Roberta Bruni ai Marmi: ''Asta e...''
07 Maggio 2019L'astista dei Carabinieri con la Scuola di atletica. "Un riferimento? Elena Isinbaeva". I sogni Doha e Tokio, le emozioni di Barcellona e il rapporto con il tecnico Balloni: "Nessuno come lui"
L’astista dei Carabinieri, Roberta Bruni, ha incontrato gli atleti della Scuola di atletica dello Stadio dei Marmi di Roma. Nuovo appuntamento per il progetto “A Scuola con gli azzurri”: Roberta Bruni, di Nazzano, si allena a Rieti con Riccardo Balloni è bronzo ai Mondiali junior di Barcellona e primatista italiana indoor con il 4,60 di Ancona nel 2013.
Chi è Roberta Bruni nella vita di tutti i giorni che passioni ed hobby ha?
Io sono una ragazza molto semplice e, quando non mi alleno, condivido la mia intera giornata con Leo, il mio pastore tedesco di 2 anni. Quando posso frequento la facoltà di scienze forestali, poiché non avendo i corsi a Rieti mi rimane difficile spostarmi sempre a Roma per seguire. Anche se la mia più grande passione è sempre stata la biologia; per via degli spostamenti non mi è stato possibile intraprendere questa strada. Sono originaria di Nazzano e per poter proseguire i miei allenamenti mi sono trasferita a Rieti.
Come ti sei avvicinata all’atletica e grazie a chi?
Grazie a tre persone: l’artefice di tutto è stata Laura Spagnoli che era la mia insegnante alle medie di educazione fisica e, la fortuna o il caso hanno voluto che il mio attuale allenatore Riccardo la sostituisse nel periodo delle gare degli studenteschi. Quindi grazie a lui ho iniziato a conoscere il mondo dell’atletica. Sono andata allo stadio di Rieti dove ho conosciuto anche Andrea Milardi che mi ha detto: ‘Tu devi fare atletica perché sei portata' e io all’epoca facevo judo. Da lì ho iniziato a fare delle gare e, conoscendo solo Riccardo nel campo, che allenava nel salto con l’asta, mi sono ritrovata catapultata in questa disciplina. Ho iniziato a vincere delle gare e sono rimasta lì.
Come è stato fare lezione ai giovani delle Scuole di Atletica?
Seguirli è stato per me molto divertente, i gruppi di ragazzi sono fantastici e molto bravi. Grazie anche a questo stadio che ha reso tutto più bello.
Ti piacerebbe allenare in futuro o ci sono altri progetti nella tua vita?
Allenare mi piace molto, cercare di condividere la mia passione con chi ancora deve scoprire la propria, è bello. Io ho sempre il mio sogno nel cassetto nel mondo animale e nella biologia in generale che mi piacerebbe approfondire in futuro.
Quanto tempo dedichi all'allenamento, qual è la tua seduta di allenamento preferita, e quale detesti?
Dedico parecchie ore al giorno all’allenamento, dipende dal periodo. Nei periodi di preparazione faccio anche nove allenamenti a settimana, dal lunedì al sabato; nel periodo delle gare l'intensità diminuisce un pochino e la frequenza va dal lunedì al venerdì.
Il mio allenamento preferito è quello di tecnica perché mi diverto tanto, dopo anni di buio ho ritrovato la voglia di saltare e quindi fosse per me salterei tutti i giorni. L’allenamento che detesto, invece, è forse quello dedicato ai balzi perché non li amo molto e non mi riescono tanto bene, però servono molto nella preparazione e quindi sono costretta a farli.
Qual è stata la seduta di allenamento che ti ha dato la convinzione di poter fare delle grandi misure in gara?
Sembrerà un paradosso ma prima di riuscire a saltare 4,60 ho passato un mese in cui stavo in ottima forma e riuscivo a fare tutto al meglio durante gli allenamenti, sia nelle prove di velocità che di ginnastica o di tecnica. Poi, quando dovevo saltare, non riuscivo a dare il meglio di me. Poi piano piano mi sono sbloccata e in gara sono riuscita a valicare questi famosi 4,60.
Detieni il record italiano indoor nel salto con l’asta con 4,60. Ci vuoi raccontare l'emozione nel realizzare quel record e cosa ha significato per te?
Sicuramente è stato uno dei miei più grandi successi raggiunti fino adesso, anche per il fatto di esser riuscita a ripagare tutti gli sforzi che la mia famiglia ha fatto per me. Loro mi sono sempre stati vicini. Con i miei genitori vivevo a circa 55 minuti di macchina dal campo e loro mi accompagnavano lì tutti i giorni. Diciamo che è stato un investimento e ripagare questo sacrificio è stata una vittoria enorme. Comunque, avere un record italiano indoor di 4.60 è stata una grande soddisfazione e un grande traguardo per me. In quell’anno era anche la seconda misura mondiale giovanile.
A livello internazionale hai conquistato il bronzo ai Mondiali juniores di Barcellona nel 2012, che ricordi hai di quella trasferta, e ci vuoi raccontare le tue emozioni in quella finale?
Sicuramente è stata per me un’esperienza bellissima e indimenticabile. Sono salita al podio grazie alla misura di 4.20 realizzata al terzo tentativo. Sono entrata in gara con 4.05; successivamente, dopo tre tentativi, ho raggiunto i 4.15. Il volo decisivo è stato quello a 4.20, anch’esso ottenuto al terzo tentativo. È stata una grande soddisfazione, anche perché in quell’anno rappresentava il record nazionale e la quinta migliore prestazione italiana di tutti i tempi.
Quanto è stato importante il tuo tecnico Riccardo Balloni nella tua crescita tecnica ed umana? Hai provato altre esperienze di allenamento con altri tecnici?
Lui è come un secondo padre per me, mi sono appassionata a questa disciplina grazie a lui da giovanissima e proprio grazie ai suoi insegnamenti sono cresciuta e sto crescendo molto sia come atleta che come persona.
In passato abbiamo avuto un periodo in cui non avevamo un bel rapporto, ci sono stati dei diverbi e quindi ci siamo staccati per un po’. Io nel frattempo ho deciso di andare 6 mesi a Praga, dove mi sono allenata da sola senza un allenatore che mi seguisse, perché per me non c’era nessun allenatore preparato quanto lo è lui. Poi, dopo questo periodo buio, ci siamo ritrovati e ho ripreso il mio percorso di atleta sotto la sua guida.
L’atletica è uno sport individuale ma secondo te quanto è importante il gruppo di allenamento?
Il gruppo è molto importante soprattutto durante gli allenamenti, la presenza dei compagni aiuta molto: una battuta ogni tanto, uno scherzo, una risata o un gesto di sostegno fanno sì che l’allenamento sembri più leggero e meno faticoso. Anche in gara o durante le trasferte ci si diverte, ci si sostiene e tifa a vicenda.
Il tuo atleta preferito che hai avuto come modello a cui ispirarti?
La mia atleta preferita è stata sicuramente Elena Isinbaeva. Secondo me nessuno salta con così tanta eleganza come faceva lei, anche se ci sono altri atleti molto bravi. Per me, lei rimane un modello a cui ispirarsi. Ho sempre desiderato gareggiarci contro, ma purtroppo nel momento in cui sono arrivata a livelli internazionali lei ha interrotto la sua carriera da atleta per via della sua gravidanza.
Obiettivi per il 2019?
L’obiettivo principale è quello di proseguire con gli allenamenti senza infortuni, anche perché per tre anni ho avuto sempre qualcosa che mi ha portato a fermarmi ogni volta e poi ricominciare da capo. Poi vorrei prepararmi al meglio per i prossimi Mondiali che si svolgeranno a Doha a settembre-ottobre e magari, chissà, riuscire a partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo del 2020.
Ci racconti un aneddoto divertente di qualche trasferta di gare?
Ce ne sono tanti, ma ne ho uno in particolare che è indelebile per me. Eravamo a Barcellona per i Mondiali e abbiamo fatto uno scherzo ad una mia compagna e amica triplista: l’abbiamo legata con lo scotch da gara ad una sedia, messa nell’ascensore e le abbiamo fatto salire e scendere i piani fino alla reception. Che risate che ci siamo fatti tutti. Poi, ovviamente, dopo il bronzo ottenuto abbiamo anche avuto modo di festeggiare tutti insieme nei locali di Barcellona e ci siamo divertiti tantissimo.
Cosa consiglieresti ai ragazzi che si avvicinano adesso all'atletica leggera?
Il primo consiglio che do è quello di provare tutte le discipline dell’atletica fino alla categoria allievi e poi magari indirizzarsi verso un settore più specifico. Poi per me è fondamentale seguire il proprio cuore e i propri sogni sempre, anche se un ragazzo è più bravo in una disciplina ma non è la sua passione è giusto che scelga ciò che lo fa stare bene e che gli consenta di proseguire il suo sogno con passione.
di Giorgia Attioli
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