Cronaca di Reggio Emilia 1976 - Maratona Campionati Italiani
11 Dicembre 2020(articolo di Giacomo Crosa sulla rivista Atletica, maggio 1976)
Reggio Emilia - 25 aprile - 63° Campionato Italiano di Maratona
Il 63° Campionato Italiano di Maratona è andato al di là di ogni più ottimistica previsione. Pippo Cindolo ha trionfato da campione consumato: Franco Fava alla sua prima esperienza, ha dato credito mondiale alla sua scelta: tutti gli altri (in 10 sotto le 2 ore 20') con Massimo Magnani grande rivelazione, hanno decretato che il fondismo italiano sta vivendo una nuova, felice età.
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L'unica mia esperienza, per di più indiretta, con la maratona, era legata alla finale olimpica di salto in alto a Città del Messico, in coincidenza della quale era previsto l'arrivo dei maratoneti.
Il "mito di Dorando Pietri", così ben definito dal nostro Enrico Arcelli, trovava in quell'occasione la sua esaltazione: l'immagine di atleti distrutti dalla fatica e dall'altitudine contribuiva ulteriormente a dare l'espressione di una prova più a livello mistico che tecnico. Difficimente nell'Atletica Leggera si creato miti, e qualora questo accada, la loro durata è relativamente breve per poi trasformarsi in semplice ricordo, Quello della Maratona è stato l'ultimo a morire. Parallelamente ad esperienza altrui, i nostri tecnici, seguiti con fiducia dagli atleti italiani, hanno portato avanti proprie intuizioni studiando tutte le componenti di una gara di 42.000 metri; niente è stato lasciato al caso. Si è giunti a Reggio Emilia, sede della 63^ edizione del Campionato Italiano, consapevoli che non sarebbe stata semplicemente una gara per l'assegnazione di una maglia tricolore, ma la sintesi di anni di lavoro, una verifica importante, soprattutto in prospettiva olimpica.
LA PARTENZA
C'è una atmosfera strana, quasi di esaltazione. Tra tecnici, giornalisti e spettatori, gli atleti sono i più calmi. Dei grandi protagonisti Pippo Cindolo sembra molto remissivo; è preoccupato per l'infiammazione al tibiale sinistro che solo miracolosamente e all'ultimo momento si è risolto positivamente. Franco Fava, alla sua prima uscita sulla distanza, lascia trasparire la naturale tensione che colpisce in queste occasioni: "Ho curato tutti i dettagli, farò una gara tranquilla per i primi 30 km, poi si vedrà."
Accaputo, Mangano, Magnani, tra gli out-sider, sanno che devono convincere per potere sperare nel viaggio olimpico.
Per i 147 partecipanti le operazioni di punzonatura" sono veloci e quando mancano pochi minuti alla partenza, che verrà davanti al Palazzo dell'Amministrazione Provinciale in Corso Garibaldi, sono presenti in migliaia di persone.
Gigliotti, gran capo dei Carabinieri, è un po' la voce di tutti gli esperti: "ci sono le premesse perchè questa possa diventare la più grande maratona italiana di tutti i tempi; molti atleti sono allenati a dovere, non dovrebbero mancare le sorprese."
Intanto, dopo una mattinata di sole, la temperatura si rinfresca e, quando alle 15.30 si parte, le condizioni atmosferiche si possono definire ottimali; il percorso è interessante, con caratteristiche altimetriche simili a quelle canadesi ...
LA GARA
Seguiamo la maratona a bordo di una macchina guidata da Sandro Giovannelli, in compagnia di Gianni Gola e del gran saggio Fernando Jelli, che funge da guida indigena.
Per non rimanere imbottigliati nella marea di biciclette, scooters ed auto al seguito, andiamo ad attendere gli atleti nei pressi di Roncina, località a circa 7 km dal via ed ecco la prima sorpresa: Cindolo si presenta solo; sta imprimendo alla gara un ritmo infernale; Fava lo segue a circa 35" precedendo di qualche metro Mangano, Lauro e Magnani, più indietro Accaputo. Presso il centro abitato di Codemondo, al controllo dei 10 km, il vantaggio di Pippo Cindolo su Fava sfiora il minuto; egli è il primo a ricevere l'applauso di un pubblico numerosissimo che fa da insolita cornice al passaggio degli atleti, ogni qualvolta si attraversa un centro abitato. All'uscita di Cavriago ci avviciamo a Cindolo che si volta ripetutamente indietro: "Sono ancora lì ?" chiede; "saranno a 300 metri" rispondiamo, e lui "non bastano" e giù a stantuffare con le sue gambe asciutte. La sua espressione non è più quella remissiva del pre-gara, dal suo viso tirato non appare sforzo, ma fredda determinazione.
Non ci possono essere dubbi: Pippo vuole ripetere il disegno tattico che l'anno scorso, su questo stesso tracciato, gli ha permesso di conquistare il titolo: fuga iniziale e saggia amministrazione del conseguente vantaggio fino al traguardo. Al 15° km, secondo rifornimento, il rilievo cronometrico conferma il ritmo elevatissimo impresso dal battistrada. Ci fermiamo ad aspettare Fava, che transita con 52" di ritardo, seguito come un'ombra dal fido Vincenzo Leone, costretto a lasciare il più riposante ma inquinante motorino per una più ecologica ma impegnativa bicicletta. Franco ci sembra tranquillo, la sua andatura è abbastanza fluida ed "economica". Ad 1'33" fanno coppia Massimo Magnani e Antonino Mangano, accompagnati dal tecnico Lenzi; Luigi Lauro ha perso contatto da questi ultimi e ora insegue a circa 2' insieme con Accaputo. Vincenzo Leone continua a controllare la tabella teorica: "Franco sta andando troppo forte, ma le condizioni ambientali sono eccezionali, c'è molta evaporazione ... si sente dalle mani, ma cosa fa Pippo Cindolo là davanti ?"
Nuovamente ali di folla nell'attraversamento di Montecchio che il Prof. Jelli ci ricorda essere un famoso centro dell'antiquariato e città natale di Delia Scala. Il riferimento al 20° km vede Cindolo sempre più solo. La strada intanto si restringe troppo, e si verificano degli intasamenti che disturbano i maratoneti; raggiungiamo Cindolo al bivio di Barcaccia dopo esserci destreggiati tra un numero imprecisato di ciclisti. Pippo rifiuta la spugna, ci sembra leggermente contratto mentre scrolla continuamente le braccia alla ricerca di una maggiore scioltezza nella parte superiore. Il rettilineo che porta verso Bibbiano è infiliato da un vento freddo su valori di 4-5 m. sec. che crea grosse difficoltà ai corridori. Superiamo il 25° km, Cindolo porta il vantaggio sugli inseguitori a 2'05": Fava intanto è stato raggiunto da uno splendido Magnani ; Mangano li segue a una decina di metri, ma appare in difficoltà a reggere il loro ritmo; più indietro Lauro, Accaputo, che non è mai riuscito a inserirsi, ed un indomabile Umberto Risi, sempre protagonista. Subito dopo, in vista di Bibbiano, Fava decide di attaccare e scende a 1'50": lascia Magnani e Mangano che accusa crisi per i dolori al fegato.
Stiamo indubbiamente assistendo ad una maratona su ritmi di assoluto valore mondiale, con Cindolo, impegnato in una fuga coraggiosa, che cerca di controllare un Franco Fava scatenato in un recupero ricco di speranza.
Ma nell'abitato di Barco accade l'imprevist: appena superato il cartello del 30° km, Fava, il cui ritardo è sceso a 1'30", si blocca ... la tachicardia gli impedisce di proseguire ... si porta le mani ai fianchi, accenna una prima volta a ripartire ... rinuncia, si vede superare da un Magnani lanciatissimo ... poi dopo una sosta di 30" si riprende, incitato da un caldo pubblico che intuisce il suo nuovo dramm. L'azione di Franco è nuovamente agile e redditizia; prima delm 35° km raggiunge e supera di slancio Magnani, e all'uscita di Codemondo vede in fondo al rettilineo il corteo che segue Cindolo; spinge ancora a fondo, ma improvvisamente accusa dei dolori muscolari alla parte sinistra del collo che lo costringono a limitare la propria azione. Contemporaneamente Cindolo ritrova facilità di corsa; viene fuori tutta la sua classe e la sua esperienza; sente vicino il traguardo e con esso la vittoria.
L'ARRIVO
Lasciamo gli atleti quando mancano 3 km alla conclusione per portarci sulla linea del traguardo.
Tutta Reggio Emilia sembra essersi riversata lungo questi ultimi chilometri e Corso Garibaldi è una muraglia di gente entusiasta.
Qualche minuto e Cindolo appare in fondo al viale: a braccia alzate percorre gli ultimi metri raccogliendo meritatamente l'applauso del pubblico e conclude gettandosi letteralmente sul traguardo, raccolto da braccia amiche. Il tempo impiegato è eccezionale, a conferma delle sue capacità e delle sue ambizioni. Tempo insperato anche per Fava, soddisfatto nonostante tutto, e per Magnani, vera sorpresa della giornata.
Poi Lauro, Mangano, Montagnino, tutti ad un livello tecnico non prevedibile neppure dal più azzardato dei pronostici. Sono partiti in 147, hanno concluso in 121, di cui ben 96 oltre il tempo massimo. Ad altri la valutazione tecnica del tutto, per noi il ricordo di una giornata e di uno spettacolo forse irripetibili.
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