La maturità di Greta Zuccarini
23 Giugno 2017Rubrica "L'atletica raccontata". Intervista a Greta Zuccarini
di Orlando Del Grosso
Da un ostacolista quattrocentista, passiamo ad un’ostacolista quattrocentista. In qualche nazione, dove lo show business riesce a far spettacolo anche con l’atletica, probabilmente li avrebbero fatti sfidare, con regole di duello ad hoc, nella specialità che li accomuna maggiormente. Ma qui, dove questo è ben lontano dal verificarsi, la sfida avviene a colpi di chi viene citato maggiormente da giornali e siti web. Di chi sto parlando? Di Greta Zuccarini, ovviamente! Greta, atleta della US Aterno Pescara, allenata da Daniele Fontecchio, è sicuramente un’altra protagonista di questa primavera-estate e, come il pari età Leonardo Puca , si sta imponendo a suon di prestazioni di alto livello. Vicecampionessa italiana Cadette sui 300 hs a Sulmona nel 2015, vicecampionessa italiana Allieve a Rieti nel 2017, record regionale assoluto e di categoria nei 400 hs, minimo FIDAL per gli europei under 20 e secondo posto in graduatoria italiana.
Quindi, bando alle ciance e iniziamo con le domande.
Ciao Greta e benvenuta sulla nostra rubrica. Anche a te voglio fare i complimenti per la fantastica stagione. Per entrare nel “mood intervista”, parto con qualche domanda introduttiva. Quando hai visto per la prima volta la pista di atletica, hai subito capito che poteva essere una parte del tuo mondo? Solitamente la gente mi chiede come si fa a praticare uno sport in cui non si gioca. Tu come gli risponderesti?
Ciao e grazie, è un piacere per me rispondere alle sue domande! Entrando per la prima volta nella pista di atletica, sono rimasta da subito entusiasta. La mia esperienza è partita dalla categoria ragazze, a 12 anni, e l’atletica per me è iniziata proprio come un gioco. Ho frequentato i Centri di Avviamento allo Sport presso lo Stadio Adriatico “Giovanni Cornacchia” di Pescara dove con tanti altri ragazzi mi divertivo tantissimo durante gli allenamenti, i quali erano propedeutici alle varie discipline dell’atletica. In seguito, selezionata dal prof. Carlo Creati, ho provato allenamenti più specifici in pista, per disputare le prime gare di categoria. I buoni risultati ottenuti mi hanno spinta a continuare questo sport che per me è diventato una passione. Ora gli allenamenti sono intensi perché le competizioni sono ad un livello più alto. Per ottenere buoni risultati bisogna allenarsi seriamente con un impegno quotidiano perché non è più solo un gioco. Anche se è faticoso, per me resta sempre quella parte di divertimento che alla mia età è fondamentale.
Come tutti i ragazzi della tua età, vivi la vita a grandi sorsi e per questo, sicuramente, avrai tanti interessi. Se ti va, parlacene. Come ti organizzi per gli allenamenti, a quali cose devi rinunciare per poterti allenare e ottenere certi risultati?.
Come tutti i ragazzi della mia età, mi piace stare in compagnia dei miei amici, andare al cinema, fare passeggiate. Mi piace la musica, suono la chitarra da un po’ di anni ed è un hobby che mi rilassa. Mi alleno dal lunedì al venerdì inserendo un giorno di riposo, cercando di conciliare lo studio con gli allenamenti, anticipando i compiti quando ho un po’ più tempo. A volte capita di dovermi allenare anche di sabato, quindi devo rinunciare ad un’uscita con gli amici o a un programma che avevo fatto. Questo però non accade sempre, ma solo quando faccio dei lavori specifici. In questo periodo devo rinunciare al mare perché sarebbe troppo stancante soprattutto prima di competizioni importanti, infatti mare ed allenamenti non vanno troppo d’accordo!
Ho intervistato il tuo coach qualche tempo fa. Un’intervista in cui abbiamo parlato del suo passato, ma anche del suo presente. Ora mi piacerebbe che a descrivercelo fossi tu. Raccontaci il tuo rapporto con Daniele Fontecchio. Quanto è importante per te? Aneddoti simpatici che possano mostrare il suo lato più giocherellone? Scegli tu cosa condividere.
Ho grande ammirazione ed affetto per il mio allenatore, passo con lui parte dei miei pomeriggi, e praticamente, quasi tutti i giorni. Pian piano sto imparando a conoscerlo sempre di più. Prima di essere tecnico è stato un atleta di grande livello e per questo penso che lui possa capire ciò che provo quando mi alleno…le difficoltà, la fatica, le giornate no, ma anche la gioia e la passione che ho per questo sport e in particolare per la mia disciplina. Sono onorata di essere allenata da lui, che a sua volta, è stato un allievo del grande Giovanni Cornacchia, e con noi ragazzi sta portando avanti la sua scuola di ostacoli. Durante i primi allenamenti ero un pò titubante perché al primo impatto mi aveva dato l’impressione di una persona seriosa; pian piano è stato lui a mettermi a mio agio e mi sono trovata bene. Negli allenamenti pretende impegno e serietà da tutti i suoi atleti, ma poi c’è sempre tempo per chiacchierare, scherzare e parlare con lui dei nostri interessi al di fuori della pista di atletica. Con i ragazzi è sempre molto diretto e severo quando c’è bisogno di una correzione o di un rimprovero, mentre con noi ragazze è più gentile, ma di pazienza ne ha tanta con tutti!
C’è una frase di Bob Marley che sembra scritta per te: “E se un sogno ha così tanti ostacoli, significa che è quello giusto”. È questo il tuo sogno? Raccontaci come vivi gli ostacoli, che sensazioni provi, cosa rappresentano per te? Sentiti libera di parlare del tuo mondo fatto di ostacoli. Molti ragazzi che si affacciano all’atletica, sono terrorizzati al solo pensiero di doverli “saltare”. Che cosa ti senti di dirgli?.
Mi sento di dire che gli ostacoli sono una disciplina complessa nella quale ci vuole molta pazienza e concentrazione. Capita a volte che un allenamento si concluda presto perché non si è nella condizione ottimale a causa della stanchezza o della poca concentrazione. Il mio approccio con gli ostacoli è iniziato fin dalla categoria ragazze con le gare di 60 e 80hs ed in seguito con i 300hs nella categoria cadette dove ho vinto la medaglia d’argento ai Campionati Italiani 2015 di Sulmona. Adesso mi sto specializzando nei 400hs, una competizione dura perché è molto difficile imparare la ritmica tra gli ostacoli. E’ anche una gara completa che include tecnica di passaggio, resistenza e sprint finale, ma è una specialità nella quale, se si lavora bene, si può emergere. Ogni volta è imprevedibile, ad esempio proprio al Meeting Brixia sono caduta non concludendo la gara. Mi sono rialzata dolorante, fisicamente e soprattutto emotivamente. Purtroppo può succedere, ma la cosa importante è rialzarsi e puntare subito ad un nuovo obiettivo. Cosi ho fatto per i Campionati Italiani di Rieti, e mi sembra che siano andati bene (ride). Il sogno di ogni atleta è quello di vincere una medaglia importante e anche se non ho ancora centrato l'obiettivo, la medaglia d'oro ai Campionati italiani, io non mollo. Vado avanti perché so che posso avere ancora margini di miglioramento e con il mio allenatore continuerò a lavorare serenamente perché comunque sono soddisfatta di ciò che ho fatto fino ad ora . Quindi posso dire che per ora spero di continuare ad allenarmi, cercando di fare sempre meglio e magari, un giorno, riuscirò a fare la gara perfetta! A tutti i ragazzi che sono curiosi di provare lo consiglio tranquillamente perché si inizia sempre dagli ostacoli più bassi per imparare la tecnica di passaggio e, se si è predisposti, il resto viene da sé.
Questa è una domanda che non ho mai fatto, e che credo riproporrò in futuro. Secondo te c’è una domanda che noi grandi non facciamo a voi giovani atleti? Cioè, secondo te, cosa dovremmo chiedervi più spesso per capirvi di più, per aiutarvi di più?
Certo, nell’atletica contano i tempi, i risultati, a volte ci si pensa troppo caricando gli atleti di tanta responsabilità. Alla mia età penso sia importante fare un percorso equilibrato in cui gli adulti devono accompagnarci a fare un passo per volta chiedendoci se siamo contenti di ciò che facciamo. Fortunatamente, in questo, sono supportata nel modo giusto dalla mia famiglia , dal mio allenatore e dalla società di cui faccio parte, l’Aterno Pescara.
L’ultima domanda è un gioco, oramai lo saprai, e te lo vado a proporre anche a te. Ti consegno una lampada di Aladino con cui esprimere tre desideri da indirizzare alla FIDAL, che cosa ti piacerebbe veder realizzato, cambiato, migliorato?
La prima richiesta che vorrei fare è una maggiore collaborazione con le istituzioni scolastiche, per promuovere l’atletica. Perché è proprio nell’età della scuola che i bambini e i ragazzi si avvicinano allo sport e, purtroppo, l’atletica leggera è uno dei meno conosciuti e sottovalutati. Un’altra richiesta è quella di organizzare più raduni regionali poiché credo che per gli atleti sia importante, non solo vedersi per le competizioni, ma anche per condividere gli allenamenti e stare insieme. Terzo desiderio, ma non ultimo per importanza, dare la possibilità agli atleti con buoni risultati di andare a gareggiare anche fuori Abruzzo in meeting importanti, come il brixia, per esempio, per poter competere con atleti di altre regioni.
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