EuroTeam Day 1, quattro vittorie e primo posto!
23 Giugno 2023Grande prima giornata di gare, in chiave italiana, allo stadio Slaski di Chorzow (Polonia), nel Campionato Europeo a squadre. La formazione azzurra guida la classifica con 9.5 punti di vantaggio sulla Gran Bretagna (141 a 131,5), in forza di ben quattro vittorie individuali: lista dei successi aperta da Sara Fantini nel lancio del martello (con lo stagionale eguagliato a 73,26), e proseguita poi con Nadia Battocletti nei 5000 metri (15:25.09), Tobia Bocchi nel salto triplo (16,84, v. +0.5 m/s), e Samuele Ceccarelli nei 100 metri (10.13, +0.6 m/s). In grande evidenza anche Daisy Osakue, seconda nel lancio del disco con 64,35 (a soli 22 centimetri dal record italiano da lei stessa fissato a 64,57 l'undici giugno scorso a Pietrasanta), e Claudio Stecchi, quinto nell'asta con 5,80, la misura del secondo classificato (e fermato poi dalla regola di Coppa che limita a quattro il numero massimo di errori). Bene anche Osama Zoghlami, quarto nei 3000 siepi (8:30.09), e i quattrocentisti Lorenzo Benati (45.53) e Alice Mangione (51.55). Domani seconda giornata di gare, in campo 19 azzurri. Nel medagliere dell'atletica negli European Games (novità nata quest'anno, con la manifestazione multisport che riunisce i risultati delle tre "Divisions"), Italia al comando con tre ori (Fantini, Bocchi e Ceccarelli) e due argenti (Osakue e Battocletti).
LA CRONACA DELLE GARE
di Marco Sicari
Asta uomini - Anche il recupero di Claudio Stecchi andrà iscritto tra i fatti positivi del 2023. Il fiorentino è bravissimo a superare i 5,80, ma la regola (sempre discutibile) di coppa, che limita a quattro il numero complessivo di errori realizzabili in gara, gli impedisce di piazzarsi meglio che quinto. Purtroppo pesano i falli a 5,55 (misura superata al secondo tentativo), 5,75 (idem) e 5,80 (idem per due), al punto che il primo errore a 5,85 determina la fine della corsa dell'azzurro. A vincere è l'olandese Meno Vloon (5,85), davanti a Karalis (Grecia), Collet (Francia), Lisek (Polonia) e Stecchi, tutti a 5,80, separati solo dal computo degli errori. L'Italia, forte anche del tredicesimo posto del britannico Hague, torna a prendere il largo in classifica, gudaganando 9,5 punti di margine sul team del Regno Unito (141 a 131,5).
100m uomini - Come un protagonista consumato, si concede ai fotografi subito dopo il traguardo, le braccia alzate, a mostrare i muscoli, nella mossa tipica di molti degli sprinter più affermati. Samuele Ceccarelli c'è, non tradisce le attese, vince e convince, spostando con imprevista naturalezza il potrenziale macigno che chiunque, nella condizione di sostituto del totem Marcell Jacobs, avvertirebbe sulla testa. Samuele non si fa impressionare. Reagisce bene allo sparo (0.179), accelera come sa, dai 30 ai 70 è addirittura magnifico; poi, come già accaduto al Golden Gala di Firenze, il 2 giugno, si scompone un pizzico, ma il responso del photofinish - identico a quello della serata fiorentina, almeno sul piano cronometrico - non lascia dubbi. Primo, tempo di 10.13 (+0.6), Samuele Ceccarelli, Italia. L'olandese Bouju è battuto di un centesimo (10.14), il britannico Azu di tre (10.16). Lo sprint parla sempre italiano. La squadra azzurra (quattro vittorie individuali) torna in testa, un punto di margine sulla Gran Bretagna (zero successi individuali!), 129 contro 128 punti. La Polonia è terza con 114, la Germania quarta a 111. Mission accomplished. Almeno per oggi. “Sono veramente tanto contento - il commento nel dopo corsa di Samuele Ceccarelli - credo di aver ripagato al meglio la fiducia che mi è stata data nell'assegnarmi una responsabilità grande come i 100 metri. Sono felice anche della prestazione individuale e consapevole dei margini di miglioramento, soprattutto nella seconda parte di gara, quando ancora mi irrigidisco e tendo a scompormi. Oggi mi è piaciuta veramente tanto la partenza, meglio ancora di quella del Golden Gala di Firenze. Ma credo sia soltanto uno step verso il top della condizione, da 10.13 si può scendere. Questa Italia è uno spettacolo: anche se lo stadio è dispersivo, ho sentito il calore di tutti i compagni (tanti gli "Alé, Cecca!" ascoltati nel silenzio dello start, ndr). E se la staffetta chiama, sono pronto”.
100m donne - Uno start deciso non basta a Zaynab Dosso per scalare la classifica dei 100 metri. E anche l'esame del photofinish non è benevolo, perché tra l'azzurra (quarta nella serie più debole, 11.45, vento +0.1) e la ceca Manasova (seconda, 11.44), c'è un solo centesimo di margine (la spagnola Jael Bestue si impone firmando un buon 11.25). La serie migliore fa nettamente meglio di quella della Dosso (la polacca Ewa Swoboda si impone in 11.09, v +0.1), che scivola quindi al dodicesimo posto. L'Italia perde la testa della classifica, superata di un solo punto dalla Gran Bretagna (114 a 113).
Disco donne - Una magnifica Daisy Osakue abbatte ancora il muro dei 64 metri (64,35), sfiora il suo recente record italiano (64,57 l'undici giugno a Pietrasanta) ma soprattutto conquista con i denti un importantissimo secondo posto che consolida il primato azzurro in classifica. SuperDaisy in azione a Chorzow, in quella che con ogni probabilità è una delle sue migliori gare in carriera: tre volte sopra i 60 metri (serie: 60,22; n; n; 61,37; n; 64,35) ed una presenza agonistica davvero da ricordare.
La tedesca Kristin Pudenz deve sfondare i 66 metri per batterla (66,84), e la pluridecorata Melina Robert-Michon è costretta ad inchinarsi all'azzurra al termine di un confronto al calor bianco (64,21, tra sorpassi e controsorpassi). Italia prima con cinque punti sulla Gran Bretagna (108 a 103), e ben 17 su Portogallo (sempre più stupefacente) e Germania, appaiate a quota 91. “Mi viene ancora difficile dire… record italiano - le parole di Daisy Osakue - Incredibile averlo sfiorato ancora dopo pochi giorni. In pedana siamo tutte amiche, mi sono divertita, è stata una gara bellissima: al penultimo lancio la francese Robert-Michon mi ha ringraziato per averla spronata e io le ho detto… aspetta e vedrai! Quanto mi gasa la Coppa Europa? Troppo! È come se fosse un campionato di società, voglio sempre portare tanti punti alla mia squadra. Ora vado in tribuna a tifare i compagni: ruolo di capo ultras!”
3000m siepi uomini - Una gara coraggiosa porta Osama Zoghlami ai piedi del podio, per un quarto posto (8:30.09) che consente all'Italia di mantenere la testa della classifica, seppure di un solo punto sulla Gran Bretagna. Il palermitano prende decisamente l'iniztaiva a poco più di tre giri dal termine, assottigliando il gruppo e riducendo la testa a soli quattro componenti; nel giro conclusivo, però, l'azione finisce per pesare, con Zoghlami che chiude al quarto posto in scia allo spagnolo Arce (8:25.88), allo svedese Blomberg (8:26.27), e al britannico Seddon (8:27.42).
800m uomini - Qualche errore di valutazione di troppo finisce per appesantire la classifica di Catalin Tecuceanu, undicesimo nel computo complessivo delle due serie con 1:47.81. La ricerca della posizione corretta da parte dell'azzurro non produce mai l'effetto sperato, e quando il plotone imbocca il penultimo rettilineo, Tecuceanu deve attendere per provare a uscire e risalire la corrente, impresa resa ardua dal passaggio a metà in 53.7. Sul rettilineo finale, il nostro recupera con caparbietà due posizioni, ma ormai è tardi per sperare di far meglio di molti degli avversari della prima serie. Beffa tutti lo svizzero Wipfli, primo nella serie (potenzialmente) più debola, con un normale 1:46.73. Italia sempre prima, ma adesso con due soli punti di vantaggio sulla Gran Bretagna (80 a 78).
Triplo uomini - La terza vittoria azzurra porta la firma di Tobia Bocchi, signore del triplo con un ottimo 16,84 (+0.5 m/s), misura che regala all'Italia ancora 16 punti in classifica, e consente al vascello tricolore di prendere il largo in classifica. Dopo quella della Fantini, è anche la seconda vittoria parmigiana della manifestazione, maturata già nei primi tre turni di salti (16,48; 16,78; 16,84); nei tre round conclusivi l'azzurro colleziona altrettanti nulli, ma la situazione non cambia, perché i valori in campo sono ormai chiari. Il turco Er è secondo con 16,71, mentre il greco Tsiamis chiude i conti del podio con 16,38. Anche per Bocchi, come per la Fantini, il premio della medaglia d'oro degli European Games, per aver ottenuto la miglior misura delle tre "Divisions". L'Italia balza al comando con 6 lunghezze sul sorprendente Portogallo, ma le altre sono tutte racchiuse in un fazzoletto di punti. “L’ho gestita nel modo giusto - il commento di Tobia Bocchi - pensando prima a piazzare un risultato per la squadra, e poi pensando a me stesso. È una vittoria importante, che ci fa sperare, anche se è soltanto la prima giornata: la cosa che voglio fare di più è andare sugli spalti a fare il tifo per i miei compagni. Oggi ho avuto anche un pizzico di fortuna, per non dire altro: spesso la sorte ha giocato contro di me, quest’anno invece credo di essermi costruito un po’ più fortuna per me stesso. Ci sono più certezze a livello tecnico e consapevolezze. Peccato soltanto per gli ultimi tre turni: qualche centimetro in più credo ci potesse stare perché nei tre nulli si è visto qualcosina di buono”.
5000m donne - La regina non tradisce mai. Nadia Battocletti vince, dominando, i 5000 metri del Campionato Europeo a squadre, gestendo la corsa dal primo all'ultimo metro, e regolando poi le malacapitate avversarie con una progressione finale, durata poco più di 300 metri, davvero irresistibile. La trentina taglia per prima il traguardo in 15:25.09, siglando un mille metri conclusivo sul piede dei 2:50, ed un 400 metri finale inferiore ai 60 secondi (!). La britannica Nuttall è seconda in 15:29.49, la spagnola Marques è terza in 15:31.04. Cronaca, paradossalmente, povera di spunti, per una corsa dall'esito mai in discussione. Primi 2000 metri coperti in 6:13, sempre con l'azzurra al comando, e con l'afa che sconsiglia decisamente tentativi di uscita dal gruppo. Ai 3000 metri la tedesca Meyer transita in 9:26.84, ma è in realtà il momento in cui l'andatura subisce un primo cambio abbastanza deciso. Si parte? No, sono solo schermaglie, perché il gruppo di testa comprende ancora 11 delle 16 partenti. Ai 4000 metri si passa in 12:35 (3:09 di parziale), con la Battocletti che riguadagna la testa. Il finale è una festa tutta azzurra: Battocletti guida il gruppo e sceglie tempi e modalità dell'azione, quando e come; il giro di pista finale è un dipinto. Braccia alzate, sedici punti per la squadra, che aggancia la Germania in testa alla classifica (58 punti per entrambe, Portogallo e Gran Bretagna terze a 55) dopo cinque delle 37 gare in programma.
“Molto felice per come è andata - le parole della Battocletti nel dopo corsa - anche perché in un paio di precedenti gare non avevo dimostrato quanto posso valere sui 5000. Questa giornata mi dà tanta sicurezza: finire così, mettersi davanti con testa e cuore, pur senza un gran ritmo, è importante e fa piacere. Però me la immaginavo diversa. Credevo che lanciando un po’ il ritmo sarei riuscita ad avere qualche aiuto e qualche cambio. Così non è stato, ma quando ci sono imprevisti fa sempre piacere perché rendono meno monotono il 5000. Non ho sottovalutato mai le avversarie, tra loro c’erano anche diverse specialiste dei 1500. Poi all’ultimo giro ho sentito dentro di me qualcosa che diceva ‘basta, vai, non aspettare più’. E sono andata. Qui in Polonia sono arrivata un giorno più tardi perché mercoledì ho dato un esame all’Università. È andato bene: 28!”.
400m uomini - Lorenzo Benati si conferma in un eccellente momento di forma, correndo il giro di pista, sulla veloce pista dello Slaski, in 45.53, la cifra del primato personale (nove centesimi meno rispetto al 45.62 messo a segno a La Chaux de Fonds il 3 luglio dello scorso anno), anche un centesimo in meno rispetto al miglior tempo italiano dell'anno, il 45.54 realizzato da Davide Re nella svizzera Allmend la scorsa settimana. Benati, impegnato nella seconda delle due serie in programma, parte deciso e rimonta nel finale il ceco Krsek, tagliando per primo il traguardo. Nella serie migliore si vola: il norvegese Ingvaldsen firma il record dei campionati con 44.88, davanti al portoghese Coelho (record nazionale portato a 45.05) e all'olandese Bonevacia (45.06). Benati, nel computo complessivo, è ottavo, con il rammarico di non aver potuto affrontare direttamente due avversari come il francese Sombe (45.49) e lo spagnolo Canal (45.51). La classifica generale è cortissima: sette squadre in sei punti, dall'Olanda (prima con 46) fino alla Gran Bretagna (40), passando per l'Italia, quinta con 42 punti.
Peso donne - La portoghese Dongmo è l'unica a superare i 19 metri (19,07). Monia Cantarella (15,66) si batte come può, ma non riesce ad andare oltre l'undicesima posizione, piazzamento onorevole, oltre che non troppo lontano dal pronostico della vigilia.
400m donne - Una Alice Mangione molto positiva termina al sesto posto la prova del giro di pista. Per l'azzurra un notevole 51.55, soli otto centesimi in più rispetto al primato personale, in una corsa stravinta da una delle superstar della manifestazione, l'olandese Femke Bol, capace, con 49.82, del primato dei Campionati (perolomeno, nella loro nuova versione). Dietro la Bol, notevoli anche i crono sub-51 secondi della polacca Kaczmarek (50.34), e della belga Bolingo (50.95).
Martello donne - Il primo successo azzurro nella manifestazione lo firma Sara Fantini, una delle atlete più quotate del gruppo tricolore, grazie ad un lancio finale di 73,26, eguagliando al centimentro la cifra del primato stagionale. L'emiliana piazza subito una misura da leader (73,02), e gestisce poi, nelle prove successive (72,31; n; n; 70,63), il tentativo di ritorno delle avversarie. Nel sesto e conclusivo round, aggiunge 24 centimetri al suo miglior risultato di gara, piazzando il 73,26 che vale il primo posto. Sedici punti il bottino della Fantini, uno score che mette subito l'Italia nelle posizioni di vertice della classifica. Curiosità: il successo della Fantini vale anche un "oro" nella classifica degli European Games, considerato che il suo risultato è il migliore delle tre Division del Campionato Europeo a squadre. “Per me era importantissimo fare il meglio che potevo per portare punti alla squadra - le parole di Sara Fantini - vestire la maglia azzurra è un onore ma anche una responsabilità. È proprio in queste occasioni che bisogna tirar fuori la parte responsabile di noi. E oggi ho cercato di fare il massimo nonostante alcune problematiche tecniche degli ultimi mesi. Sono convinta che non sarà l’ultima vittoria azzurra e che faremo qualcosa di straordinario, questa è una squadra fantastica”.
(Ha collaborato Nazareno Orlandi)
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