Simonelli da sogno, Tecuceanu 1:43.75

12 Luglio 2024

Diamond League: solo Holloway batte l’azzurro (13.08) nei 110 ostacoli di Montecarlo. L’ottocentista sfiora lo storico record di Fiasconaro del 1973. Sottile terzo con 2,28, Battocletti 14:41.06, Bruni 4,66

di Nazareno Orlandi

Serata di ‘good vibes’ per gli azzurri nella nona tappa della Wanda Diamond League nel Principato di Monaco. Soltanto la star Grant Holloway batte Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli a tre settimane dalle Olimpiadi di Parigi: 13.01 controvento per lo statunitense (-0.7), 13.08 per il campione d’Europa, a soli tre centesimi dal record italiano realizzato a Roma, un’altra conferma del meraviglioso valore internazionale di ‘Lollo’. È anche la notte di Catalin Tecuceanu, a un passo dal leggendario record italiano di Marcello Fiasconaro del 1973 (1:43.7) negli 800 metri. Con 1:43.75 scende per la prima volta sotto l’1:44 e sfiora anche l’1:43.74 di Andrea Longo del 2000, ma il livello è spaziale: l’azzurro chiude al nono posto sul set dell’algerino Djamel Sedjati sempre più vicino al primato mondiale con 1:41.46. Terza piazza per Stefano Sottile nel salto in alto, convincente 2,28 a soli due centimetri dal 2,30 dei recenti Assoluti: vince il neozelandese Hamish Kerr con 2,33. La campionessa europea Nadia Battocletti è quinta nei 5000 con 14:41.06, secondo tempo in carriera. Quinti posti anche per Roberta Bruni nell’asta con il primato stagionale di 4,66 e Filippo Tortu nei 200 con 20.43 (0.6) nella gara del 19.87 del botswano Letsile Tebogo. Luca Sito non tradisce al debutto nel circuito dei diamanti nei 400 con 45.26 (settimo), vola l’americano Quincy Hall (43.80 migliore al mondo 2024). Pietro Arese dodicesimo con 3:35.19 nei 1500 metri dominati da un sontuoso Jakob Ingebrigtsen (Norvegia), al primato europeo di 3:26.73. Cade il record del mondo dei 2000 al femminile, merito dell’australiana Jessica Hull con 5:19.70 (precedente 5:21.56 della burundese Francine Niyonsaba nel 2021). Il big match dei 400 ostacoli va allo statunitense Rai Benjamin (46.67) davanti al norvegese Karsten Warholm (46.73).

LOLLO A SETTE CENTESIMI DAL RE - No, non è imbattibile Grant Holloway. Con un Lorenzo Simonelli così, si può davvero sognare a tre settimane dalle Olimpiadi di Parigi. Soltanto il re del mondo dei 110 ostacoli, argento olimpico, riesce a domare l’azzurro campione d’Europa. Controvento (-0.7) lo statunitense avvicina i tredici secondi (13.01) mentre l’ostacolista dell’Esercito sfoggia un eccellente 13.08 che intrinsecamente, con la brezza in faccia, vale di più del record italiano di 13.05 corso nella finale continentale dello stadio Olimpico. Bastano cinque giorni per voltare pagina rispetto all’opaco 13.33 della Diamond League di Parigi. Nel Principato, Simonelli avverte, anzi spaventa, tutti gli avversari olimpici, quelli presenti al Louis II e quelli che guardano da casa. Sontuosa la rimonta sugli altri americani Cordell Tinch (13.10) e Trey Cunningham (13.13) che a Parigi non ci saranno, distante il francese Sasha Zhoya (13.25) da cui fino alla scorsa estate Lollo le ‘prendeva’ puntualmente nelle categorie giovanili. Ora la storia si è ribaltata, e l’Olimpiade, dopo l’argento dei Mondiali indoor di Glasgow (dove pure Simonelli fu battuto soltanto da Holloway) è l’appuntamento dei sogni. Fulmineo in partenza, devastante tra le barriere. Tocca ancora l’ultimo ostacolo, il decimo, come nelle uscite recenti, ma non sembra perdere velocità e spinta negli ultimi appoggi. Sette centesimi. Soltanto sette centesimi dal dominatore della specialità. “Non era così distante da me, ora bisogna andare a prenderlo a Parigi - promette il 22enne romano - Domenica ero stanco, ero carico di lavoro nelle gambe, in questi giorni invece ho riposato e ho risposto così. Alle Olimpiadi, potete starne sicuri, darò il massimo”.

TECUCEANU A UN PASSO DALLA STORIA - Un soffio. Trema come non succedeva dal 2000 (Andrea Longo 1:43.74) il mitologico primato di Marcello Fiasconaro del 27 giugno 1973 all’Arena Civica di Milano. Ormai è vicinissimo Catalin Tecuceanu, 1:43.75, spregiudicato nel primo giro, senza timore nel portarsi alle spalle della lepre francese Ludovic Le Meur (passaggio da 49.14), un piano-gara che dimostra tutta la propria volontà di prendersi quel record che resiste da oltre cinquant’anni. Uno sforzo che inevitabilmente l’azzurro delle Fiamme Oro paga nel secondo giro, quando cominciano a scatenarsi tutti gli altri, nella serata che ribadisce il momento galattico degli 800 metri a livello mondiale: l’algerino Djamel Sedjati ormai non stupisce più con il sensazionale 1:41.46 che abbassa di un decimo il già eloquente 1:41.56 di domenica scorsa a Parigi. Chi esplode è lo spagnolo Mohamed Attaoui autore di un formidabile record nazionale di 1:42.04 (aveva 1:44.35!) ed è sempre lì il campione d’Europa Gabriel Tual (1:42.10), meglio del keniano Aaron Cheminingwa (1:42.13), del britannico Ben Pattison (1:42.27) e del campione del mondo canadese Marco Arop: con 1:42.93 si arriva sesti. Pazzesco. E Tecu? Alla fine è nono, e il piazzamento la dice lunga su quanto stia correndo il pianeta in questa fase e su quanto serva migliorarsi ancora per accorciare le distanze. Il padovano stringe i denti negli ultimi trecento metri, tutti in salita, e riesce a togliere 26 centesimi al personale che aveva realizzato ad Asti in maggio (1:44.01). “Ora siamo lì con Fiasconaro! Ho impostato una gara molto aggressiva - racconta - partendo molto forte e passando intorno a 49 e mezzo. C’è un livello che è davvero assurdo, Sedjati può fare il record del mondo. Io torno a casa a testa altissima perché sono contento di come sta andando questa stagione”. Bronzo agli Europei di Roma, quarto ai Mondiali indoor di Glasgow dopo aver firmato il primato italiano al coperto (1:45.00), a Parigi non vuole andare da spettatore. 

IL MIGLIOR SOTTILE ALL'ESTERO - È una bella conferma per Stefano Sottile (Fiamme Azzurre) che in carriera non aveva mai saltato così in alto fuori dai confini italiani e soprattutto in contesti così prestigiosi: il ‘podio’ ideale in Diamond League, sulla pedana benedetta e maledetta per Gianmarco Tamberi (2016, ricordate?), matura grazie ai primi due salti puliti a 2,16 e 2,21, alla terza prova riuscita a 2,25 e poi in virtù di questo 2,28 fatto al secondo tentativo, pochi minuti prima di sbagliare tre volte a 2,31. Misura che nemmeno il coreano Woo Sang-hyeok riesce a superare, circostanza che decreta il terzo posto a pari merito, in una sfida che premia il neozelandese Hamish Kerr: 2,33 alla terza e un errore al 2,38 del possibile mondiale stagionale (prima di ritirarsi) che invece resta nelle mani di Gimbo. Il secondo del lotto è lo statunitense Shelby McEwen (2,31), l’altro Usa non decolla: l’argento mondiale JuVaughn Harrison non va oltre il sesto posto con 2,21. 

AZZURRI, PROVE GENERALI DI OLIMPIADI - Nadia Battocletti è con le africane fino al traguardo, e questo è il segnale dello spessore globale acquisito dalla campionessa europea dei 5000 e dei 10.000, pur senza le avversarie olimpiche al Meeting Herculis. La trentina delle Fiamme Azzurre sigla il secondo risultato in carriera (14:41.06), superiore soltanto al 14:35.29 della favolosa serata dell’Olimpico. Per il gruppo, passaggi da 2:51.96 ai 1000, 5:44.71 ai 2000, poi 8:44.03 e 11:51.67 nei successivi due chilometri, quando procedono in nove lì davanti. Si decide tutto in volata e la più brillante è la keniana Margaret Akidor (1:43.49) con Nadia comunque sulla scia. Può sorridere anche Roberta Bruni (Carabinieri) al miglior salto personale dell’anno con 4,66 alla prima prova, senza errori anche a 4,36, 4,46, 4,56. Ci riproverà per il 4,76 (tre ‘x’) che sarebbe valso il record italiano. Entrambe a 4,88 l’australiana Nina Kennedy e la svizzera Angelica Moser ma la spunta Kennedy per averlo centrato al primo tentativo. Quinta piazza anche per Filippo Tortu (Fiamme Gialle) ma senza i tempi desiderati: il campione olimpico ed europeo della staffetta completa la prova in 20.43, crono simile al tempo corso a Roma per l’argento continentale (20.41). Letsile Tebogo, dando l’impressione di passeggiare, almeno nei trenta metri conclusivi, stampa 19.87 e chiama Parigi. Il doppio argento europeo della staffetta del miglio, e primatista italiano dei 400 Luca Sito (Cus Pro Patria Milano) non si smarrisce affatto al debutto tra le stelle della Diamond League: 45.26 e quarto crono in carriera (meglio solo nei tre turni di Roma). Straripante Quincy Hall (Usa), il primo a violare quest’anno le porte dei 44 secondi. Non è la notte che sperava il bronzo europeo Pietro Arese (Fiamme Gialle), dodicesimo in 3:35.19, mai troppo nel vivo dell’azione dei 1500, che invece è monopolizzata dal ‘cannibale’ norvegese Jakob Ingebrigtsen, record europeo (3:26.73) con vista sul primato del mondo di Hicham El Guerrouj intatto dal Golden Gala del 1998 (3:26.00). Nulla possono i keniani Timothy Cheruiyot (3:28.71) e Brian Komen (3:28.80).

HULL RECORD 2000, A BENJAMIN GLI OSTACOLI SHOW - La settimana più incredibile della carriera sportiva di Jessica Hull: domenica a Charlety un miracoloso 3:50.83 nei 1500, stasera davanti al Principe Alberto di Monaco il record del mondo dei 2000. Che saranno pure distanza mai troppo frequentata, ma il 5:19.70 dell’australiana è decisamente un bell’andare. Dopo quasi tre anni va in archivio il 5:21.56 che la burundese Niyonsaba fissò a Zagabria nel settembre 2021. La super sfida, attesissima, tra i tre marziani dei 400 ostacoli se la aggiudica Rai Benjamin (Usa) uscito come un fulmine dall’ultima barriera, per chiudere in 46.67 e precedere il norvegese Karsten Warholm (46.73), mentre il brasiliano Alison Dos Santos non ha le stesse energie nel finale (e comunque 47.18…). Nei 100 femminili Julien Alfred sfreccia in 10.85 contro Eolo (-1.0), sotto gli undici secondi anche Tamari Davis (Usa) e Dina Asher-Smith (Gran Bretagna) entrambe a 10.99. L’irlandese Rhasidat Adeleke continua a fare sul serio nei 400 (49.17), la cubana Leyanis Perez accarezza i quindici metri nel triplo (14,96/+1.7), la giapponese Haruka Kitaguchi ripropone il consueto ultimo lancio vincente nel giavellotto (65,21). Londra, 20 luglio, la prossima: l’ultima prima dei Giochi.

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Catalin Tecuceanu (foto Sona Maleter/Wanda Diamond League)


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