Urlo Folorunso: sfiorato il record italiano

14 Agosto 2021

L’azzurra con 54.65 nei 400hs a La Chaux-de-Fonds (Svizzera) si migliora dopo due anni, a 11 centesimi dal primato nazionale: “Finalmente in gara quello che vedo in allenamento”. Aceti al personale: 45.58 sui 400

di Luca Cassai

Continua lo straordinario momento dell’atletica italiana. Stavolta i risultati a sensazione arrivano dal meeting di La Chaux-de-Fonds, in Svizzera, per il primo appuntamento internazionale dopo i Giochi di Tokyo. Nei 400 ostacoli Ayomide Folorunso vola in 54.65 che è il secondo tempo di sempre per un’azzurra, con il primato personale migliorato di un decimo dopo due anni, in una stagione che non aveva ancora visto la 24enne emiliana delle Fiamme Oro esprimersi al massimo. Il record italiano di Yadisleidy Pedroso, stabilito nel 2013 con 54.54, è a soli undici centesimi. Torna a crescere “Ayo” che era scesa sotto i 55 secondi (54.75) quando riuscì a vincere la medaglia d’oro nel 2019 alle Universiadi di Napoli, diventando già la seconda di ogni epoca a livello nazionale. Quest’anno però aveva corso finora in 56.04 e alle Olimpiadi non ha gareggiato, anche se convocata nel gruppo della staffetta. Nel meeting svizzero si aggiudica il successo davanti ad avversarie che a Tokyo erano in pista nei 400hs: la britannica Jessie Knight, seconda oggi in 54.78, e la norvegese Line Kloster, al personale con 55.14, ma anche la sudafricana Wenda Nel, semifinalista olimpica, quarta in 55.56. La studentessa di medicina, allenata da Maurizio Pratizzoli a Fidenza (Parma), è stata più volte protagonista in maglia azzurra nelle scorse stagioni: bronzo agli Europei indoor di due anni fa con la 4x400, di cui è primatista italiana all’aperto oltre che finalista olimpica a Rio. A livello individuale nei 400 ostacoli si è piazzata quarta agli Europei del 2016, poi campionessa europea under 23 nel 2017 e due volte d’oro alle Universiadi (2017 e 2019).

“TANTA VOGLIA DI VINCERE” - “Era ora! Sapevo di essere in forma - esclama Ayomide Folorunso - e non dovevo sprecarla. All’arrivo ho provato una gioia liberatoria, per vedere finalmente in gara quello che dicono gli allenamenti. E avevo tanta voglia di vincerla questa gara, contro le avversarie giuste, perché era da tempo che non mi succedeva. Ho lavorato comunque bene a Tokyo, con ottimi riscontri. Nessuna polemica, perché gli ostacoli fanno parte del percorso, anche nella vita. C’era bisogno però di un risultato e sono davvero contenta. Pensavo che forse sarebbe arrivato alla seconda gara in questa parte di stagione, invece è venuto subito. Negli ultimi giorni ho svolto non più di due richiami tra le barriere, ma evidentemente le mie gambe sapevano cosa fare. Mi fido del mio allenatore, il “prof” Maurizio Pratizzoli, che ci vede lungo e ha continuato a crederci, insieme al mio team. È da mesi che sto lavorando bene, peccato solo per il risentimento muscolare al bicipite femorale destro che mi ha frenata a metà maggio, ma sono riuscita a superarlo. Alle Olimpiadi si è capito che tutto il mondo è cresciuto: se si vuole avere una caratura internazionale, allora 54 è il nuovo 55, per così dire. Ho cambiato qualcosa rispetto agli anni scorsi, con una preparazione un po’ diversa, migliorando il motore e perciò ho dovuto conciliarlo con un nuovo modo di correre tra gli ostacoli. È un lavoro di squadra, anche insieme al tecnico Leonardo Righi con cui ho iniziato a collaborare a Modena, con il fisioterapista Paolo Malpeli, con Elisa Gatti e Silvia Ronchetti, con il posturologo Vincenzo Canali. Sì, ci sono sempre margini di miglioramento, e cercherò altre gare nelle prossime settimane, sui 400hs e non solo”.

ACETI, LA PISTA DEL PB - A La Chaux-de-Fonds è di nuovo il giorno del primato personale per Vladimir Aceti nei 400 metri. L’azzurro raggiunge l’obiettivo con 45.58 e toglie sette centesimi al crono di 45.65 realizzato l’anno scorso nella località elvetica. Netto il progresso nei confronti del primato stagionale, che era di 46.06. Dopo i due record italiani nella 4x400 alle Olimpiadi di Tokyo, ancora una gioia per il 22enne brianzolo delle Fiamme Gialle seguito a Giussano dal tecnico Alessandro Simonelli. Al traguardo è secondo, dietro all’olandese Jochem Dobber (45.15), e con il terzo tempo complessivo visto che nell’altra serie si impone il belga Julien Watrin (45.56) mentre finisce quinto Brayan Lopez (Fiamme Azzurre) in 46.68. Per Aceti anche 20.87 ventoso (+2.6) sui 200 metri che chiudono il pomeriggio.

NEL VENTO: SIRAGUSA 11.39, LAI 10.21 - Azzurri in gara anche sul rettilineo della velocità. Nei 100 metri Irene Siragusa firma il suo miglior crono dell’anno: 11.39 nella finale B però con vento favorevole oltre il consentito (+2.2), al rientro da Tokyo dove con la staffetta 4x100 ha riscritto nuovamente il record italiano. Poi la senese dell’Esercito corre i 200 in 23.21 (+1.6). Star del Résisprint International è la svizzera Ajla Del Ponte, quinta sui 100 alle Olimpiadi, che nella finale A con 10.90 (+1.8) ritocca di un centesimo il primato nazionale centrato ai Giochi. Al maschile ancora più forte il vento alle spalle, ma è comunque notevole il 10.21 (+3.0) nei 100 dello sprinter sardo Luca Lai (Athletic Club 96 Alperia) che nei successivi 200 si migliora con 20.98 (-0.3). Contraria invece la brezza nelle batterie del mattino: Siragusa 11.76 (-1.6) e Lai 10.62 (-1.7), quindi 10.69 (-2.3) di Luca Antonio Cassano (Atl. Firenze Marathon) e 10.72 (-1.9) per Lorenzo Paissan (Lagarina Crus Team). Nei 400 femminili la ventenne Beatrice Zeli (Pro Sesto) con 54.25 abbassa di quattro decimi il proprio limite.

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