Mondiali Indoor: solo tre salti per Donato
03 Marzo 2018A Birmingham, il capitano azzurro quattordicesimo nella finale del triplo con 15,96 per un infortunio al piede sinistro. Out gli ostacolisti Fofana e Dal Molin. Nei 60 ancora velocissimo lo statunitense Coleman, oro in 6.37.
Si chiude prima del previsto la finale del salto triplo per Fabrizio Donato ai Campionati Mondiali indoor di Birmingham, in Gran Bretagna. La sua gara dura in pratica solo pochi secondi. Quelli necessari, purtroppo, per scomporsi nel primo tentativo ed infortunarsi. Il capitano azzurro non trova lo stacco giusto (è lontano una ventina di centimetri dall’asse di battuta, complice una rincorsa che parte dalla curva) ma balza lo stesso. Nell’atterrare dopo lo step, appoggia male il piede che non completa l’azione del jump. La prova viene misurata a 15,96. È un movimento innaturale: il piede si torce e Donato, tornato a sedere, sfila subito la scarpa e prova a limitare i danni. Torna in pedana ma è palesemente limitato nell’azione, al punto che il secondo tentativo non viene completato. L’azzurro richiede l’intervento dei sanitari di campo, si fa bendare la caviglia, e si ripresenta stoicamente in gara. Ma ciò che ne risulta è una nuova prova nulla. La classifica lo vede terminare al 14esimo posto, fuori dai primi otto che proseguono per i successivi tre salti. Oro allo statunitense Will Claye, il favorito della vigilia, che deve però impegnarsi allo stremo per aver ragione (17,43 contro 17,41) del brasiliano Almir Dos Santos; il bronzo va al collo del portoghese Nelson Evora, indietro di un solo centimetro rispetto alla seconda piazza (17,40). Era la settima partecipazione alla rassegna iridata in sala dell’infinito campione azzurro, bronzo olimpico nel 2012, ancora in pedana a 41 anni e mezzo in un evento internazionale. Sui 60 ostacoli, non superano il turno eliminatorio i due atleti italiani impegnati, entrambi con lo stesso crono e lo stesso piazzamento: 7.81 per il quinto posto in batteria del leader stagionale Hassane Fofana, che a conti fatti è il primo escluso dalla semifinale in base ai millesimi, e il recordman Paolo Dal Molin, al rientro in Nazionale assoluta dopo quasi quattro anni. Tutti e due nel 2018 erano riusciti a scendere sotto 7.70. Domani, nella quarta e conclusiva giornata della rassegna mondiale, azzurri attesi in due finali: il mezzofondista Yassin Bouih sui 3000 metri (ore 16.35) e le donne della staffetta 4x400 metri alle 17.30.
DONATO: “LA SFORTUNA NON ESISTE, PUNTO A BERLINO” - “Non credo nella sfortuna. Al primo salto - dichiara Fabrizio Donato - purtroppo ho impattato violentemente con il tallone, avvertendo un grande dolore. Ho provato a fasciarlo ma era quasi impossibile appoggiare il piede per terra e nel triplo allora è difficile balzare. Questa specialità non perdona quando si sbaglia. Peccato, mi sentivo veramente bene, oggi le gambe erano molto leggere, però nella discesa dalla curva mi scappava sempre il primo appoggio e di conseguenza correvo male. Nulla da recriminare, ce l’ho messa tutta, sono orgoglioso di essermi trovato qui anche se speravo in un Mondiale diverso. La strada che ho percorso sicuramente è quella buona. Ho le idee chiare: gli Europei di Berlino sono vicini, si riparte e non mi arrendo”.
Spettacolari le finali della serata, con nove titoli in palio. L’uomo-jet è Christian Coleman: il quasi 22enne compatto statunitense sfreccia in 6.37 sui 60 metri, seconda prestazione di sempre ad appena tre centesimi dal suo recente record mondiale. Adesso è l’unico sprinter della storia con tre crono sotto i 6.40. Alle sue spalle vanno forte il cinese Su Bingtian che scende a 6.42 (quinto alltime) e il connazionale Ronnie Baker, 6.44. Finalmente d’oro nei 60 ostacoli Kendra Harrison (USA), la primatista all’aperto, che manca il limite indoor di soli due centesimi con 7.70. Il podio non è interamente a stelle e strisce: tra Christina Manning (7.79) e Sharika Nelvis (7.86), entrata in gara da capolista stagionale ma rimasta a bocca asciutta, si inserisce l’eptatleta olandese Nadine Visser (7.84). Nell’asta la bionda statunitense Sandi Morris sale fino a 4,95 per il suo primo oro, dopo due argenti iridati e uno olimpico, poi tenta senza successo il record del mondo a 5,04. La favorita greca Katerina Stefanidi, terza a 4,80, è alla prima sconfitta dopo oltre un anno e 19 vittorie di fila: viene battuta anche dalla russa Anzhelika Sidorova che coglie l’argento con 4,90. Doppietta nel mezzofondo per Genzebe Dibaba: la gazzella etiope aggiunge il titolo dei 1500 metri in 4:05.27 a quello dei 3000 conquistato nella giornata di apertura, ripetendo l’impresa della romena Gabriela Szabo nell’edizione del 1999, ma l’indomita scozzese Laura Muir (4:06.23) ci prova fino alla fine e accende il pubblico britannico, superando stavolta l’olandese Sifan Hassan (4:07.26), campionessa uscente.
Nell’eptathlon solo cinque punti separano il francese Kevin Mayer (6348) e il canadese Damian Warner (6343), al termine di sette gare in due giornate appassionanti, con il bronzo all’estone Maicel Uibo (6265). Terzo oro consecutivo sui 400 per il ceco Pavel Maslak (45.47) dopo la squalifica per una millimetrica infrazione di corsia dello spagnolo Oscar Husillos (all’arrivo in 44.92 che sarebbe stato record europeo) e anche del dominicano Luguelin Santos, entrambi davanti a lui sul traguardo. Sul podio trovano spazio quindi lo statunitense Michael Cherry (45.84) e Deon Lendore (Trinidad e Tobago, 46.37). Al femminile si impone la statunitense Courtney Okolo (50.55), sempre in testa, con l’argento per la connazionale Shakima Wimbley (51.47) in rimonta sulla britannica Eilidh Doyle (51.60). In una gara tattica sugli 800 metri, il polacco Adam Kszczot è dominatore incontrastato con 1:47.47 seguito da Drew Windle (USA, 1:47.99), prima squalificato e poi riammesso, e dallo spagnolo Saul Ordonez (1:48.01).
60HS: AZZURRI ELIMINATI - Anche questa sera, come ieri al femminile, si infrangono sulle barriere le speranze di semifinale per gli azzurri sui 60 ostacoli. La loro stagione era stata fin qui decisamente buona, perché era dal lontano 1998 che due specialisti italiani non correvano in meno di 7.70. Oggi invece non riescono a ripetersi su quei livelli. Nella terza batteria scende in pista Paolo Dal Molin, rientrato quest’anno dopo un lungo periodo condizionato dagli infortuni. Il trentenne delle Fiamme Oro cerca di trovare il giusto ritmo tra le barriere, poi si scompone nel finale dopo l’ultimo ostacolo e chiude in 7.81, a nove centesimi dal quarto posto che vale la qualificazione automatica. La quinta e ultima batteria è invece quella del compagno di club Hassane Fofana, protagonista della stagione con 7.66 (quinto italiano alltime): il 25enne lombardo, alla sua prima esperienza iridata, con 7.81 arriva a tre centesimi dal passaggio diretto del turno.
Luca Cassai - intervista video di Marco Sicari
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