Battocletti sempre più nella storia: argento
10 Dicembre 2023Per la prima volta in 29 edizioni un’azzurra conquista una medaglia nella categoria assoluta agli Europei di cross: ci riesce una splendida Nadia Battocletti, argento nel fango di Bruxelles. Sui 9 km di un percorso pesantissimo al parco di Laeken, l’azzurra si stacca dopo circa 3500 metri dalla norvegese medaglia d’oro Karoline Bjerkeli Grovdal (33:40), al suo terzo titolo consecutivo, ma nel giro conclusivo riesce ad afferrare la seconda piazza (34:35) ai danni della britannica Abbie Donnelly (bronzo in 34:42) e a salire ancora sul podio dopo i quattro ori delle categorie giovanili. Quarto posto per la staffetta mista con Gaia Sabbatini, Mohad Abdikadar, Marta Zenoni e Pietro Arese. Tredicesima piazza per Yeman Crippa (30:47), fuori dalla top ten nella gara vinta dal francese Yann Schrub (30:17).
DONNE - È una lotta nel fango, i piedi affondano, si rischia costantemente di perdere l’equilibrio e quando possibile si cercano i tratti meno macinati a bordo percorso. Il momento chiave arriva poco dopo il terzo di gara (9 km), intorno ai 3500 metri: è lì che la campionessa in carica Karoline Bjerkeli Grovdal scappa via, distanziando tutte le altre, tra cui Nadia Battocletti, rimasta per i primi tre chilometri nel gruppo di testa. In poche centinaia di metri la norvegese che aveva già festeggiato a Dublino e a Venaria Reale scava un distacco troppo largo con le rivali. A rincorrerla c’è soprattutto la britannica Abbie Donnelly, che fino a un paio di chilometri dal termine mantiene un vantaggio sull’azzurra di una manciata di secondi (9 al km 6,8). Sulla campana dell’ultimo giro però le due inseguitrici sono praticamente appaiate. L’operazione sorpasso si concretizza pochi istanti dopo: Battocletti è seconda tra le grandi dopo quattro titoli giovanili, unica donna italiana a essere mai riuscita a vincere una medaglia nella categoria assoluta.
GIOVANI - Buona la prova del valsuganotto Francesco Ropelato nella prova juniores nella gara under 20 vinta a sorpresa dal danese Axel Van Christensen. Il portacolori dell’Us Quercia si fa vedere nelle posizioni calde del gruppo nella prima parte di gara per poi gestire bene la seconda e chiudere in dodicesima posizione. Quarantaduesima invece la giovanissima ledrense Licia Ferrari (Atletica Valchiese), convocata per la sfida under 20 pur essendo ancora nella categoria inferiore. Una prova per fare esperienza per la campionessa italiana U18 di corsa in montagna. Piazzamento analogo per il primierotto Nikolas Loss (Atletica Valle di Cembra) che nella prova under 23 ha potuto festeggiare il debutto assoluto in azzurro con il 43imo posto, utile a propria volta per portare punti alla causa azzurra, anche se a Bruxelles è venuto a mancare lo spunto - in tutte le categorie - per fare largo nel medagliere a squadre di Bruxelles 2023.
Podio che è mancato anche nella staffetta mista dove l’Italia era campionessa uscente dopo il trionfo di Piemonte 2022: Gaia Sabbatini, Mohad Abdikadar, Marta Zenoni e Pietro Arese sono quarti alle spalle di Francia, Olanda e Gran Bretagna.
Insomma, per fortuna che c’è Straordinaria Battocletti a salvare il bilancio azzurro.
“Oggi ho anche imparato a ballare la samba nel fango - le parole di Nadia, 23 anni, trentina delle Fiamme Azzurre allenata da papà Giuliano e come sempre sostenuta anche da mamma Jawhara Saddougui a Bruxelles -. Già il percorso era complesso, poi ci si è messo il fango a dare quello sprint in più. Le traiettorie erano perse, ho provato a recuperare qualcosa nella parte in cui il terreno era più resistente ma non sono riuscita a seguire il primo gruppetto quando si sono staccate. Appena ho preso la ragazza britannica (Donnelly, ndr) mi sono detta ‘adesso non devi mollare neanche un centimetro. Se bruciano le gambe, falle bruciare di più’. E alla fine per festeggiare mi sono buttata nel fango e me lo sono passato anche sulle guance. Ho vissuto una stagione lunghissima, partita dal cross e dalle indoor, passata per la pista e la strada, e terminata di nuovo con il cross. È stata ricca ma soprattutto di passaggio, per farsi trovare alle Olimpiadi nel massimo della forma. Con la gara di oggi credo di aver raggiunto un altro step mentale che può fare la differenza”.
Il piazzamento a squadre è il quinto, considerato il venticinquesimo posto di Valentina Gemetto (36:48) e il ventottesimo di Anna Arnaudo (36:52). Non ai fini della classifica per team, che considera le prime tre della squadra, da segnalare anche il trentatreesimo posto di Rebecca Lonedo (37:05). Ritirate Federica Zanne ed Elisa Palmero. Gran Bretagna all’oro con 18 punti, argento Spagna (37), bronzo Belgio con 38. Poi la Francia (39) e appunto l’Italia (55).
UOMINI - Mai realmente in gara, troppa fatica con queste condizioni, troppe incognite che possono ribaltare i valori. Il tredicesimo posto di Yeman Crippa (30:47) è il verdetto di in un primo pomeriggio senza acuti per il trentino che era stato argento a Lisbona nel 2019 e che nel cross, tolto il ritiro del 2021, aveva sempre combattuto per la gloria. È invece la giornata del francese Yann Schrub, nono ai Mondiali di Budapest nei 10.000 (30:17 nei 9 km di Bruxelles): poco prima che inizi l’ultimo giro, stacca il britannico Hugo Milner, poi fuori dal podio, superato dal norvegese Magnus Myhre (30:20 argento) e dal belga Robin Hendrix (30:22). Niente top ten nemmeno per il favorito della vigilia, il belga padrone di casa Isaac Kimeli (undicesimo in 30:46) che però può consolarsi con l’oro a squadre del suo Belgio (argento Francia, bronzo Norvegia), mentre nel complesso non brillano gli azzurri attesi a una prova consistente come team: l’ottavo posto è frutto della 29ma posizione di Luca Alfieri (31:15), comunque da non buttare, e la 49ma di Iliass Aouani (31:58). A completare il quadro azzurro il 50mo posto di Pasquale Selvarolo (32:02) intraprendente nelle primissime battute, il 68mo di Italo Quazzola (33:13) e il ritiro di Yassin Bouih. “Veramente tosta - commenta Crippa - ero venuto qui molto convinto di fare una bella gara, però il percorso di oggi ha fatto tanta selezione. Col fango non riuscivo a muovermi, ci ho provato in tutte le maniere: riuscivo a correre un po’ meglio soltanto dove non c’era. Questa gara è la conferma che nel cross non conta soltanto essere preparati ma anche sapere affrontare certi percorsi”.
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