Birmingham: Miller-Uibo mette la freccia

18 Agosto 2019

Nella tappa numero 11 della Diamond League, la bahamense in 22.24 brucia sui 200 Asher-Smith e Fraser-Pryce. Record del meeting per Klosterhalfen (miglio), Chepkoech (siepi) e Williams (100hs)

di Marco Buccellato

Nell'undicesima tappa della IAAF Diamond League a Birmingham la gara più attesa, i 200 donne, è vinta dalla favorita bahamense Shaunae Miller-Uibo in 22.24 (+0.4) sulle altre due superstar Dina Asher-Smith (22.36) e Shelly-Ann Fraser-Pryce (22.50). Il Müller Grand Prix all'Alexander Stadium si chiude con tre primati del meeting, tutti al femminile e di grande spessore tecnico: nel miglio con il successo della tedesca Konstanze Klosterhalfen in 4:21.12 (record nazionale), sui 3000 siepi con il 9:05.55 della primatista del mondo Beatrice Chepkoech, e sui 100hs donne, in cui il limite del meeting viene eguagliato dalla giamaicana Danielle Williams con 12.46 (-0.2). Giamaica regina del pomeriggio inglese, per altri tre successi, con Yohan Blake sui 100 metri in 10.07 (+2.0), con Omar McLeod sui 110hs, che torna a vincere in 13.21 (-0.2) e con Akeem Bloomfield sui 400 (45.04). In evidenza, nei salti, la belga numero uno delle prove multiple Nafissatou Thiam che conquista il lungo con il record nazionale portato a 6,86 (+0.9), appena un centimetro su Ivana Spanovic e Katarina Johnson-Thompson, mentre la greca olimpionica del salto con l'asta Katerina Stefanidi si impone con 4,75 e l'australiano Brandon Starc nell'alto uomini con 2,30. Tedeschi battuti nel giavellotto: prevale all'ultimo lancio il primatista di Taipei, Cheng Chao-Tsun, con un lancio di 87,75. Vittorie anche dell'ugandese Ronald Musagala sui 1500 metri in 3:35.12, dell'irlandese Mark English sugli 800 (1:45.94), del turco Yasmani Copello sui 400hs in 49.08, della cubana Yaimé Perez nel disco (64,87), della tedesca Tatjana Pinto sui 100 in 11.15 (-0.9) e della statunitense Ajeé Wilson in 2:00.76 sugli 800 donne.

E' Shaunae Miller-Uibo la donna-copertina di Birmingham: l'olimpionica dei 400 ha vinto i 200 del Müller Grand Prix, annunciati, con la sola assenza di Elaine Thompson, come il trailer della finale mondiale di Doha, in ottobre. Le sequenze viste, se le protagoniste saranno le stesse dopo le forche caudine delle semifinali, lasciano il ruolo di favorita alla bahamense. Stavolta, la Miller-Uibo ha trovato maggior resistenza dalle avversarie: Dina Asher-Smith si è arresa solo a dieci metri dal traguardo e la brevilinea Shelly-Ann Fraser-Pryce, uscita da par suo dalla curva, ha perso elasticità poco prima della britannica. Nonostante il clima non ideale per sprintare a mille, il display ha lampeggiato in 22.24 (+0.9), 22.36 per la campionessa europea e 22.50 per la giamaicana.

Stavolta poco brillante la Schippers, quarta in 22.81, affaticata la vincitrice dei Trials statunitensi Bryant (già vista più tonica sui 100 un'ora e mezza prima), ultima e con problemi fisici la Ta Lou.

Birmingham regala la prima pagina anche alla tedesca Konstanze Klosterhalfen, che continua a mietere record nazionali: oggi è caduto quello del miglio, vecchio di 34 anni, di Ulrike Bruns (4:21.59), migliorato dalla filiforme 22enne in 4:21.12, che è anche primato del meeting, largamente sotto il vecchio 4:24.27 di Sonia O'Sullivan. La Klosterhalfen non ha atteso il lavoro della pacemaker Price ai 1000, andando via circa 120 metri prima e transitando in 4:03.43 ai 1500. Nella sua ombra, solo la canadese Gabriela DeBues-Stafford (4:22.47), terza Eilish McColgan in 4:24.71 (personale). Largamente atteso, è arrivato il record del meeting anche sui 3000 siepi donne, vinti con una gara sempre in prima linea e con una lunga progressione dalla primatista mondiale Beatrice Chepkoech in 9:05.55. Sconfitte prima dal punto di vista tattico e poi da quello cronometrico, ma con ottimi tempi, la primatista mondiale U20 Chespol (9:06.76) e la Yavi (Bahrain), al personale in 9:07.23, che ha preceduto di due centesimi l'altra primadonna keniana Kiyeng.

I 100 ostacoli sono dominati dalla giamaicana Danielle Williams, già campionessa del mondo e alla migliore stagione della carriera. In 12.46 (-0.2) ha eguagliato controvento il record del meeting della primatista del mondo Kendra Harrison, oggi nettamente battuta (12.66) e quasi ripresa sul traguardo dalla nigeriana Amusan (12.71). Odor di Giamaica pre-mondiale anche altrove: sui 100 uomini la spunta la vecchia volpe Yohan Blake in 10.07 (+2.0), mettendo il torace davanti al britannico Adam Gemili (10.07) e al sempre piazzato Mike Rodgers (10.09). In due gare non Diamond League, altri colpi degli atleti caraibici: l'olimpionico e iridato dei 110hs Omar McLeod ritrova registro tecnico e successo dopo tre mesi e precede nettamente gli avversari in 13.21 (+0.2). Secondo lo statunitense Crittenden (13.31) che precede il cinese Xie Wenjun (13.43). Solo quarto il vincitore dei Trials USA Roberts (13.48), personale per il britannico Fillery, quinto in 13.54. Sui 400 metri vince il giamaicano Akeem Bloomfield, che gestisce meglio la parte centrale e precede tutti in 45.04, lasciandosi dietro lo statunitense Igbokwe (45.53) e il campione d'Europa Hudson-Smith, terzo in 45.55 all'esordio stagionale.

Nel lungo, solo un centimetro tra la diva delle prove multiple Nafissatou Thiam (6,86/+0.9), Ivana Spanovic (6,85/+0.4) e Katarina Johnson-Thompson (6,85/+0.4). La belga ha migliorato due volte il record nazionale, prima con 6,74 poi con il 6,86 vincente. La serba è apparsa finalmente più "quadrata" rispetto alle ultime uscite, con una serie interessante di salti validi tutti oltre i 6,70. Terza la Johnson-Thompson con il miglior salto all'ultimo turno, quarta l'altra british Irozuru (6,75).

Asta con suspence: l'olimpionica Stefanidi ha avuto ragione della primatista canadese Newman (4,65) solo al terzo salto a 4,75, vincendo una gara fino ad allora in perfetto equilibrio. A 4,65 anche la coppia delle terze, Yarisley Silva e l'eterna Jenn Suhr. Meno valido tecnicamente l'alto, dove l'australiano Brandon Starc ha chiuso la questione già a 2,26, per poi cercare e trovare fortuna a 2,28 e a con un 2,30 netto. Secondo uno dei world leader 2019, il russo Ivanyuk (2,23), terzi con la stessa misura il keniano Sawe e il cinese Wang Yu.

Sorpresa parziale nel giavellotto vinto dal numero uno di Taipei, Cheng Chao-Tsun, con 87,75 all'ultimo turno, miglior lancio stagionale così come per il secondo, il ceco Vadlejch (85,78). Giornataccia tedesca: terzo è l'estone Kirt (85,29 e ieri oltre gli 87 ai campionati nazionali di Tallinn), solo quarto Hofmann, batoste di fondo classifica per Röhler e Seifert. Nel disco svetta la cubana Yaimé Perez con 64,87, al termine di una competizione caratterizzata dal gran numero di nulli. Seconda la connazionale Caballero con 64,59. Nettamente dietro Sandra Perkovic (63,80), che non riesce a ritrovare la quadra tecnica dopo il recente exploit metrico nella Second League dell'Europeo a squadre, e solo in extremis ottiene il terzo posto sulla coppia tedesca Pudenz-Vita. Sui 400hs vince il più esperto di tutti, il turco ex-cubano Yasmani Copello (49.08), in una gara con numerosi errori. Secondo l'under 20 brasiliano Alison dos Santos, partito piano e calato meno di tutti in rettilineo (49.20), terzo lo statunitense Kendziera (49.29), presentatosi in testa fino alla curva conclusiva. Ultimo, con frequenze perse intruppando un ostacolo, il terzo dei Trials, Lattin (51.15).

Altre gare non Diamond League: sui 100 donne la tedesca Tatjana Pinto corre meglio di tutte gli ultimi venti metri e vince 11.15 (-0.9) sulle statunitensi Bryant (11.21) e Daniels (11.24), reduci dai successi su 200 e 100 ai Trials. Nella gare di mezzofondo, 1500 all'ugandese Ronald Musagala in 3:35.12 sull'australiano, e altro outsider emergente in chiave Doha, McSweyn, secondo in 3:35.21. Il favorito Tefera (quarto) è stato preceduto anche dallo statunitense Engels (3:35.51). Sugli 800, sorpasso finale dalle corsie centrali dell'irlandese Mark English (1:45.94) sul keniano Alfred Kipketer (1:46.10) e sul britannico Giles (1:46.27). Battesimo tra i "grandi" del fenomeno giovanile Burgin, decimo in 1:47.99. Alla favorita Ajeé Wilson gli 800 donne in un modesto 2:00.76 nonostante il buon lavoro da 57 secondi della pacemaker: seconda la scozzese Sharp in 2:01.09, terza l'altra americana Rogers (2:01.40), che hanno approfittato del calo finale della giamaicana Goule.

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