Bertone, la chiave è lavorare per micro obiettivi
01 Novembre 2017Passa da Berlino la stellare carriera di Catherine Bertone.
di Valle D Aosta
Passa da Berlino la stellare carriera di Catherine Bertone. La pediatra volante, con la capitale tedesca, si è ritagliata un feeling particolare. Conferma la sua fama di autentica sorpresa dell'atletica nazionale ed internazionale l'inossidabile 45enne maratoneta valligiana. Catherine, forte di una strabiliante prestazione ottenuta lo scorso 24 settembre nella maratona di Berlino, con praticamente undici mesi di anticipo, si è guadagnata in anteprima il pass azzurro per i campionati europei 2018 in programma, guarda caso, proprio a Berlino nel prossimo mese di agosto.
2h28'34” è la grande performance dell'atleta tesserata per l'Atletica Sandro Calvesi capace, sotto l'acqua che ha accompagnato la 42,195 km berlinese, di migliorarsi di quasi 2 minuti rispetto al precedente personale di 2h30'19” di Rotterdam 2016. Ciliegina su di una monumentale torta, il crono fatto registrare a fine settembre, la migliore prestazione italiana del 2017, risulta essere il primato mondiale W45 (il precedente limite W45 reggeva dal 2002, 2h28'59”, ottenuto dall'ucraina Tatiana Pozdnyakova).
Una grande capacità di gestire il proprio tempo che nelle 24 ore prevede, allenamenti, famiglia e lavoro; Catherine spiega come riesce a conciliare il tutto.
“Tutto deve essere programmato. Non si lascia nulla al caso. Sono una dei rari casi di atleta azzurra non professionista. Questo, a livello sportivo, comporta una serie di limitazioni, come poter programmare un solo allenamento al giorno, e non due come tutte le big e, di conseguenza, avere nelle gambe meno chilometri. Io riesco a superare i 100/120 km a settimana solo nell'ultima parte della preparazione, mentre tutte le mie competitor, nello stesso periodo, ne hanno all'attivo quasi il doppio.
Bisogna sapersi gestire, facendo attenzione a non andare fuori giri, facendo appello spesso a micro sonni che permettono di ricaricare le batterie. Per contro, io corro perché mi piace e, sopratutto, perché non lo sento un lavoro e un obbligo, ma un grande piacere”.
A Berlino una grande prestazione.
“Quando ho avuto certezza di non avere spazi per i mondiali di Londra ho voltato pagina e ho iniziato a programmare la maratona di Berlino che, come data, percorso e caratteristiche, aveva i requisiti per aiutarmi a fare bene. Ho potuto organizzarmi con calma e dal mese di giugno ho iniziato a farmi vedere su qualche gara su strada. Tutto è andato per il meglio e sono arrivata all'appuntamento di Berlino in forma. Scendere sotto le 2h30' era l'obiettivo e 2h28'34” è un tempo che mi appaga molto”.
Pensando agli europei la maratoneta così conclude: “Ai Giochi di Rio 2016, con il meglio a livello mondiale, ho concluso al 25esimo posto. Agli europei, c'è un po' meno di concorrenza, ma ogni gara è a se e quindi non si può azzardare un pronostico. Essendoci un titolo in palio, sarà una gara tattica, con un percorso diverso da quello dove sono stata protagonista a settembre, ed è difficile che possa arrivare il tempone. Avendo già ottenuto il pass di partecipazione, potrò gestirmi con calma e questo è certamente un grande aiuto”.
Pensando a qual'è la strategia per raggiungere questi risultati clamorosi, Catherine così spiega: “Ragiono per micro obiettivi. E' un principio che mi ha permesso di ritagliarmi belle soddisfazioni. E' certamente il consiglio che trasferisco a tutti; permette di evitare cocenti delusioni e consente di crescere con la giusta progressione”.
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