Iapichino quarta a Parigi, Vissa supera Dorio

08 Agosto 2024

Alle Olimpiadi l’azzurra del lungo a nove centimetri dal podio con 6,87. La mezzofondista nei 1500 dopo 42 anni migliora il primato italiano in 3:58.11 ma niente finale

Ci prova fino in fondo Larissa Iapichino, quarta nel lungo alle Olimpiadi di Parigi. Ai piedi del podio l’azzurra che atterra a 6,87 (-0.1) a nove centimetri dalle medaglie nella prima finale a cinque cerchi della carriera. La vicecampionessa europea ripete la stessa misura della qualificazione, due giorni dopo, e dimostra stabilità con tre salti sopra 6,80 però manca l’acuto: il migliore al secondo tentativo, poi 6,83 al quarto e 6,85 all’ultimo, ma anche due volte 6,78 e un nullo. Oro alla statunitense Tara Davis-Woodhall, già iridata indoor quest’anno, che decolla a 7,10 (+0.8) e in precedenza a 7,05 per battere la tedesca campionessa uscente Malaika Mihambo, argento con 6,98 (+0.5), mentre l’altra americana Jasmine Moore si prende il suo secondo bronzo di questa edizione, dopo quello del triplo, con 6,96 (+0.2). Per la ventiduenne fiorentina, 6,94 un paio di mesi fa agli Europei, sarebbe servito un balzo nei dintorni del personale di 6,97 indoor e 6,95 all’aperto.

Nel mezzofondo cade un record italiano storico. È straordinario il crono nei 1500 di Sintayehu Vissa che corre in 3:58.11 e supera dopo quasi 42 anni il mitico primato nazionale di 3:58.65 stabilito da Gabriella Dorio a Tirrenia il 25 agosto del 1982. Un risultato fragoroso che non basta per conquistare un posto in finale, perché l’azzurra chiude decima in una velocissima semifinale vinta dall’etiope Diribe Welteji in 3:55.10. Eliminata anche Ludovica Cavalli, dodicesima con 4:03.59 nell’altra gara del turno intermedio. Prosegue l’eptathlon di Sveva Gerevini che si migliora nel peso con 12,80 e avvicina il personale sui 200 con il secondo tempo in 23.58 (+0.4) per il tredicesimo posto in classifica a quota 3703 dopo quattro gare su sette, indietro di soli 32 punti sulla tabella di marcia del suo record italiano.

Ancora una serata di emozioni forti con il portentoso record del mondo di Sydney McLaughlin nei 400 ostacoli in 50.37, all’indomani del 25esimo compleanno, per continuare a spostare i confini oltre l’immaginabile: 28 centesimi in meno rispetto al 50.65 dei Trials di fine giugno a Eugene. L’olandese Femke Bol cerca di tenerle testa ma è terza in 52.15 superata da Anna Cockrell (Usa), quarta di sempre con 51.87. Entusiasmante la finale dei 200 con il trionfo di Letsile Tebogo in un sontuoso 19.46 (+0.4) e così il 21enne del Botswana, già due volte sul podio iridato l’anno scorso, migliora di quattro centesimi il suo record africano (quinto tempo di ogni epoca) con la dedica per la mamma scomparsa a maggio. Sul podio anche gli americani Kenny Bednarek (19.62), di nuovo argento come a Tokyo, e il campione dei 100 metri Noah Lyles (bronzo in 19.70) a cui non riesce la doppietta già centrata ai Mondiali. La corona d’Olimpia nei 110 ostacoli è finalmente dello statunitense Grant Holloway in 12.99 (-0.1) e tre millesimi decidono il secondo posto in favore del connazionale Daniel Roberts (13.09) sul giamaicano Rasheed Broadbell (13.09). Vola il giavellotto del pakistano Arshad Nadeem a un formidabile 92,97 (sesto alltime) per avere la meglio sull’indiano campione uscente Neeraj Chopra (89,45), terzo il grenadino Anderson Peters (88,54).

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“Molto costante, ma non c’è stata la punta - ammette Larissa Iapichino - e non posso essere contenta per la stessa misura che avevo già fatto in qualificazione al mattino. Era fattibile, alla mia portata, un’opportunità immensa. Mi dispiace essermi fatta scivolare la medaglia dalle mani. Stavo molto bene dal punto di vista tecnico, però oggi si è accesa una piccola fiamma e non la miccia, è mancato qualcosa. Quasi mi viene da dire che non ho creduto abbastanza in me stessa. Penso che queste siano le lezioni più importanti, ora voglio continuare a lavorare.

Tra quattro anni cercheremo di non farci sfuggire l’occasione, ma di prenderla al volo”.

Lungo donne (finale) - È il suo miglior piazzamento in un evento globale, dopo essere stata quinta nella scorsa stagione ai Mondiali e settima quest’anno alla rassegna iridata indoor. Ma è chiaro che il quarto posto sta stretto a Larissa Iapichino, perché la consistenza di misure esibita anche nella finale olimpica non si è tradotta in un picco, almeno per il momento. Ci sarà tempo, per chi ha solo ventidue anni e una carriera ancora davanti, oltre a tanto talento. Al primo salto l’azzurra fa 6,78 (-0.3) superando il 6,77 (+0.3) di Mihambo per un centimetro, Davis parte da 6,93 (-0.7) ma chi spariglia le carte è Jasmine Moore, bronzo del triplo: 6,96 (+0.2) con una pedana perfetta (0.6 cm). Secondo turno: Mihambo 6,81 (-0.4) e Larissa risponde subito con 6,87 (-0.1) per riprendere il bronzo virtuale, mentre Davis firma il 7,05 (+1.1) che la riporta al comando. La nuova replica di Mihambo al terzo round con 6,95 (+0.4) fa uscire dal podio Iapichino, stavolta meno incisiva con un nullo più corto degli altri, poi al quarto Davis spara un 7,10 (+0.8) e al quinto Mihambo diventa seconda con 6,98 (+0.5).

1500 donne (semifinali) - La gioia di aver battuto un primato prestigioso, la beffa per l’esclusione dalla finale olimpica. C’è tutto questo nella splendida e crudele semifinale dei 1500 che vede Sintayehu Vissa entrare nella storia con l’eccezionale tempo di 3:58.11. Era da 42 anni che resisteva il primato italiano, il leggendario 3:58.65 a Tirrenia nel 1982 di Gabriella Dorio che un paio di stagioni più tardi sarebbe diventata campionessa a cinque cerchi a Los Angeles. Nessuna era riuscita ad avvicinarlo da allora, nessuna era tornata a varcare il muro dei quattro minuti. L’impresa è della 28enne friulana di origine etiope che quattro anni fa si è trasferita negli Stati Uniti per gli studi universitari prima di diventare una ‘pro’ dell’atletica oltreoceano. “Per ora mi prendo il record, poi la finale arriverà - racconta ‘Sinta’ - e ce ne saranno altre di gare. È un onore essere la prima italiana a battere questo primato dopo tanti anni, mi ripaga del duro lavoro e delle scelte che ho fatto. La gara? Bellissima! Me l’avevano detto tutti che non avevo niente da perdere e quindi ho osato, pensando sempre a rimanere vicina a chi avevo davanti. Se devo crescere in questo modo, va bene così e qui ho vissuto un sogno”. Alla terza gara in tre giorni, toglie più di due secondi e mezzo al personale (4:00.69) di martedì mattina in batteria che non era stato sufficiente per passare direttamente il turno, dovendo poi affrontare (e vincere) il ripescaggio. Stessa sorte questa volta: si piazza decima in semifinale dove l’ultima delle qualificate è Agate Guillemot, sesta con il record francese di 3:56.69. Si corre a ritmi folli, con l’etiope Gudaf Tsegay a dettare il ritmo (poi quarta in 3:56.41) e la connazionale Diribe Welteji a imporsi in 3:55.10 sull’australiana Jessica Hull (3:55.40) e Nikki Hiltz (Usa, 3:56.17), poi quinta la keniana Susan Lokayo Ejore (3:56.57). Out con il primato nazionale anche la polacca Weronika Lizakowska (3:57.31) e la spagnola Marta Perez (3:57.75), al personale la britannica Revée Walcott-Nolan (nona in 3:58.08). La prima semifinale invece si risolve con un ultimo giro furibondo: va in testa la britannica Laura Muir (quarta in 3:59.83), passa all’ultima curva la keniana Faith Kipyegon (3:58.64), coglie il sesto posto del pass per la finale la spagnola Agueda Marques (4:01.90). Al dodicesimo posto l’azzurra Ludovica Cavalli che stringe i denti in un più che dignitoso 4:03.59.

Eptathlon (200) - Un’altra bella prova dell’azzurra, che affronta con grinta il mezzo giro di pista e vince la sua serie in 23.58 (+0.4). Secondo tempo in carriera, non lontana dal 23.47 dell’anno scorso in una manifestazione non inserita nel Global Calendar, ma soprattutto un bottino cospicuo per Sveva Gerevini: tredicesima con 3703 e ora siamo a -32 sul parziale del record italiano. “Contenta dopo una mattinata difficoltosa, mi sono detta di riprendermi i punti persi. Nelle ultime settimane ho avuto un’infiammazione al tendine di Achille, rinunciando quindi ad alcuni allenamenti nell’alto”. Torna leader Johnson-Thompson con 23.44 (-0.5), non lontana dal suo limite Thiam in 24.46 (+0.2) e la classifica dice 4055 contro 4007 senza sottovalutare Hall, 23.89 (+0.4) per arrivare a 3956.

Eptathlon (peso) - Riparte di slancio Sveva Gerevini con il suo primato nel peso, incrementato a 12,80 per un progresso di diciannove centimetri, in quella che non è una delle sue migliori specialità. Cambio al vertice: Thiam eguaglia il PB di 15,54 e Johnson-Thompson lo allunga di mezzo metro a 14,44. Per la belga 3070 punti con cinquanta di vantaggio, Hall terza a 2965 dopo il 14,11 in versione pesista, la cremonese scorre in diciannovesima piazza (2682).

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