Magica Battocletti a un passo dal podio

05 Agosto 2024

Serata da film per una fantastica Nadia: è quarta nei 5000 con il record italiano di 14:31.64, ma per due ore è bronzo per la squalifica della keniana Kipyegon, poi riammessa. Osakue ottava nel disco

È quarta una splendida Nadia Battocletti nei 5000 metri alle Olimpiadi di Parigi. L’azzurra migliora il suo record italiano in 14:31.64 mentre la keniana Faith Kipyegon, seconda al traguardo, viene squalificata pochi minuti dopo l’arrivo (per aver ostacolato l’etiope Gudaf Tsegay) ma riammessa dopo un paio di ore dalla giuria d’appello in seguito al ricorso della squadra keniana. Poi viene respinto il controricorso della delegazione azzurra. Finisce ai piedi del podio la campionessa europea, a un secondo dal bronzo, protagonista di una prova maiuscola affrontata con coraggio e consapevolezza. La fuoriclasse trentina si supera in una sfida di altissimo livello, al primato nazionale in una gara inizialmente tattica, per ritoccare il 14:35.29 dell’oro di due mesi fa alla rassegna continentale. Vittoria alla keniana Beatrice Chebet (14:28.56), argento Kipyegon (14:29.60), bronzo per l’olandese campionessa uscente Sifan Hassan (14:30.61). Con una progressione finale entusiasmante, l’azzurra recupera quattro posizioni nell’ultimo giro dopo essere rimasta sempre in contatto con il gruppo di testa e firma il decimo tempo europeo di sempre. Alle sue spalle, la keniana plurimedagliata Margaret Chelimo Kipkemboi (14:32.23), le etiopi Ejgayehu Taye (14:32.98) e Medina Eisa (14:35.43), la norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal (14:43.21) che precede Tsegay (14:45.21).

“Felice per come ho corso con loro, per il record e per aver gestito la gara in questo modo”, commenta Nadia Battocletti, già settima ai Giochi di Tokyo, mentre aspetta gli sviluppi del ricorso keniano contro la squalifica. “Mi sono divertita tantissimo, sono cresciuta e soddisfatta del quarto posto, di aver combattuto fino alla fine. Ho accantonato l’infortunio, non pensandoci. E ho imparato tanto, anche dalle gare meno belle come l’anno scorso ai Mondiali, che mi hanno fatto diventare più forte”. Dopo i due ori agli Europei di Roma (5000 e 10.000) continua a far sognare la 24enne allenata dal papà-coach Giuliano, annunciata anche a Parigi al via della distanza più lunga, venerdì sera. L’episodio incriminato avviene a due giri dal termine: all’interno corre la campionessa iridata Kipyegon, affiancata all’esterno dalla primatista mondiale Tsegay. Si toccano con i gomiti, quindi la keniana strattona il braccio dell’avversaria etiope che effettua il momentaneo sorpasso. Poi torna al comando Kipyegon, quando mancano 500 metri, superata nel rush finale dalla connazionale Chebet.

A mettere il sigillo su un’altra serata palpitante allo Stade de France, il record mondiale nell’asta del fenomeno svedese Armand “Mondo” Duplantis con 6,25, un centimetro oltre il suo 6,24 di aprile a Xiamen. Nel disco ottava Daisy Osakue con 63,11 al primo lancio, per la prima volta tra le migliori otto e alla seconda finale olimpica di fila. Conferma d’oro per la statunitense Valarie Allman (69,50). La regina degli 800 è la britannica Keely Hodgkinson con 1:56.72. Avanti nei 200 metri i due campioni olimpici azzurri: Fausto Desalu si qualifica alle semifinali con la seconda piazza in 20.26 (+0.1), terzo tempo in carriera, mentre Filippo Tortu si prende il terzo posto nella sua batteria con 20.29 (-0.1). Sarà invece di nuovo in pista domani mattina nel turno di ripescaggio Diego Pettorossi che in 20.63 (+0.2) arriva quarto. Eliminati nei 3000 siepi Osama Zoghlami, vicino al primato stagionale in 8:20.52 per l’ottava posizione, e Yassin Bouih, undicesimo con 8:40.34 in altra batteria.

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5000 donne (finale) - Sembrava impossibile lottare per le medaglie, ma solo per chi non conosce la classe e il carattere di Nadia Battocletti. La regina del mezzofondo europeo sfiora il podio a cinque cerchi e ci crede fino alla fine in un ultimo giro sensazionale, al cardiopalma. Nella lista di partenza ha l’undicesimo tempo di accredito su sedici partecipanti, al suono della campana è ottava ma si scatena in un recupero prodigioso. Quando l’olandese Hassan, in coda al gruppo di otto atlete, cambia marcia per rientrare sulle battistrada, Nadia reagisce superando le tre etiopi: Tsegay e Eisa all’inizio della tornata conclusiva ed è sesta, poi anche Taye nell’ultima curva proseguendo con la keniana Kipkemboi all’imbocco del rettilineo. Si avvicina anche al terzo posto di Sifan Hassan, distante poco più di un secondo, ma arriva quarta. È nella zona mista delle interviste tv quando le viene comunicata la squalifica della keniana Kipyegon, seconda dopo essere stata superata dalla connazionale Chebet. L’azzurra si mette le mani sul volto, incredula. Per un paio di ore accarezza l’idea del bronzo, fino alla decisione della giuria d’appello che ripristina la classifica iniziale. Ma resta la meravigliosa prestazione che porta al record italiano, malgrado un avvio tutt’altro che veloce: primo mille in 3:10.6 con Grovdal davanti e Battocletti a controllare in seconda posizione, quindi 6:05.4 e 9:00.1 con l’iniziativa delle africane (Taye, Tsegay e Chebet) mentre l’azzurra è sesta al centro di un gruppo ancora folto, 11:54.83 per un ritmo costante intorno a 2:55 o poco meno. Serata d’oro per Beatrice Chebet, dopo due titoli mondiali nel cross e due medaglie iridate nei 5000 metri: argento nel 2022 e bronzo nel 2023.

Disco donne (finale) - Per la prima volta si piazza tra le migliori otto in una rassegna globale. È un ottavo posto che fa sorridere quello di Daisy Osakue, brava a sferrare un lancio a 63,11 con il primo tentativo. Alla sua seconda finale olimpica consecutiva nel disco, la torinese coglie un piazzamento di rilievo dopo essere stata dodicesima a Tokyo e anche ai Mondiali di Budapest nella scorsa stagione. Ed è la stessa identica misura della qualificazione, a tre giorni di distanza, confermando la sua stabilità di rendimento: “Bisogna fidarsi delle persone che si hanno accanto e non mollare. In questa stagione a un certo punto sembrava che non avesse senso continuare oltre, ma in fondo al tunnel c’è una luce e non potrò mai ringraziare abbastanza la mia coach Maria Marello”. La gara prende subito la piega giusta con l’azzurra che si colloca subito in buona posizione, sesta nel turno iniziale. Poi diventa settima quando la statunitense campionessa in carica Valarie Allman fa volare l’attrezzo a 68,74 dopo un nullo e va in testa, infine ottava con il 65,37 al quinto tentativo della tedesca Marike Steinacker (quarta in classifica). Non incrementa l’azzurra che infila tre nulli prima di chiudere con 62,53 e 60,31. Bis d’oro per Allman, cresciuta a 69,50 nel quarto ingresso in pedana, mentre è combattutissima la lotta per l’argento: 67,51 della cinese Feng Bin, favorita dal secondo miglior risultato, e anche della croata Sandra Elkasevic, medaglia di bronzo. Nella storia dell’atletica italiana, soltanto Edera Cordiale ha fatto meglio alle Olimpiadi nel disco femminile con l’argento di Londra 1948.

200 uomini (batterie) - La pratica del primo turno è risolta per i due azzurri campioni olimpici della staffetta che nei 200 metri vanno in semifinale. Si comporta bene Fausto Desalu, autore di un bel secondo posto in batteria con il pregevole crono di 20.26 (+0.1). Non è velocissimo in partenza dalla corsia più esterna, la nona, ma accelera in rettilineo e conquista il pass nella scia del liberiano Joseph Fahnbulleh (20.20), quinto ai Giochi di Tokyo, e davanti al sudafricano primatista mondiale dei 400 metri Wayde van Niekerk (20.42). È il terzo tempo in carriera per il campione tricolore in carica, fresco di record personale con il 20.08 di metà luglio a La Chaux-de-Fonds che lo ha fatto diventare il secondo italiano di sempre alle spalle soltanto del mito Pietro Mennea: “L’obiettivo era la Q maiuscola - racconta Desalu - ed è arrivata. Ho fatto la gara su me stesso, all’uscita di curva sono venuto fuori e ho continuato a spingere. Ero calmo, ma all’ingresso nello stadio così pieno è stata un’emozione, quasi mi si sono bloccate le gambe”. Promosso senza dover pensare al ripescaggio anche Filippo Tortu che agguanta la terza piazza in 20.29 (-0.1). A sua volta senza riferimenti, in corsia numero otto, l’argento europeo con una buona fase finale concretizza la rimonta sul canadese Brendon Rodney (quarto in 20.30 e per il momento escluso) alle spalle del bronzo mondiale Letsile Tebogo (Botswana, 20.10) e di Makanakaishe Charamba (Zambia, 20.27). Quinto lo svizzero oro continentale Timothé Mumenthaler (20.63) che aveva battuto ‘Pippo’ a Roma mentre per infortunio si ferma il sudafricano Benjamin Richardson (19.99 quest’anno). “Avrei voluto fare meglio - spiega Tortu - ma sono contento. Era importante chiudere nei primi tre in una batteria veloce, per risparmiarmi il turno di domani. Posso migliorare qualcosa e non vedo l’ora di correre la semifinale”. Appuntamento alle 20.02 di mercoledì, invece Diego Pettorossi tornerà in azione domani mattina (ore 12.30) nel ripescaggio dopo il quarto posto con 20.63 (+0.2) nella batteria dominata in 19.96 dallo statunitense Kenny Bednarek, argento olimpico tre anni fa. Sotto i venti secondi anche Erriyon Knighton con 19.99 (+0.2). All’indomani dell’oro nei 100 metri Noah Lyles corre in 20.19 (+0.1) e precede Andre de Grasse (20.30).

3000 siepi uomini (batterie) - Corre con generosità Osama Zoghlami, anche se non viene premiato con un posto in finale sui 3000 siepi. Nella seconda batteria si parte forte (2:40 il primo chilometro) e il siciliano viaggia intorno alla nona piazza nella fila allungata. Poi si mette a tirare, resta a pochi metri dal quintetto di testa ma non avviene il ricongiungimento e così nell’ultimo giro perde un paio di posizioni: al traguardo è ottavo in 8:20.52 a un secondo dal primato stagionale. Vince il marocchino Mohamed Tindouft (al personale di 8:10.62) che precede l’etiope Samuel Firewu (8:11.61), il keniano Abraham Kibiwot (8:12.02), il giapponese Ryuji Miura (8:12.41) e l’indiano Avinash Sable (8:15.43). “Ho cercato di gestirmi al meglio quando ho visto che il ritmo era veloce - commenta Zoghlami - ma ho dato il 110 per cento. Non sono quello del podio europeo di due anni fa, perché mi è mancata la continuità nella preparazione a causa dei problemi fisici. Voglio arrivare alla mia terza Olimpiade e ce la metterò tutta”. Finisce nelle retrovie Yassin Bouih nella prima batteria. Dopo un avvio lento (split di 2:54) è l’etiope Getnet Wale a portarsi al comando: il gruppo si spezza intorno a metà gara con otto atleti davanti e tra loro non c’è l’emiliano che arriva undicesimo in 8:40.34. All’inizio del giro conclusivo passa a condurre il marocchino oro olimpico e bicampione mondiale Soufiane El Bakkali che si impone in 8:17.90 sull’ugandese Leonard Chemutai (8:18.19), terzo Wale con 8:18.25. Riammesso il keniano Amos Serem, che sarebbe escluso con il sesto posto in 8:18.41 ma viene ostacolato alla penultima riviera quando va troppo all’interno, evita la barriera e poi è costretto a tornare indietro per superarla. “Non è stata giornata - le parole del campione italiano - proprio oggi le gambe non mi hanno seguito”. Terza batteria all’etiope primatista mondiale Lamecha Girma in 8:23.89.

Asta uomini (finale) - La nona di Mondo. Tanti ormai sono i record del prodigioso svedese che sceglie il palcoscenico più importante per una nuova sinfonia e sposta ancora i limiti di un centimetro: 6,25 alla terza e ultima prova dopo una serata senza errori a tutte le altre misure, anche a 6,10. Ma non c’è solo Armand Duplantis nella gara in cui Sam Kendricks (Usa) è l’unico a 5,95 per l’argento e il greco Emmanouil Karalis fa tutto bene fino a 5,90 conquistando il bronzo, quarto invece il filippino Ernest Obiena con 5,90 ma un nullo fatale a 5,80.

800 donne (finale) - Dopo una serie di argenti (uno olimpico e due mondiali) finalmente l’oro per Keely Hodgkinson che va in testa al termine del primo giro e ci rimane: 1:56.72 è la cifra della vittoria. La 22enne britannica all’ultima curva viene affiancata dall’iridata keniana Mary Moraa che però non passa e si deve accontentare del bronzo (1:57.42) con la seconda piazza per l’etiope Tsige Duguma (1:57.15 PB) già oro mondiale indoor quest’anno.

200 donne (semifinali) - Bronzo a Tokyo, poi argento ai Mondiali dell’anno scorso a Budapest. Vuole continuare l’escalation Gabby Thomas che firma uno scintillante 21.86 (+0.2) in semifinale nei 200 metri. La statunitense vince per distacco sull’ex iridata britannica Dina Asher-Smith (22.31) mentre rimane fuori la svizzera campionessa europea Mujinga Kambundji, quarta con 22.63. L’oro dei 100 metri Julien Alfred (Santa Lucia) punta a un’altra medaglia e corre in 21.98 (0.0) davanti alla nigeriana Favour Ofili (22.05), successo parziale anche per Brittany Brown (Usa) con 22.12 (+0.1).

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