Parigi: trionfa Iapichino, cadono due record

07 Luglio 2024

L'azzurra vincente in Diamond League nel lungo con 6,82, tappa da sogno nella città olimpica con i primati mondiali di Mahuchikh, 2,10 nell'alto per superare Kostadinova a Roma '87, e Kipyegon 3:49.04 nei 1500, meglio di Firenze 2023

Con le Olimpiadi alle porte, a Parigi l’atletica mondiale si scatena. Due record del mondo nell’ottava tappa della Wanda Diamond League, in un pomeriggio stellare allo stadio Charlety: entrambi mandano in archivio due primati che erano stati realizzati in Italia. L’ucraina Yaroslava Mahuchikh, con un galattico 2,10, supera dopo 37 anni l’iconico record del salto in alto fissato dalla bulgara Stefka Kostadinova allo stadio Olimpico in occasione dei Mondiali di Roma 1987 (2,09). La keniana Faith Kipyegon, con un formidabile 3:49.04, aggiorna dopo un anno il record che lei stessa aveva firmato al Golden Gala Pietro Mennea 2023 dello stadio Ridolfi di Firenze (3:49.11). In chiave italiana, la gioia arriva dalla vittoria dell’argento europeo Larissa Iapichino che si impone nel lungo con 6,82 (vento nullo) a quattro settimane dai Giochi Olimpici dello Stade de France. Filippo Tortu è quarto nei 200 (20.53/-1.4), Zaynab Dosso sesta nei 100 (11.36/-2.0), Lorenzo Simonelli out dalla finale dei 110hs (13.33/0.4 in batteria). A Parigi va in scena anche uno degli 800 maschili più entusiasmanti di sempre: in tre sotto l’1:42, l’algerino Djamel Sedjati 1:41.56, il keniano Emmanuel Wanyonyi 1:41.58, il francese Gabriel Tual 1:41.61, rispettivamente terzo, quarto e quinto della storia.

LUNGO: LARISSA C'È - In Diamond League, ormai, si sente a casa. Dopo le tre prestigiose vittorie della passata stagione (Firenze, Stoccolma, Montecarlo), Larissa Iapichino (Fiamme Oro) torna a esultare nel massimo circuito mondiale: la cifra del successo è il 6,82 del suo terzo salto, senza alcun aiuto dal vento (0.0), misura che le consente di chiudere davanti alla bulgara Plamena Mitkova (6,78/2.2) e alla statunitense Quanesha Burks (6,73/0.5). La sua analisi: “Ero sgonfia, non mi sono piaciuta, ma sono stata brava a venir fuori da una situazione complicata: fare un 6,82 quando non ci si sente benissimo è qualcosa di importante e una Diamond vinta è sempre una Diamond vinta. È stato emozionante gareggiare a Parigi e spero sia di buon auspicio”. Prima dei Giochi sarà di nuovo nel circuito del diamante a Londra il 20 luglio. Nella serie della saltatrice fiorentina il 6,57 d’apertura, due nulli e due salti finali da 6,52 e 6,54. Non decollano le altre super big: settima la tedesca oro olimpico ed europeo Malaika Mihambo (6,60/0.6), debutto stagionale da 6,17 (0.7) e decimo posto per la serba campionessa del mondo Ivana Spanovic.

SPRINT: TORTU 20.53, DOSSO 11.36  - Quarto posto con 20.53 (-0.4) per Filippo Tortu (Fiamme Gialle) nel giorno in cui l’unico sprinter sotto i venti secondi nei 200 è il dominicano Alexander Ogando (19.98). Il campione olimpico ed europeo della staffetta disegna una buona curva, si lancia all’inseguimento di Ogando e dell’ugandese Tarsis Orogot (20.18) e sul rettilineo duella per il terzo posto con il francese Ryan Zeze che lo precede in 20.46. Il vento ci mette lo zampino in maniera piuttosto intensa (-2.0) ma nei 100 non è la giornata migliore per Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre), il bronzo d’Europa, sesta con 11.36, a tre decimi dalla lussemburghese Patrizia Van Der Weken (11.06) che aveva battuto all’Olimpico di Roma. La gambiana Gina Bass 11.09, la polacca Ewa Swoboda 11.16, mentre l’azzurra non riesce a distendersi al meglio e chiude staccata.

OSTACOLI: SIMONELLI OUT IN BATTERIA - Niente finale per il campione d’Europa Lorenzo Simonelli (Esercito) nei 110 ostacoli: l’azzurro non fa meglio di 13.33 nella seconda delle due batterie ed è fuori con lo stesso tempo del francese Sasha Zhoya, avanti per millesimi. “Bene fino al terzo/quarto ostacolo, poi non so cosa sia mancato, se qualcosa legato all’allenamento o qualcosa dal punto di vista mentale”, il commento di Simonelli, che potrà riscattarsi venerdì prossimo al Meeting Herculis del Principato di Monaco, ancora in Diamond League, al cospetto di sua maestà Grant Holloway. Due giapponesi in testa nel primo turno: Rachid Muratake 13.15 (+0.1), Shunsuke Izumiya 13.16 (+0.4), poi lo statunitense Trey Cunningham con 13.20 (+0.1). In finale Zhoya pareggia il personale in 13.15 (-0.6) e precede per millesimi Cunningham.

DUE PRIMATI IN UN'ORA - Un salto nella leggenda. Dopo 37 anni crolla lo storico record del mondo della bulgara Stefka Kostadinova, la perla dei Mondiali di Roma 1987 allo stadio Olimpico, il volo a 2,09 rimasto intatto da allora. L’impresa è dell’ucraina Yaroslava Mahuchikh, un’airone che si libra fino a 2,10, misura ottenuta addirittura al primo tentativo, dopo essersi già migliorata di un centimetro a 2,07 in un pomeriggio che profuma di Giochi Olimpici. A soli 22 anni la saltatrice diventa la regina della specialità, aggiunge il primato del mondo a un palmares già spaziale (l’oro mondiale di Budapest, altri due argenti iridati, il bronzo di Tokyo) e si lancia verso l’obiettivo delle Olimpiadi dopo aver già trionfato agli Europei di Roma. È un record da dedicare al suo Paese e alla sua gente, sempre in pedana con lei, sempre nel suo cuore. Sbaglia una volta a 1,95, una a 2,01, una a 2,03, la fatica comincia a farsi sentirsi nelle gambe, ma l’appuntamento con la storia è lì, e non se lo lascia scappare. Nel mezzofondo, invece, sembra di rivedere Firenze 2023, con la keniana Faith Kipyegon inarrestabile nell’ultimo giro, rilevato in 59.32, per completare i 1500 più veloci di sempre in 3:49.04, sette centesimi meglio di un anno fa nella tappa toscana del circuito. La differenza, stavolta, è che qualcuna riesce a reggere il suo ritmo infernale, ovvero l’australiana Jessica Hull, al traguardo in un altrettanto sonoro 3:50.83, primato d’Oceania, quinta donna di sempre. Le lepri fanno il loro dovere (primi due 400 metri in 1:01.42 e 1:02.40) dopodiché comincia la show della due volte campionessa olimpica che per il secondo anno consecutivo fa esplodere il pubblico di Charlety con un record del mondo (nel 2023 quello dei 5000). Sulla scia delle migliori due, una sfilza di primati personali: Laura Muir in 3:53.79 ritocca anche quello britannico.

800 DELLE MERAVIGLIE - Un 800 così, per somma di valori, non si era mai visto nella storia dell’atletica: in tre (ampiamente) sotto l’1:42 come mai accaduto in passato, rispettivamente terzo, quarto e quinto di ogni epoca. Una sfida entusiasmante, un passaggio a metà gara da capogiro (48.79 del pacer polacco Patryk Sieradzski), una volata magistrale, condotta in rimonta dall’algerino Djamel Sedjati che stampa un 1:41.56 da sogno, due centesimi meglio del favorito keniano Emmanuel Wanyonyi (1:41.58 per migliorare il recente 1:41.70 di Nairobi) ma, incollato, è sensazionale anche il francese campione europeo Gabriel Tual che davanti al pubblico di casa scende a un 1:41.61 da medaglia olimpica, stracciando il precedente limite personale di oltre due secondi (aveva 1:43.99!). Riscritte le liste di sempre: non è più così lontano il record mondiale di David Rudisha in finale ai Giochi di Londra 2012 (1:40:91) e nemmeno l’1:41.11 del primato d’Europa di Wilson Kipketer. Dati statistici da sottolineare: nessuno era mai stato battuto correndo in 1:41.58 (Nijel Amos fu argento a Londra dietro Rudisha con 1:41.73), nessuno era mai arrivato terzo in 1:41.61 (Timothy Kitum 1:42.53 sempre nella finale a cinque cerchi del 2012). Non scherzano nemmeno gli altri, comprimari ma con tempi altisonanti: i keniani Aaron Cheminingwa e Wyclife Kinyamal appaiati a 1:42.08, il belga Eliott Crestan sesto in 1:42.43.

LE ALTRE GARE - Il consueto attacco di Mondo Duplantis (Svezia) al record del mondo di 6,25 nell’asta si conclude con una rinuncia (primo tentativo) e con due errori al secondo e al terzo. Si ‘accontenta’ di 6,00, cinque centimetri meglio dello statunitense Sam Kendricks. Stupendo il duello delle siepi, stesso 8:02.36 per Abrham Sime (Etiopia) e Amos Serem (Kenya), con l’etiope avanti per millesimi, mentre nei 3000 siepi femminili la gloria è per Winfred Mutile Yavi (9:03.68). La dominicana Marileidy Paulino prenota l’oro olimpico dei 400 con 49.20. Non esagera il brasiliano Alison Dos Santos nei 400 ostacoli (47.78), nei lanci 68,07 per la discobola statunitense Valarie Allman, 85,91 per il giavellottista tedesco Julian Weber. [RISULTATI]

IN OLANDA - Nella tappa Gold del Continental Tour in Olanda, ai Fanny Blankers-Koen Games di Hengelo condizionati da freddo e pioggia, quinto posto per l’astista Roberta Bruni (Carabinieri) con 4,42 al terzo tentativo prima di tre errori a 4,52 mentre il successo va della statunitense Gabriela Leon con 4,62. Si piazza decima Marta Zenoni (Luiss) in 4:11:26 nei 1500 della britannica Melissa Courtney-Bryant che prevale con 4:03.58 mentre l’idolo di casa Sifan Hassan non va oltre la quinta piazza (4:04.83). È settima Veronica Besana (Fiamme Gialle) nella batteria dei 100 ostacoli in 13.37 (+0.3) che non basta per la finale. Protagonisti gli atleti di casa: la bicampionessa europea del peso Jessica Schilder al record nazionale di 20,33 per sconfiggere la due volte iridata Chase Jackson (Usa, 20,07) e la cinese oro olimpico Gong Lijiao (20,00) ma anche l’exploit del giovanissimo mezzofondista Niels Laros con il primato mondiale under 20 dei 1000 metri in 2:14.37, la fenomenale Femke Bol stavolta in azione sui 400 piani in 50.02, il record olandese anche per Nadine Visser nella finale dei 100hs con 12.46 (+1.6) sulla scia della portoricana Jasmine Camacho-Quinn, vincente in 12.39. [RISULTATI]

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- RISULTATI PARIGI


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