Fabbri nel club dei grandi: terzo con 21,27
08 Settembre 2020di Nazareno Orlandi
Sì, ci sta prendendo gusto. La classifica è la fotocopia di due giorni fa a Chorzow, in Polonia, ma quello che cambia al Golden Spike di Ostrava sono i trentuno centimetri in più: Leonardo Fabbri (Aeronautica) lancia 21,27, batte di nuovo il polacco Konrad Bukowiecki (20,80) e il due volte campione del mondo tedesco David Storl (20,79) e si inchina soltanto all’oro olimpico Ryan Crouser (Usa) oggi leggermente meno bombardiere del solito (si fa per dire: 22,43 e altri tre lanci +22) e all’oro europeo Michal Haratyk (Polonia) che firma 21,65. È l’ulteriore conferma che il 23enne fiorentino può (e potrà) giocarsela con tutti i rivali europei e che può ambire a raggiungere anche i top mondiali del peso. Un dato, soltanto un numero, è sufficiente per tratteggiare la stagione esaltante di Fabbri: è la decima gara terminata oltre i ventuno metri, soglia che fino al 2019 aveva solamente sfiorato. E non è finita, c’è ancora il Golden Gala Pietro Mennea da onorare a Roma il 17 settembre. “Ero gasatissimo ma in riscaldamento mi sono sentito un po’ di gambe pesanti, polpacci contratti, sensazioni contrastanti: per fortuna sono riuscito a svegliarmi! Ogni gara sono sempre più a mio agio, ogni volta riesco a mettermi dietro qualcuno dei big che ritroverò nelle gare che contano. E sono veramente contento perché l’obiettivo principale era fare più del 20,96 di Chorzow. Ora mi riposo una settimana e poi voglio lasciare il segno al Golden Gala”. A Ostrava, per l’allievo di Paolo Dal Soglio, anche un 20,24 iniziale e quattro nulli.
TAMBERI SENZA ACUTI - Ostrava non sorride a Gianmarco Tamberi. In una giornata ventosa, con condizioni ambientali difficili per tutti, il primatista italiano dell’alto supera 2,20 e poi lascia la gara con tre errori a 2,24. È una battuta d’arresto per il portacolori dell’Atletica Vomano, accreditato di 2,30 nella stagione outdoor e reduce dal 2,28 degli Assoluti di Padova: potrà riscattarsi la prossima settimana al Golden Gala Pietro Mennea di Roma, giovedì 17 settembre. Tamberi entra a 2,10 senza errori, si libera anche del 2,15 al primo salto, incappa in una “x” a 2,20 ma riesce lo stesso a oltrepassare la quota alla seconda prova. Quattro centimetri più su, però, non ce n’è. E alla fine in classifica sarà terzo. Non cerca scuse il campione europeo indoor, spesso severo con se stesso quando le cose non funzionano: “È un risultato semplicemente imbarazzante. Anche se ci fosse stata la neve non avrebbe giustificato una misura così”, le sue parole, amare. “Dovrò fare una analisi a fine stagione su cosa non ha funzionato in tutta questa seconda parte di gare. Pensare di star bene e saltare in questo modo è davvero frustrante. Non sono un tipo che va in gara ‘tanto per’, ci metto tutta l’anima in ogni salto, ad ogni gara, e uscire con queste delusioni fa davvero male”. Giornata complicata anche per Stefano Sottile (Fiamme Azzurre): alla prima trasferta internazionale dell’anno manda in archivio un 2,15 e poi sbaglia per tre volte 2,20. Stessa sorte per il tedesco campione europeo Mateusz Przybylko (2,15). Si salva soltanto il bielorusso Maksim Nedasekau, leader mondiale del 2020 (2,33): a Ostrava piazza un 2,24 che comunque non dice granché e poi preferisce fermarsi. Secondo è il lituano Andrijus Glebauskas con 2,20 ma un errore meno di Tamberi.
GLI ALTRI AZZURRI - In un Golden Spike memorabile per il mezzofondo azzurro grazie al record di Yeman Crippa nei 5000, c’è pure da registrare il bel miglioramento di Ahmed Abdelwahed (Fiamme Gialle) nei 1500 metri: 3:39.61 e tre secondi quasi esatti di progresso sul recente 3:42.63 per il romano, 24 anni, con un buon curriculum da siepista. È tredicesimo nella gara vinta dal norvegese campione d’Europa Jakob Ingebrigtsen (3:33.92). L’altro romano Federico Riva (Fiamme Gialle Simoni) quindicesimo con 3:45.74. Come logico, nei 5000 fanno gara a parte Sifan Hassan e compagnia (14:37.85 per l’olandese). Per Isabel Mattuzzi (Fiamme Gialle), più siepista che specialista dei 5000, l’intento è lottare nel gruppo delle atlete di pari livello, ma resta presto in solitaria e conclude dodicesima in 15:55.67.
LE ALTRE GARE - Meno splendente del solito Karsten Warholm nei 400hs: il norvegese, per una volta, sbaglia ritmica al penultimo ostacolo e chiude con un normale (per lui) 47.62, decisamente lontano dal record del mondo di Kevin Young (46.78), che il “vichingo” provava ad attaccare, e che nella precedente uscita, a Stoccolma, aveva fatto tremare con il secondo crono di sempre (46.87). Laura Muir prontissima per il Golden Gala: 1:58.84 negli 800 per la scozzese, sulla stessa distanza che la attende a Roma. Battaglia vera al maschile: la spunta il britannico Jake Wightman (1:44.18) su Andreas Kramer (1:44.47) al record svedese, e sul bosniaco Amel Tuka (1:44.51). Emozioni pure dai 1500 con il 3:59.05 della keniana Faith Kipyegon. Lo statunitense Sam Kendricks non vola (5.64), l’asta va quindi al filippino Ernest Obiena (5,74) stessa misura di Renaud Lavillenie ma con meno macchie sul cammino. L’olandese Dafne Schippers (16.56) e l’ivoriano Arthur Cissé (15.15) a segno nella gara spuria dei 150. Triplo a Christian Taylor (Usa, 17,46/-0.4) con la world lead 2020, disco allo svedese Daniel Stahl (66,42).
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