Agrusti: ''La motivazione è tutto''

01 Aprile 2019

L'azzurro della 50km di marcia incontra i ragazzi dello stadio dei Marmi per il progetto "A scuola con i campioni". E si racconta: "Ecco come mi sono appassionato alla mia specialità"

È stato il momento della marcia per l'iniziativa "A scuola con i campioni" promossa dal CR Lazio. I ragazzi e i tecnici dello stadio dei Marmi hanno avuto l'occasione di conoscere il cinquantista azzurro Andrea Agrusti (Fiamme Gialle) e di approfondire la sua storia personale e sportiva. Il progetto prosegue ad aprile con sei nuovi incontri: il 1° l’ormai ex discobolo Federico Apolloni a Ostia dalla Stella Polare e l'astista Alessandro Sinno (Aeronautica) al Paolo Rosi, il 10 il saltatore in lungo Filippo Randazzo (Fiamme Gialle) a Tivoli, il 15 le velociste dell'Esercito Jessica Paoletta e Ilenia Draisci rispettivamente al Paolo Rosi e alle Terme di Caracalla, e il 17 lo sprinter Diego Marani (Fiamme Gialle) a Tor Tre Teste. In questa intervista andiamo a scoprire meglio il mondo di Andrea Agrusti.


Chi è Andrea e che hobby ha?

Andrea è un ragazzo che viene dalla Sardegna, nello specifico da Sassari, che si è trasferito a Roma quattro anni fa per intraprendere una vita da atleta. Il mio sogno è stato sempre quello di fare l’atleta e adesso riesco a farlo anche grazie alle Fiamme Gialle delle quali faccio parte dall’anno scorso. Oltre alla marcia mi piace molto la fotografia e seguire tutti gli sport in generale.

Come ti sei avvicinato alla marcia?

Un giorno avevo visto un ragazzo che la faceva mentre mi allenavo allo stadio di Sassari, io avevo 10-11 anni, all’inizio mi ha fatto un po' ridere ma poi mi sono incuriosito. Ho chiesto all’allenatore di questo ragazzo se potevo provare anche io e gli sono piaciuto, da lì ho iniziato a vincere qualche garetta e non l’ho più lasciata.

Qual è stato il momento più emozionante della tua carriera?

È stato sicuramente la prima 50 km alla quale ho partecipato. Era un sogno che coltivano da quando ero solo un cadetto che faceva la 4km. Vedendola in tv mi era piaciuta e volevo farla a tutti i costi, poi durante gli allenamenti mi rendevo conto che adoravo marciare per più chilometri rispetto a quelli che dovevo fare in realtà. Nel 2015 infatti ho esordito con la mia prima 50 km concludendo con un discreto tempo: 4h 09’.

Cosa hai provato nel portare a termine la 50km di marcia?

In realtà credevo fosse più lunga, invece mi è volata! Me la sono goduta tutta dal primo chilometro fino alla fine, iniziando la gara in maniera tranquilla, anche perché all’inizio l’obiettivo era quella di finirla, ma poi sentivo che avevo ancora energie e mi sono ritrovato ad andare più forte nell’ultima parte.

Che ruolo hanno avuto i tuoi tecnici per la tua crescita sia sportiva che come uomo?

Sicuramente il tecnico che mi seguiva a Sassari mi ha aiutato molto a crescere dal punto di vista mentale, mantenere una mentalità da ragazzo adolescente ma allo stesso momento da atleta, quindi divertirsi ma sempre mantenendo un occhio sulla disciplina e sullo sport.

Hai fatto delle scelte importanti per seguire la tua passione, ce ne vuoi parlare?

La scelta più importante è stata proprio quella di venire a Roma all’età di 18 anni. Abbandonare la mia città con la mia famiglia e tutti i miei amici per andare in una città sconosciuta con persone che non conoscevo è stato molto difficile, non solo per me, ma anche per i miei cari che tutt’ora non riesco a vedere molto spesso. Comunque alla fine è una scelta che non mi è pesata, perché io ero molto motivato a venire a Roma, sapevo che potevo avere più chance di diventare un atleta di un certo livello, era il mio sogno e lo sto ancora inseguendo.

Il tuo atleta preferito, chi hai avuto come modello?

Quando ero più piccolo era Alex Schwazer, vinse le Olimpiadi e in quel momento era lui il mio atleta preferito. Al momento, invece, non prendo come fonte di ispirazione nessun tipo di atleta nello specifico, cerco di raccogliere il meglio da più atleti, vado a vedere chi ha la miglior gestione di gara o la migliore tecnica, valuto più fattori. Prendo un po' di tutto da tutti.

Obiettivi per il 2019?

Sicuramente a maggio la 50 km alla Coppa Europa in Lituania durante la quale vorrei ottenere la qalificazione per il prossimo Mondiale ad ottobre. Quest’anno però non sarà molto facile, dato che gli avversari sono molto agguerriti, e sarò costretto a puntare tutto sul miglioramento del personale.

La tua sede preferita e l'allenamento più bello che hai svolto, quello che ti ha dato la convinzione di poter fare bene la gara?

L’anno scorso ho fatto un triplo allenamento: mattina, pranzo e pomeriggio, il riscaldamento era di circa 50km nel totale delle tre sedute, la parte principale di lavoro 40 km. Ho utilizzato tutte le mie energie e sono arrivato al lavoro del pomeriggio in cui ero completamente svuotato di energie. È stata veramente dura perché arrivi ad una condizione fisica che simula un po' l’ultimo tratto della 50km, però in compenso sono stato soddisfatto perché sono riuscito a finirlo bene.

Ci racconti un aneddoto divertente di qualche trasferta?

Allora, i ricordi più belli li ho sicuramente di quando gareggiavo nella categoria cadetti. Ad una trasferta per il Criterium i favoriti erano due, tra cui io, e avevamo fatto una scommessa: se arrivavo secondo o più, mi dovevano tagliare i capelli e se vincevo io se li dovevano tagliare loro (e considera che all’epoca portavo il ciuffo, che andava tanto di moda). Alla fine della gara sono arrivato secondo in volata e quindi, purtroppo, ho perso la scommessa e ho dovuto dire addio al ciuffo. Ad oggi però li ringrazio perché forse il ciuffo per me era troppo impegnativo.

Per prepararsi e per completare una 50km ci vuole più testa, più cuore, più tecnica o basta fare tanti chilometri?

Ci vuole tutto ma la testa è l’unica cosa che ti fa arrivare in fondo alla gara, quando si arriva intorno al 40esimo chilometro il corpo è completamente sfinito e lì deve uscire la motivazione per continuare.

La tua specialità è difficile e lunga, sia in gara che in allenamento come ti nutri? Segui un regime alimentare particolare?

Devo dire che non ho mai seguito un’alimentazione particolarmente curata, ho sempre mangiato tutto senza mai esagerare. Solo da qualche mese ho cominciato a farmi seguire da un nutrizionista. Ovviamente se so che devo fare tanti km mangio più pasta, quindi seguo un alimentazione mirata principalmente sui carboidrati. La colazione ad esempio è un pasto che ritengo molto importante perché mi dà l’energia giusta per affrontare l’allenamento mattutino, solitamente mangio 50g di biscotti light, 4 fette di pane integrale con miele e uno yogurt greco senza lattosio. 

Cosa consiglieresti ai ragazzi che si avvicinano adesso all'atletica leggera e in particolare alla marcia?

La marcia sicuramente non è una passeggiata di salute, bisogna essere consapevoli che seguire questa disciplina vuol dire andare incontro a distanze che con il tempo vanno sempre in crescendo, e sicuramente porta a tanta fatica e a tanti sacrifici, come molte altre discipline d’altronde. Se un ragazzo decide di fare la marcia deve tenere in considerazione queste cose e deve crederci, la motivazione è tutto ma ci si deve divertire anche, non bisogna pensare solo alla fatica che si prova.

di Giorgia Attioli



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