Kipchoge 2h02:40 e Kosgei 2h16:02 a Tokyo

06 Marzo 2022

I primatisti del mondo di maratona dominano la 42 km giapponese con prestazioni superlative. Indoor: Nilsen 6,05 a Rouen, Swoboda 6.99 a Torun.
di Marco Buccellato

Nella notte italiana, Eliud Kipchoge è rientrato alle gare vincendo la Tokyo Marathon in 2h02:40, record del suolo giapponese e quarta prestazione di sempre dopo il suo primato mondiale (2h01:39, Berlino 2018), il 2h01:41 di Kenenisa Bekele (Berlino 2019) e il 2h02:37 dello stesso Kipchoge (Londra 2019). Il due volte campione olimpico mancava dalle gare dall'oro conquistato la scorsa estate a Sapporo. Il suo rientro, nella prima maratona World Athletics Elite Platinum Label road race del 2022, è stato straordinario. Kipchoge aggiunge così Tokyo alla collezione di successi nelle World Marathon Majors, che comprende Londra (quattro vittorie); Berlino (tre) e Chicago (una), puntando forse per il futuro a completare l'ideale Grande Slam con Boston e New York. 

In condizioni meteo di sole e basse temperature, Kipchoge ha maturato il successo nell'ultimo terzo di gara, dopo intermedi del gruppo di testa di 14:17 al quinto chilometro, 28:37 al decimo, 43:16 al 15esimo, 57:53 al 20esimo e 1h01:03 a metà gara. Dopo che l'ultimo pacemaker ha esaurito il compito al 27esimo chilometro, Kipchoge ha lasciato la compagnia del connazionale Amos Kipruto al 35esimo chilometro (1h41:30), guadagnando metri e secondi ad ogni chilometro fino al traguardo.

Per il keniano, ovvia miglior prestazione sul suolo giapponese (precedente 2h03:38 di Wilson Kipsang, Tokyo 2017), in una 42 km che ha visto proprio Kipruto secondo in 2h03:13 (personale e nono di sempre sulla distanza), l'etiope Tamirat Tola terzo in 2h04:14 e il primatista giapponese Kengo Suzuki quarto in 2h05:28 davanti all'altro etiope Shura Kitata (2h06:12). Profondità enorme nella classifica ufficiale: dieci sotto le 2h08, ventisette dotto le 2h10, cinquanta sotto le 2h15, di cui ben quarantatre giapponesi! Assente dell'ultimo momento, il vincitore uscente Birhanu Legese.

KOSGEI CHE RITORNO! Anche per la primatista mondiale donne Brigid Kosgei una prestazione mostruosa (2h16:02), la terza assoluta sulla distanza dopo il suo record di 2h14:04 (Chicago 2019) e il vecchio limite di Paula Radcliffe (2h15:25 a Londra nel 2003). Un ritorno al successo dopo l'argento olimpico di Sapporo e il successivo quarto posto a Londra in ottobre in un 2021 senza vittorie (l'ultima a Londra nel 2020, un 2h18:58 per un poker di successi di fila sulla distanza in tre anni). Anche la Kosgei ha stabilito la miglior prestazione all comers sul suolo nipponico (precedente di Lonah Chemtai Salpeter, 2:17:45 a Tokyo due anni fa). 

Intermedi strabilianti, come ovvio visto il timing conclusivo: 32:14 al decimo chilometro, 48:21 al 15esimo, 1h08:06 a metà gara, 1h20:48 al 25esimo, 1h53:08 al 35esimo.

Per la keniana azione decisive dopo altri due chilometri e successo davanti alla coppia etiope formata da Ashete Bekele (2h17:58, undicesimo crono all-time) e Gotytom Gebreslase (2:h8:18 per eguagliare il miglior crono di sempre per un terzo posto, detenuto proprio dalla Bekele), e ancora super-tempi di Angela Tanui (2h18:42), Hiwot Gebrekidan (2h19:10), Mao Ichiyama, moglie di Suzuki, quarto tra gli uomini (2h21:02), Hitomi Niiya (2h21:17), e la statunitense Sara Hall-Bei (2h22:56). Cinque ragazze sotto le 2h20 non è una novità, succede per il quarto anno di fila dopo Valencia (2019 e 2020, dove furono addisittura sei) e Londra (2021), 

NILSEN 6,05 A ROUEN. L'attuale numero uno statunitense del salto con l'asta maschile e argento olimpico Christopher Nilsen ha vinto la tappa di ieri del Perche Elite Tour portando il record nazionale indoor a 6,05 con una progressione al limite della perfezione: netta a 5,51, 5,61, 5,71, 5,81, 5,86 e 5,91, ha riunciato ai 5,96 e superato i 6,01 alla seconda, per poi chiudere la gara con 6,05 al primo tentativo! Un centimetro più su, c'è il record statunitense outdoor di Sam Kendricks (6,06), ma intanto Nilsen si gode la quinta performance al coperto. Dietro di lui, primato nazionale indoor del filippino Obiena (5,91), stessa misura superata dal campione olimpico di Rio Thiago Braz. Nella gara femminile, Tina Sutej ha portato il primato sloveno a 4,80. 

SWOBODA SOTTO I SETTE SECONDI. L'ultima sprinter a riuscire nell'impresa di correre i 60 metri in meno di 7" è stata l'ivoriana Murielle Ahoure, che in 6.97 battè Elaine Thompson di un centesimo nel meeting di Birmingham del 2017. L'ultima europea risale addirittura al 1999, la greca Thanou (iridata a Maebashi in 6.96). Ieri il muro dell'assoluto dei 60 indoor è stato violato da Ewa Swoboda ai campionati polacchi di Torun in 6.99, un centesimo sotto al suo record nazionale e miglior prestazione mondiale 2022. Nella prima giornata anche la world lead nel pentathlon di Adrianna Sulek, con score di 4756 punti (8.36-1,89-13,50-6,26-2:12.82). 

MOKOKA RECORD MONDIALE. Il sudafricano Stephen Mokoka ha migliorato stamane a Gqeberha (già conosciuta come Port Elizabeth) il record del mondo dei 50km di corsa su strada, portandolo a 2h40:13. La cronologia dei primati sulla distanza è nuova di zecca, essendo stati riconosciuti di recente i primati "inaugurali" da World Athletics: 2h42:07 dell'etiope Ketema Negasa, 3h04:24 della sudafricana Irvette van Zyl in gara solo femminile, entambi ottenuti a Port Elizabeth lo scorso 23 maggio, e 2h59:54 della statunitense Desiree Linden dello scorso aprile in gara mista. 

KERLEY APRE. Il vicecampione olimpico dei 100 metri Fred Kerley ha esordito all'aperto tornando sulla distanza che l'ha reso popolare, i 400 metri, correndo in 44.47 in un meeting a Grenada. Non andava così forte sulla distanza, poco frequentata nell'anno olimpico dove si è dedicato quasi esclusivamente allo sprint puro, dalla finale iridata di Doha 2019, dove salì sul podio con la medaglia di bronzo.

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