Bruxelles: Lyles e Hassan, doppio diamante
06 Settembre 2019Lo statunitense (19.74) è il primo a vincere 100 e 200 nella storia della Diamond League. Anche l'olandese fa il bis, 5000 dopo i 1500. Folorunso terza nella gara extra dei 400hs, Vallortigara salta 1,85
di Marco Buccellato
Nella seconda finale della IAAF Diamond League assegnati gli ultimi sedici diamanti a Bruxelles, in una serata a tratti spettacolare, caratterizzata dalla prima doppietta 100-200 maschile realizzata dallo statunitense Noah Lyles, che dopo i 100 si prende anche i 200 in un sontuoso 19.74 (+0.9), e dalla miglior prestazione europea stagionale della britannica Dina Asher-Smith che sfreccia nei 100 metri in 10.88 (-0.3). Conquista il secondo trofeo stagionale anche l'olandese Sifan Hassan che dopo i 1500 fa suoi anche i 5000 (14:26.26 con ultimo giro capolavoro). Settimo diamante, eguagliando il primato dell'astista Renaud Lavillenie, vinto nel salto triplo dallo statunitense Christian Taylor 17,85 (+2.1), che con un salto legale di 17,66 ha migliorato il record del meeting. Nell'alto, Elena Vallortigara non conferma la prestazione di Bellinzona, superando 1,85 con tre errori a 1,89 (dodicesima). Si impone ancora Mariya Lasitskene (1,99). Prestazioni senza acuti anche per le altre azzurre impegnate nelle gare extra del Memorial Van Damme. Sui 400hs, terzo posto di Ayomide Folorunso in 56.80, sesto per Yadisleidy Pedroso in 57.60. Sui 400 metri, sesta Elisabetta Vandi in 54.20. Grandi risultati e gare avvincenti sui 1500 metri uomini, in cui prevale il keniano Timothy Cheruiyot in 3:30.22, e sui 3000 siepi dell'under 20 etiope Getnet Wale in 8:06.92. Successi USA anche per Michael Norman sui 400 metri in 44.26 e per Ajeé Wilson sugli 800 donne in 2:00.24. Ostacoli alti alla giamaicana Danielle Williams in 12.46 (0.0) e allo spagnolo Orlando Ortega in 13.22 (0.0). Negli altri concorsi, poker di diamanti per la greca Katerina Stefanidi nell'asta (4,83), affermazione della tedesca Malaika Mihambo nel lungo 7,03 (-0.9), e per i lanci vittorie nel disco per la cubana Yaimé Perez (68,27) e per lo svedese Daniel Stahl (68,68). Trofeo del peso, nel prologo di ieri, al neozelandese Tomas Walsh con 22,30. Nelle altre gare extra, 400 uomini (seconda serie) per il trinidegno Machel Cedenio in 44.93, mentre il belga Isaac Kimeli si aggiudica i 5000 metri in 13:13.02.
LA CRONACA DELLA FINALE
Elena Vallortigara non conferma i progressi di Bellinzona (1,91) dopo il rientro post-infortunio alla caviglia, chiudendo dodicesima nella gara di Bruxelles. Per la portacolori dei Carabinieri poco brillante con la misura di 1,85 (al terzo tentativo), dopo l'ingresso in gara a 1,80. A seguire, tre prove senza successo a 1,89. Trofeo, il terzo di fila ma il quarto in totale, per Mariya Lasitskene, capace di un percorso netto fino a 1,99, e a gara vinta tentare senza successo i 2,04. A 1,97, ma con fatica, il secondo posto dell'ucraina Yuliya Levchenko, quindi la campionessa di eptathlon Nafissatou Thiam, che per un errore in meno ha tenuto il terzo posto (1,95) al riparo dalla polacca Licwinko. Ultima gara della serata, un extra, i 400 ostacoli in cui Ayomide Folorunso (Fiamme Oro) si è piazzata buona terza (56.80), mentre Yadisleidy Pedroso (Aeronautica) ha chiuso sesta in 57.60. Una gara dai risultati tenici modesti, vinta con largo margine dalla canadese Watson (55.58), una delle specialiste non-USA più in forma delle ultime settimane. Avvio in sincrono per le azzurre, poi la Folorunso (in sesta corsia) ha raggiunto la Pedroso (in settima), superandola prima dell'ultima curva. In rettilineo, la campionessa mondiale universitaria non ha raggiunto la belga Couckuyt, seconda in 56.68. Quinta la favorita, la giamaicana Russell, in un indefinibile 57.34.
Noah Lyles è il primo atleta nella storia della Diamond League a fare doppietta 100-200, dopo che il clamoroso uno-due, in passato, riuscì al femminile a Carmelita Jeter nel 2011 e a Shelly-Ann Fraser nel 2013. A otto giorni dal trionfo di Zurigo sulla distanza breve, lo statunitense ha vinto la "sua" gara preferita con 19.74 (+0.8), scendendo sotto i 19.80 per la quinta volta in questa stagione. La miglior gara dell'anno, in cui Lyles ha trovato fieri avversari nel turco campione del mondo Ramil Guliyev, secondo in 19.86, e nell'ormai definitivamente recuperato canadese Andre De Grasse (19.87), entrambi al miglior risultato stagionale. In 20 netti, ma solo quarto, l'altro canadese Aaron Brown. Una delle più belle finali dei 200 metri nella storia del circuito.
È stata necessaria una prestazione-monstre a Dina Asher-Smith per conquistare i 100 metri donne.
La britannica, che colma il vuoto di successi Made in Europe sulla distanza, ha dovuto esprimersi ai suoi migliori livelli avvicinando il personale e stabilendo il più veloce crono europeo stagionale in 10.88 (-0.3), per riuscire a battere l'eterna Shelly-Ann Fraser-Pryce. Partita da par suo ma non bene come la campionessa d'Europa, la giamaicana ha visto svanire il ritorno al successo in Diamond League, seconda in 10.95 dietro all'ormai inafferrabile britannica. Terza l'ivoriana Ta Lou in 11.09, netta davanti all'orange Schippers (11.22).
Riesce il colpo a Christian Taylor, che vince per la settima volta il salto triplo con un miglior salto a 17,85 (+2.1), condito dalla legalità di un 17,66 (+0.1) che gli vale anche la miglior prestazione nella storia del Memorial Van Damme. Stasera niente brividi con Will Claye, lasciato a oltre mezzo metro (17,22/+1.1), avvicinato nella misura dal terzo triplista USA Craddock (17,17/-1.9). Per completare la gran pedana a stelle e strisce, il quarto posto di Scott (17,14) e la favolosa impresa di Taylor, che eguaglia il primato di Renaud Lavillenie, altrettante volte campione nel salto con l'asta nella storia della Diamond League. Non è ancora un settebello, ma un preziosissimo poker, quello della greca Katerina Stefanidi, che svetta nell'asta donne per il quarto anno consecutivo con il suo miglior risultato della stagione (4,83). Una gara perfetta, vinta senza errori con soli quattro salti (4,63-4,70-4,77-4,83), eguagliata nella misura, ma non nella perfezione della progressione, da Anzhelika Sidorova. Per entrambe, game over a 4,88. Terza la canadese Newman (4,77), solo ottava Sandi Morris.
Show kenyano-europeo sui 1500 uomini di Timothy Cheruiyot in 3:30.22, alla fine di una gara a elastico con i fratelli Filip e Jakob Ingebrigtsen partiti troppo in sordina e in caccia di Cheruiyot a 600 metri dal traguardo, superando via via ogni avversario e, con uno sfrontato Jakob, dando quasi l'impressione di poter raggiungere il keniano, distante ormai una quindicina di metri lungo l'ultima curva. Niente aggancio, ma la sortita del 18enne campione europeo ha entusiasmato, come sempre. E' il terzo trofeo nelle ultime tre edizioni per Cheruiyot, con i fratelli norvegesi degni attori in 3:31.62 (Jabob) e 3:33.33 (Filip). Quarto l'ugandese Musagala in 3:33.90, personale per lo statunitense Engels quinto in 3:34.04.
Spettacolosi anche i 5000 metri donne, vinti con un ultimo giro di rara bellezza dall'olandese Sifan Hassan in 14:26.26 (quinta prestazione europea assoluta), al termine di una gara dai ritmi elevati in cui, negli ultimi 250 metri, ha fatto valere la sua legge con il solito irresistibile finish. Anche per la Hassan, come per Lyles, è il secondo diamante in una settimana, dopo aver spadroneggiato nei 1500 metri di Zurigo. Abdica la keniana Obiri (quarta in 14:33.90 e senza reattività nel finale), che cercava il terzo successo di fila, battuta anche dall'etiope Letesenbet Gidey (14:29.54) e dalla tedesca Konstanze Klosterhalfen (14:29.89). Tutte le atlete giunte al traguardo hanno chiuso sotto i 15 minuti (un record), primato nazionale canadese per la sempre più quotata Gabriela DeBues-Stafford, settima in 14:44.12. Meno esaltante l'800 donne, almeno cronometricamente, vinto dalla statunitense Ajeé Wilson in 2:00.24 davanti alla connazionale Rogers (2:00.67) e all'ugandese Nanyondo (2:00.69). Crisi profonda per una delle migliori specialiste della prima parte di stagione, la Jepkosgei, fuori gara e nettamente ultima.
Il favorito dei 400 metri Michael Norman ha mantenuto le promesse assicurandosi il trofeo in 44.26, battendo il campione uscente Fred Kerley (44.46), che ai Trials aveva preceduto Norman in una gara stellare. Partito molto bene e velocissimo nei secondi 100 metri, Norman ha lasciato sfogare la coppia Kerley-Bloomfield per sorpassarli in rettilineo e imporsi con un'azione meno fluida del solito. Dietro la coppia statunitense, proprio il giamaicano Bloomfield in 44.67, e sotto i 45 secondi anche l'altro quartermiler USA Igbokwe (44.96).
Primo trofeo anche per la tedesca campionessa europea di salto in lungo Malaika Mihambo, che dopo un avvio fulminante (6,97-6,99-7,03 con vento contrario di 0.9), lascia la gara senza essere raggiunta dalle avversarie. Seconda, con un ultimo salto ad aggiustare la classifica, la statunitense Brittney Reese (6,85/+0.6), terza Katarina Johnson-Thompson con 6,73 (+0.9), che agguanta il podio grazie al secondo miglior salto sull'ucraina Maryna Bekh (6,73). Non bene il rientro della campionessa uscente Ibarguen, ancora con i postumi dell'infortunio (6,26). Per la Mihambo, la quinta gara dell'anno all'aperto oltre i sette metri con vento legale.
I 3000 siepi regalano ancora emozioni, come la clamorosa finale dell'anno scorso vinta da Conseslus Kipruto con una sola scarpa. Stavolta il keniano ha trovato un anno sfortunato con problemi fisici e non ha fatto meglio del settimo posto.
Vittoria con finale tiratissimo all'U20 etiope Getnet Wale in 8:06.92, il secondo atleta sotto i 20 anni a sollevare il trofeo (proprio come Kipruto che lo conquistò a 19 anni nel 2013), davanti al marocchino El Bakkali (8:07.08) che dopo l'ultimo ostacolo ha cercato, senza successo fino all'arrivo, di prendersi il successo sfuggitogli per un soffio un anno fa. Terzo l'altro etiope Girma in 8:07.66 (primato personale). Risultati storici per la Diamond League: per la prima volta non vince un keniano, e per di più il migliore (Kigen, 8:10.76) chiude addirittura quarto.
Sui 100hs un dominio, quello della giamaicana campionessa del mondo 2015 Danielle Williams, il cui primo trofeo conferma l'andamento stagionale: a tratti è apparsa irresistibile. Nettissima la supremazia di stasera (12.46/0.0), con un largo vantaggio costruito nella seconda metà di gara ed è sembrata volare rispetto alla primatista del mondo Keni Harrison (12.73), avvicinata al traguardo dall'altra statunitense Ali (12.74). Sui 110hs, per Orlando Ortega un secondo diamante sui 110hs dopo quello vinto nel 2016. Lo spagnolo di nascita cubana ha fatto la differenza negli ultimi due ostacoli per imporsi in 13.22 (0.8) davanti al giamaicano Levy (13.31) e a un discreto Shubenkov (13.33), sulla strada della piena efficienza dopo il rocambolesco infortunio di Rabat, ma non in grado di contrastare Ortega per confermarsi al terzo trofeo consecutivo. Non partito l'altro statunitese Daniel Roberts, un'assenza che ha tolto un po' di pepe alla sfida.
Disco uomini al favorito svedese Daniel Stahl (68,68 a inizio gara): è il primo trofeo per sé e per la Svezia in Diamond League. A oltre due metri e mezzo, rispettando il trend stagionale in cui Stahl regna da inizio stagione, l'austriaco Weisshaidinger (66,03) e il giamaicano campione uscente Fedrick Dacres (65,27), sceso in pedana con ben altre ambizioni. Bis nel disco donne: la cubana Yaimé Perez, che l'anno scorso aveva interrotto la striscia di sei successi della croata Sandra Perkovic, ha rivinto montepremi e diamante al termine di una gara sempre al comando, sancita da una spallata finale di 68,27. Anche per la Perkovic la miglior misura è figlia del lancio conclusivo (66,00), mentre la terza piazza è stata occupata, non senza sorpresa, dalla tedesca Pudenz (63,73) che ha battuto di 20 centimetri una delle favorite, l'altra cubana Caballero. Nel prologo di ieri, anche il trofeo del peso maschile è stato conquistato per il secondo anno di fila dal campione uscente, in questo caso dal neozelandese campione del mondo Tom Walsh al termine di una gara, disputata in centro città, dal riscontro tecnico eccezionale, con tre atleti sopra i 22 metri (quarta volta nella storia della specialità). Dietro Walsh (22,30), il sudamericano primatista di Diamond League Darlan Romani (22,15) e il campione olimpico Ryan Crouser (22,08).
GARE EXTRA - Sesto posto per Elisabetta Vandi (Fiamme Oro) sui 400 metri. La primatista italiana U20, partita in prima corsia, ha chiuso in 54.20. Vittoria alla statunitense campionessa olimpica con la 4x400 Courtney Okolo in 52.13 davanti alla coppia belga Vervaet (53.22) e Laus (53.23). Nella seconda serie dei 400 uomini acuto di Machel Cedenio. Il n.1 di Trinidad chiude in 44.93 su due campioni d'Europa, il britannico Matthew Hudson-Smith (45.63) e il belga Kevin Borlée (45.89). Cinque secondi di progresso cronometrico per il belga di origini keniane Isaac Kimeli, che ha vinto davanti al proprio pubblico i 5000 metri in 13:13.02 superando nell'ultimo km lo statunitense Ben True (13:16.75) e il marocchino Soufiyan Bouqantar (13:18.74).
BRUXELLES - VINCITORI IAAF DIAMOND LEAGUE 2019 |
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UOMINI | DONNE |
200m: Noah Lyles (USA) 400m: Michael Norman (USA) 1500m: Timothy Cheruiyot (KEN) 3000 siepi: Getnet Wale (ETH) 110hs: Orlando Ortega (ESP) Triplo: Christian Taylor (USA) Peso: Tomas Walsh (NZL) Disco: Daniel Stahl (SWE) |
100m: Dina Asher-Smith (GBR) 800m: Ajeé Wilson (USA) 5000m: Sifan Hassan (NED) 100hs: Danielle Williams (JAM) Alto: Mariya Lasitskene (ANA) Asta: Katerina Stefanidi (GRE) Lungo: Malaika Mihambo (GER) Disco: Yaimé Perez (CUB) |
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