4x100 al trionfo, Italia 11 ori e 24 medaglie!

12 Giugno 2024

Stravince la staffetta di Melluzzo, Jacobs, Patta, Tortu in 37.82, argento Iapichino nel lungo con 6,94 e la 4x400 di Sito, Aceti, Meli e Scotti, bronzo Arese nei 1500. Primo storico successo nel medagliere

di Luca Cassai e Cesare Rizzi

Dominio assoluto dell’Italia agli Europei di Roma con 24 medaglie: 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi al termine di sei giornate leggendarie. Per la prima volta in ventisei edizioni, al 1934 a oggi, gli azzurri festeggiano il primo posto nel medagliere: finora erano stati al massimo quarti nel 1978 a Praga e nel 1990 a Spalato. Doppiato il precedente record di medaglie che risaliva proprio a Spalato con dodici podi e cinque ori. Italia in vetta anche nella classifica a punti, a quota 232, mentre il miglior piazzamento era il terzo posto di due anni fa a Monaco di Baviera. Battuto anche il record di finalisti: a Roma sono 45. Una rassegna continentale che riscrive la storia dell’atletica italiana e si chiude con altre quattro medaglie. Trionfa la 4x100 di Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu in 37.82, padrona della finale con un abissale vantaggio su Olanda (38.46) e Germania (38.52), il maggior distacco di sempre agli Europei. Dopo l’oro olimpico di tre anni fa e l’argento mondiale della scorsa stagione, è il primo titolo europeo della storia per il quartetto veloce degli azzurri. Conquista l’argento Larissa Iapichino all’ultimo salto di una sfida appassionante nel lungo con 6,94 (+0.1) a un solo centimetro dal record personale e a tre dal suo primato indoor. Straordinaria prova di carattere della ventunenne fiorentina, ancora sul podio dopo l’argento dell’anno scorso agli Europei indoor, con una serie in crescendo e di grande spessore: 6,82-6,84-N-6,86-6,90-6,94. Nella gara vinta dalla formidabile tedesca Malaika Mihambo a 7,22 (+1.4), migliore prestazione mondiale dell’anno, l’azzurra sorpassa nel turno conclusivo la portoghese Agate de Sousa, bronzo con 6,91, e la tedesca Mikaelle Assani, quarta con la stessa misura. Argento per la staffetta 4x400 maschile con Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli, Edoardo Scotti in 3:00.81 alle spalle del Belgio (2:59.84) e resistendo al rientro della Germania (3:00.82) che viene preceduta al fotofinish. Esaltante la gara degli azzurri, dal neoprimatista italiano Sito alla seconda frazione di Aceti che passa al comando, da Meli che sostituisce Alessandro Sibilio costretto al forfait per crampi in riscaldamento fino a Scotti, autore di un clamoroso parziale di 44.46 lanciato. Splendido bronzo di Pietro Arese nei 1500 metri, guadagnato con una palpitante volata in 3:33.34 dal torinese dopo il quarto posto di due anni fa, mentre si conferma il fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen (3:31.95). È quarta con il nuovo record italiano la 4x400 donne di Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione in 3:23.40, quasi mezzo secondo in meno rispetto al 3:23.86 dell’anno scorso in batteria ai Mondiali di Budapest. Spettacolare la finale dell’asta: il fuoriclasse svedese Armand ‘Mondo’ Duplantis è oro con 6,10 mancando poi di un soffio il record mondiale a 6,25. 

Supremazia schiacciante degli azzurri. Nel medagliere è seconda la Francia, lontana con 4 ori, 5 argenti e 7 bronzi (16 in tutto), terza la Gran Bretagna a 4-4-5 (totale di 13) mentre nella ‘placing table’ l’Italia precede Francia (193) e Germania (163). Due azzurri premiati tra i dieci risultati top della manifestazione, da ricompensare con un bonus di 50mila euro: Leonardo Fabbri, oro nel peso, e Nadia Battocletti, regina del mezzofondo con la doppietta di titoli 5000-10.000 metri. Per la seconda serata consecutiva, in tribuna d’onore il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affiancato dal presidente FIDAL Stefano Mei e dal presidente del CONI Giovanni Malagò, insieme al Presidente del Senato Ignazio La Russa e ai Ministri Andrea Abodi (sport e giovani), Giancarlo Giorgetti (economia e finanze), Daniela Santanché (turismo) e Luca Ciriani (rapporti con il Parlamento). Il commento della premier Giorgia Meloni: “Ancora una vittoria per l’Italia, questa volta nella staffetta 4x100. Orgoglio Tricolore”.

4x100 uomini (finale) - L’Italia non vince: domina. Dopo l’oro olimpico (2021) e l’argento iridato (2023) il quartetto azzurro centra il primo titolo europeo della propria storia nella specialità dopo due argenti (l’ultimo a Barcellona 2010) e tre bronzi con un vantaggio siderale sulla concorrenza: 37.82 il crono azzurro, il migliore in Europa quest’anno e il quarto italiano di sempre, 38.46 il riscontro dell’Olanda seconda, per un distacco di 64 centesimi che è il più ampio di sempre nella storia degli Europei (bronzo alla Germania, 38.52). Anche stavolta, come da Tokyo a Budapest, cambia un elemento nel quartetto: entra Matteo Melluzzo (Fiamme Gialle) in prima frazione (aveva affrontato la seconda in batteria), poi tocca al campione europeo individuale Marcell Jacobs (Fiamme Oro), pilastro azzurro in seconda frazione, quindi alla curva pennellata da Lorenzo Patta (Fiamme Gialle) e alla chiusura di Filippo Tortu (Fiamme Gialle). Melluzzo imprime già a fuoco il marchio azzurro con un’apertura da antologia, il primo cambio arriva con Jacobs già ben lanciato a sfruttarne al massimo le potenzialità e a scavare un distacco che non verrà più recuperato grazie alle ottime frazioni e ai cambi ben gestiti firmati Patta e Tortu. L’Italia è in testa in ogni frazione: gli ‘split’ ufficiali, solo a titolo indicativo, dicono 10.45 per Melluzzo (in curva e dai blocchi), 8.98 per Jacobs, 9.34 per Patta e 9.05 per Tortu. Cifre che si mischiano alla gioia per un’apoteosi d’oro che vedrà premiati anche Lorenzo Simonelli e Roberto Rigali (impiegati in batteria), senza dimenticare due sprinter rimasti in “panchina” ma parte del gruppo come Fausto Desalu e Marco Ricci.

In zona mista c’è l’emozione di Matteo Melluzzo (“Non ho parole, sono troppo emozionato, sapevamo quello che potevamo fare”) e c’è la gioia di chi a un oro di prestigio è già approdato, da Marcell Jacobs (“Siamo entrati in pista molto carichi e pieno di energia, abbiamo dato il 100 per cento. Il movimento è cambiato, tutti scendono in pista non per partecipare ma per fare un grande risultato. L’Italia c’è, l’atletica c’è: a Parigi vi regaleremo tante gioie”) a Filippo Tortu (“Ho sentito tantissimo il pubblico, avevo paura di non sentire l’hop di Lorenzo, è andato tutto per il verso giusto, pensavamo di essere il gruppo giusto per realizzare questa impresa. Sono orgoglioso del lavoro fatto con il professor Filippo Di Mulo e con Giorgio Frinolli, dedico questo titolo a mio padre: volevo dedicargli l’oro dei 200, gli porterò quello della 4x100”) passando per Lorenzo Patta (“Era l’obiettivo che ci eravamo messi sin dall’inizio, contava solo la vittoria”).

Lungo donne (finale) - All’ultimo salto, con una dimostrazione esemplare di solidità agonistica oltre che di talento. Applausi per Larissa Iapichino, argento nel lungo come l’anno scorso nella rassegna indoor di Istanbul. Ma stavolta c’è il pubblico di casa ad acclamare l’azzurra, la tribuna Tevere bollente e uno stadio Olimpico elettrico per le imprese dello squadrone italiano. Una festa che vede tra le protagoniste anche la ventunenne fiorentina, combattiva e in crescita continua nel corso della gara: inizia con 6,82 (-0.1) ed è seconda dietro al 6,87 della portoghese Agate de Sousa, poi Larissa salta 6,84 (-0.6) ma al secondo turno prenota l’oro la tedesca Malaika Mihambo, 7,22 controvento (-1.4) e ‘world lead’ per la campionessa olimpica. Al terzo salto 6,88 (-0.7) della francese Hilary Kpatcha, allunga de Sousa con 6,91 (-0.1) come l’altra tedesca Mikaelle Assani a 6,91 (-0.6) e diventa quinta Iapichino che vola lontano, intorno ai sette metri, ma è nullo di tre centimetri. Poi 6,86 (+1.3) al quarto e 6,90 (-0.8) al quinto tentativo per l’azzurra, quarta in classifica a un centimetro dal podio. Rischia di essere una beffa, ma all’ultimo appello la portacolori delle Fiamme Oro allenata dal papà-coach Gianni Iapichino risponde con 6,94 (+0.1) sfiorando il personale di 6,95 all’aperto e 6,97 indoor. È al secondo posto, incrocia le dita aspettando i salti delle altre, ma Assani e de Sousa non si migliorano e può gioire. A premiarla è la mamma Fiona May, due volte campionessa mondiale e due volte argento olimpico del lungo, oltre che due volte sul podio agli Europei all’aperto (bronzo nel 1994 e argento nel 1998). Un podio dove ora c’è il sorriso raggiante di Larissa.

“Volevo regalare qualcosa di magico anch’io - sorride Larissa Iapichino - e ho cercato sempre di tirare fuori qualcosa in più a ogni salto. Sono molto contenta della consistenza in gara, credo che sia la mia migliore serie in carriera. Avevo un po’ di crampi all’inizio, ma volevo venir fuori da quella situazione. Le occasioni devono essere sfruttate e gareggiare in casa era un’occasione unica. Sono sempre rimasta sul pezzo, all’ultimo salto mi sono detta che dovevo andare a prenderla questa medaglia. Sul podio a mamma Fiona ho detto: ‘Non commuoverti perché altrimenti anch’io scoppio a piangere’...”.

4x400 uomini (finale) - La 4x400 maschile azzurra torna sul podio europeo tra i ‘grandi’ oltre mezzo secolo dopo l’ultima volta (bronzo a Helsinki 1971). Il quartetto composto da Luca Sito (Cus Pro Patria Milano), Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), Riccardo Meli (Fiamme Gialle) e Edoardo Scotti (Carabinieri) è più forte anche della sfortuna e dei crampi in riscaldamento che mettono fuori gioco per stasera l’argento dei 400 ostacoli Alessandro Sibilio. In avvio il milanese Sito stavolta non fa segnare un “44” ma il suo è ancora un ‘lancio’ di gran qualità con 45.13, secondo solo al belga Jonathan Sacoor (45.00). Poi il brianzolo Aceti impone di forza la legge azzurra nel secondo giro prendendo il comando con 45.35 lanciato davanti al Belgio. È una frazione-chiave perché il siciliano Meli parte con grande fiducia e con un giro tenace da 45.87 di ‘split’ cede solo una posizione ai belgi e a Dylan Borlée. Tocca quindi al campione europeo individuale Alexander Doom (Belgio) e tocca a Edoardo Scotti, che nella prima curva va a stringere subito alla corda per prendere la seconda piazza e poi inscena un testa a testa palpitante con il tedesco Emil Agyekum. Il Belgio è oro in 2:59.84 (Doom fa 43.88 lanciato) e il lodigiano Scotti, con un gran 44.46 lanciato, precede in tuffo sul traguardo la Germania di un solo centesimo: 3:00.81, quarto crono italiano all time, contro il 3:00.82 dei tedeschi. Sul podio anche Brayan Lopez che ha corso in batteria. Gli azzurri eguagliano il miglior risultato di sempre nella specialità agli Europei, l’argento di Bruxelles 1950.

È grande la felicità per i quattro frazionisti azzurri d’argento. Sito: “Prendere un’altra medaglia (dopo l’argento della 4x400 mista, conquistato anche da Scotti, ndr) è un’emozione fortissima, pur senza Sibilio abbiamo tirato fuori una prestazione forse anche oltre le nostre possibilità. Io non potevo essere più contento di quest’Europeo”. Aceti: “Le gambe stanno benissimo, peccato non ci sia una gara anche domani. Ho gestito la frazione come avevamo ipotizzato alla vigilia. È un argento che vale oro, siamo una squadra super”. Un commosso Meli: “Ho saputo di correre dieci minuti prima di entrare in call room, avevo paura di rovinare la gara a questi ragazzi, Vladimir in testa mi ha dato tanta fiducia”. Scotti: “Sono contentissimo, ammetto di aver visto in Riccardo un po’ di preoccupazione, ho cercato di caricarlo di gioia, è sempre bello correre con questi compagni. Quando indosso la maglia azzurra e abbraccio questi colori non c’è alibi che tenga. È un Europeo fantastico, non potevamo essere da meno”.

1500 uomini (finale) - L’aveva detto alla vigilia: basta quarti posti. Pietro Arese è di parola: il piemontese delle Fiamme Gialle arriva a un bronzo da batticuore “a sandwich” tra due belgi e alle spalle del solito Jakob Ingebrigtsen, che stavolta decide di non correre rischi prendendo in fretta il comando delle operazioni. In avvio al comando va il portoghese Ignacio Fontes, ma dopo 600 metri è l’olimpionico norvegese a prendere la testa: non la mollerà più, transitando in 1:55.90 agli 800 e 2:14.63 ai 1000, passaggi non banali. Dietro è bagarre, con Federico Riva (Fiamme Gialle) e il britannico Neil Gourley che si fanno vedere: negli ultimi 300 metri il romano però perde posizioni e con Gourley emergono il francese Azeddine Habz, lo spagnolo Adel Mechaal e Arese. Ingebrigtsen trionfa in 3:31.95, alle sue spalle a 70 metri dall’arrivo esce il primatista italiano Arese che deve però vedersela con la rimonta dei belgi: Jochem Vermeulen passa per l’argento in 3:33.30 (personale), ma Arese si tiene alle spalle Ruben Verheyden (3:33.34 contro 3:33.40, tempi di ottimo livello per una gara con medaglie in palio).

Ossama Meslek (Esercito) è 14esimo in 3:36.35, Federico Riva scivola una posizione più indietro, 15esimo (3:37.37). Prima di Pietro sul podio europeo della specialità erano andati solo ‘miti’ del mezzofondo azzurro: Luigi Beccali (oro a Torino 90 anni fa, bronzo nel 1938), il solo omonimo Franco Arese (campione a Helsinki 1971) e Gennaro Di Napoli (argento a Spalato 1990).

Arese torna proprio sui podi sfiorati nelle sue parole del post-gara (era stato quarto a Monaco 2022): “Dopo tanti sacrifici, dopo tanti ‘quasi’, ecco l’anno delle certezze. Ho messo anima, cuore e gambe: sapevo fosse alla portata, un pizzico di rammarico c’è per l’argento molto vicino. Ho messo un mattoncino alla volta, ho messo tanta determinazione in allenamento e fuori dall’allenamento. La dedica va ai miei genitori che non si perdono una gara e sono anche qui: sono stati fondamentali. Devo tantissimo al mio tecnico Silvano Danzi. Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ho raccontato un aneddoto: i compagni di Nazionale mi chiamano ‘il presidente’, lui ha sorriso. Una medaglia in casa a Roma è magica: negli ultimi metri le energie erano finite, sono andato avanti grazie al pubblico, finalmente posso dire di essere un medagliato internazionale. Essere sempre lì vicino a medaglie, finali e record italiani era un po’ frustrante, finalmente ci sono approdato”.

4x400 donne (finale) - Un quarto posto di peso specifico notevolissimo per le azzurre perché accompagnato dal nuovo record italiano timbrato da Ilaria Accame (Libertas Unicusano Livorno), Giancarla Trevisan (Bracco), Anna Polinari (Carabinieri) e Alice Mangione (Esercito) e abbassato a 3:23.40, quarantasei centesimi meglio del quartetto Mangione-Folorunso-Bonora-Trevisan nella batteria dei Mondiali di Budapest. La ligure Accame in prima frazione replica l’ottima prova del round eliminatorio con una frazione da ferma da 51.94 e cambia per quinta (in testa l’Olanda di Lieke Klaver) e aziona una Trevisan in versione extra lusso che fa 50.49 lanciato ed è vicina alla testa della corsa con Rhasidat Adeleke, argento individuale e leader dell’Irlanda. In terza frazione Lisanne De Witte riporta l’Olanda al comando davanti a Irlanda e Belgio, con l’Italia che cambia per quarta con un terzo giro da 51.23 della veronese Polinari. Nell’ultimo giro le arancioni hanno Femke Bol. Gara chiusa? Mica tanto, perché Bol compie una frazione molto conservativa e si limita a spingere sull’ultimo rettilineo, finendo per ricompattare il gruppo alle sue spalle con sei squadre a giocarsi le tre medaglie. L’Olanda porta comunque a casa l’oro in 3:22.39, l’Irlanda è argento con il record nazionale in 3:22.71, il Belgio chiude in terza posizione in 3:22.95 e uno straordinario 49.74 lanciato della siciliana Mangione porta l’Italia al quarto posto davanti alla Francia e alla Polonia della campionessa europea individuale Natalia Kaczmarek. Meglio, agli Europei nella 4x400 femminile, l’Italia aveva fatto solo a Barcellona 2010 e Amsterdam 2016 con il bronzo.

La felicità dopo il traguardo non viene divisa, bensì moltiplicata per quattro. Accame: “Siamo molto felici di questo risultato, abbiamo lavorato tanto per correre questo crono”. Trevisan: “Bellissimo fare il record in questo stadio”. Polinari: “È la ciliegina su questo Europeo: c’era il mio nome nel primato italiano assoluto indoor, ora compare anche in quello all’aperto e sono davvero contenta”. Mangione: “Ho dato il mio contributo alla squadra, ma il record si può ancora migliorare”.

Asta uomini (finale) - La 4x100 azzurra trionfa alle ore 22.55, ma nessuno se ne va per un’altra mezz’ora abbondante. C’è Armand Duplantis, l’atleta che più di ogni altro oggi è autentica icona dell’atletica mondiale: lo svedese infila 5,65, 5,82, 5,92 e 5,97 alla prima prova lasciando “luce” enorme tra sé e l’asticella. Il greco Emmannouil Karalis è il principale sfidante: con 5,87 centra il personale, poi si riserva una prova per ogni misura a 5,92, a 5,97 e a 6,02, tutti falliti. Con il terzo titolo continentale consecutivo in tasca (il quarto in carriera considerando il successo indoor nel 2021) Duplantis supera con la consueta mostruosa facilità 6,10, poi si dedica alla caccia al record del mondo a 6,25 nello stadio in cui ottenne (con 6,15) nel 2020 l’allora miglior salto outdoor di sempre. Il primo assalto fa trattenere il fiato a tutto l’Olimpico prima che l’asticella beffi “Mondo” e tutto il mondo dell’atletica cadendo. Le successive due prove sono meno convincenti, ma la quota è ampiamente nelle corde del formidabile svedese, che aveva già sfiorato la misura il 2 giugno in Diamond League a Stoccolma. Sul podio anche Oleg Zernikel (Germania) e il turco Ersu Sasma bronzi ex aequo a 5,82, con il transalpino Thibaut Collet quinto a 5,82 e beffato da un terzo assalto a 5,87 mancato di un nulla.

10.000 uomini (serie) - Si gareggia a serie e gli azzurri sono tutti nella serie B, che è anche la prima a partire. È una gara che va avanti a brevi strappi, con un gruppo di testa che comprende a lungo tutti e tre gli azzurri, l’argento europeo under 23 Francesco Guerra (Carabinieri), Ahmed Ouhda (Cs Esercito) e Luca Ursano (Atl. Vomano): passaggio ai 5000 da 14:15.49. Davanti resta a lungo Eduardo Menacho, spagnolo campione d’Europa U23 tre anni fa, ma a beffarlo nel finale è il connazionale Jesus Ramos, primo in 28:24.93 davanti a Menacho, autore del crono di 28:25.62. Guerra fa 28:31.15, Ouhda 28:33.50 e Ursano 28:47.63, i primi due nei paraggi del personale. Nel dopogara Guerra spiega: “Era la prima esperienza tra i grandi, partivo con la volontà di fare il massimo”. “Esperienza unica - racconta Ouhda - ho cercato di migliorare il mio primato, ci sono andato vicino”. Ursano ringrazia gli azzurri: “Grazie alla Nazionale che ha creduto in me, si impara tantissimo in queste manifestazioni”. La serie A è decisamente più tattica: si passa in 14:30.41 a metà gara. Lo svedese Andreas Almgren lancia la progressione lunga all’inizio dell’ultimo giro, ma il finale premia Dominic Lobalu, da poco svizzero dopo essere arrivato nella confederazione elvetica da rifugiato nel 2019 (è originario del Sud Sudan): 28:00.32 il tempo per l’oro, 28:00.48 il crono di Yann Schrub (Francia) argento, il bronzo va in Spagna con Thierry Ndikumwenayo (28:00.96) a beffare Almgren (28:01.16). I piazzamenti finali azzurri: Guerra è 23esimo, Ouhda 24esimo, Ursano 30esimo.

800 donne (finale) - La voce del padrone, parafrasando Battiato. In questo caso della padrona della specialità nel vecchio continente, Keely Hodgkinson (Gran Bretagna), argento olimpico e mondiale e campionessa in carica in Europa che resta sempre al comando: 58.55 ai 400 e un finale non scontato, in cui deve rispondere agli assalti della slovacca Gabriela Gajanova, ma Hodgkinson regge e vince in 1:58.65 con Gajanova argento a 1:58.79. Terza la francese Anais Bourgoin (1:59.30) davanti a un’altra transalpina, Lena Kandissounon (1:59.81). Gara sul piano cronometrico rilevante, con sei atlete sotto i due minuti.

4x100 donne (finale) – Dina Asher-Smith (oro sui 100) in avvio, Amy Hunt (settima sui 100) nella terza frazione e Daryll Neita (argento sui 200) a chiudere, con Desiree Henry sul controrettilineo a completare il quartetto. La Gran Bretagna partiva da super favorita e va a prendersi l’oro in 41.91, miglior tempo europeo stagionale (parziali da 11.23 per Asher-Smith, 10.30 Henry, 10.24 Hunt, 10.14 Neita) spinto anche da un po’ di Italia (Hunt e Neita sono tesserate per l’Assindustria Sport). Ottima gara per la Francia in 42.15 (argento), il bronzo va all’Olanda (42.46) che supera nel finale la Svizzera, poi squalificata perché l’ultima frazionista Sarah Atcho-Jaquier perde il testimone prima del tuffo sul traguardo.

Giavellotto uomini (finale) - È Julian Weber, campione in carica, il primo a infiammare la gara: il tedesco stampa 85,94 al primo turno. La risposta di Jakub Vadlejch (Repubblica Ceca) arriva al terzo lancio: 84,66. La leadership del tedesco resiste anche all’assalto del finlandese Oliver Helander (85,75) ma cade all’ultimo turno, quando Vadlejch scaglia l’attrezzo a 88,65 centrando il primo titolo di ampio respiro internazionale della carriera dopo un argento olimpico, uno mondiale e uno europeo. Quarto è il lituano Edis Matusevicius (83,96), in undici finiscono sopra gli 80 metri.

Campionati Europei Roma 2024 - Medaglie e piazzamenti
Oro (11): Marcell Jacobs (100); Lorenzo Simonelli (110 ostacoli); Gianmarco Tamberi (alto); Leonardo Fabbri (peso); Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Filippo Tortu (4x100, in batteria anche Roberto Rigali e Lorenzo Simonelli); Yeman Crippa (mezza maratona); Yeman Crippa, Pietro Riva, Pasquale Selvarolo, Eyob Faniel, Yohanes Chiappinelli, Daniele Meucci (squadra mezza maratona); Nadia Battocletti (5000); Nadia Battocletti (10.000); Sara Fantini (martello); Antonella Palmisano (20 km marcia)
Argento (9): Chituru Ali (100); Filippo Tortu (200); Alessandro Sibilio (400 ostacoli); Mattia Furlani (lungo); Pietro Riva (mezza maratona); Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli, Edoardo Scotti (4x400 uomini, in batteria anche Brayan Lopez); Larissa Iapichino (lungo); Valentina Trapletti (20 km marcia); Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti, Alice Mangione (4x400 mista)
Bronzo (4): Catalin Tecuceanu (800); Pietro Arese (1500); Francesco Fortunato (20 km marcia); Zaynab Dosso (100)
Quarto posto (2): Federica Del Buono (10.000); Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione (4x400 donne)
Quinto posto (4): Fausto Desalu (200); Luca Sito (400); Ayomide Folorunso (400 ostacoli); Elisa Palmero, Sofiia Yaremchuk, Sara Nestola, Federica Sugamiele (squadra mezza maratona)
Sesto posto (8): Manuel Lando (alto); Stefano Sottile (alto); Dario Dester (decathlon); Pasquale Selvarolo (mezza maratona); Riccardo Orsoni (20 km marcia); Elisa Palmero (10.000); Elisa Molinarolo (asta); Sveva Gerevini (eptathlon)
Settimo posto (3): Emmanuel Ihemeje (triplo); Federica Del Buono (5000); Roberta Bruni (asta)
Ottavo posto (4): Osama Zoghlami (3000 siepi); Andrea Dallavalle (triplo); Eyob Faniel (mezza maratona); Dariya Derkach (triplo)

Record italiani (11)
Luca Sito (400) 44.75
Lorenzo Simonelli (110hs) 13.20
Lorenzo Simonelli (110hs) 13.05
Alessandro Sibilio (400hs) 47.50
Dario Dester (decathlon) 8235
Zaynab Dosso (100) 11.01
Nadia Battocletti (5000) 14:35.29
Nadia Battocletti (10.000) 30:51.32
Sveva Gerevini (eptathlon) 6379
Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione (4x400 donne) 3:23.40
Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti, Alice Mangione (4x400 mista) 3:10.69

Altri primati personali
Chituru Ali (100) 10.05
Mattia Furlani (lungo) 8,38 (record mondiale under 20)
Dario Dester (100) 10.76 (eguagliato)
Dario Dester (giavellotto) 63,66
Dario Dester (1500) 4:23.36
Alice Mangione (400) 51.34
Federica Del Buono (5000) 15:00.05
Micol Majori (5000) 15:20.89
Federica Del Buono (10.000) 31:25.41
Elisa Palmero (10.000) 31:38.45
Elisa Palmero (mezza maratona) 1h11:22
Alice Muraro (400hs) 54.73
Linda Olivieri (400hs) 54.99
Sveva Gerevini (100hs) 13.35
Sveva Gerevini (alto) 1,80
Valentina Trapletti (20 km marcia) 1h28:37

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