del 2013 sulla violenza di genere, convertito nella Legge 119 del 15 ottobre 2013.  Serve ora pero' una rivoluzione culturale, a partire dalle scuole. "Ma per costruire una nuova cultura - spiega Cotrina Madaghiele, presidente dell'Associazione Genere Femminile - servono modelli, leggi, educazione, protezione. Oggi c'è una maggiore presa di coscienza femminile, ma molta violenza si agita nel sommerso, non segnalata per paura o scarsa consapevolezza. La violenza domestica è molto più diffusa di quanto si pensi. Resta nella sfera privata in gran parte invisibile e sottodenunciata". Facciamo nostra la citazione di Elie Wiesel scrittore Rumeno Premio Nobel per la pace nel 1986 e testimone dello sterminio operato nei campi di concentramento tedeschi “Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci perché la neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima, il Silenzio aiuta il carnefice mai il torturato”- Buttiamo giù anche noi questo muro di omertà e se sappiamo aiutiamo a denunciare, salveremmo sicuramente delle vite umane. Facciamo qualcosa dunque, diamo una mano ai Centri Antiviolenza nella nostra Isola per far sì che siano dei posti sicuri per quelle donne che vivono quotidianamente il problema della violenza domestica e cercano con coraggio un aiuto per cambiare la propria vita e la propria esistenza. Domenica 27 a Bultei si correrà la XV° Ediz. della Maratonina del Goceano. E’ l’occasione buona per esprimere la nostra solidarietà di uomini a tutte le atlete e a tutte le donne presenti sul circuito di gara. Lo farà il Presidente della Fidal Sardegna Sergio Lai che richiamerà  l’attenzione del mondo atletico isolano sulla possibilità di impegnarsi per aiutare i Centri Antiviolenza a svilupparsi nel nostro territorio. Lo ha già fatto a Siamanna ad un convegno analogo organizzato dagli amici di Pardu Nou, dove ha espresso anche in maniera critica dei concetti legati alla scarsa attenzione delle Istituzioni verso questo problema sociale molto diffuso.  “Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? e perché non un villaggio? Una città, un paese, un mondo non violento? (Mahatma Gandhi)



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