Battocletti-Diaz, due medaglie in due minuti

09 Agosto 2024

Che serata a Parigi: azzurri due volte sul podio olimpico. La mezzofondista argento nei 10.000 (record italiano 30:43.35), il triplista bronzo con 17,64. Quarta la 4x100 a 7 centesimi dalle medaglie

Due medaglie per l’atletica italiana in una serata entusiasmante alle Olimpiadi di Parigi. Due medaglie in due minuti con il magnifico argento di Nadia Battocletti nei 10.000 metri e lo splendido bronzo di Andy Diaz nel triplo. La fuoriclasse del mezzofondo conquista il podio a cinque cerchi con il record italiano di 30:43.35 al termine di una prova straordinaria, dopo averlo sfiorato nei 5000 di lunedì sera che l’avevano vista per un paio di ore al terzo posto prima di tornare quarta in classifica. Vince di nuovo la keniana primatista mondiale Beatrice Chebet (30:43.25) tallonata in volata dalla trentina delle Fiamme Azzurre, doppio oro agli Europei e allenata dal papà-coach Giuliano, sempre attenta e concentrata in una gara condotta con enorme personalità, mentre è di bronzo l’olandese campionessa uscente Sifan Hassan (30:44.12). Il saltatore corona il sogno inseguito a lungo di indossare la maglia azzurra e di essere protagonista ai Giochi con 17,64 (+0.7) all’ultimo turno migliorando di un centimetro il gran balzo iniziale a 17,63 (-0.2) con cui il vincitore delle ultime due finali di Diamond League rimane in zona podio per tutta la gara, a due giorni da una difficoltosa qualificazione superata al dodicesimo posto (l’ultimo utile) con 16,79. È bronzo olimpico il portacolori delle Fiamme Gialle, come il suo allenatore Fabrizio Donato esattamente dodici anni fa a Londra, il 9 agosto 2012. Oro per lo spagnolo campione europeo Jordan Diaz a 17,86 (+0.1), argento al portoghese campione uscente Pedro Pichardo con 17,84 (+0.2). Tra l’arrivo di Nadia (alle ore 21.29) e l’ultimo salto di Andy passano tre minuti, ma sono appena due se si considera il momento in cui il giamaicano Jaydon Hibbert (quarto con 17,61) rinuncia al suo tentativo finale per dare la certezza della medaglia all’azzurro. L’Italia sale così a quota tre medaglie nell’atletica in questa edizione, dopo il bronzo nel lungo di Mattia Furlani.

Nella finale della 4x100 allo Stade de France la staffetta azzurra con Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu è quarta in 37.68, a sette centesimi dal bronzo. Tre anni dopo l’oro di Tokyo, l’Italia riesce a combattere per le medaglie e all’inizio dell’ultima frazione è ancora pienamente in linea per il primo posto, poi in rettilineo emerge il Canada (37.50) che festeggia il successo davanti a Sudafrica (37.57) e Gran Bretagna (37.61). Sulla pista bagnata dalla pioggia gli azzurri si battono con onore in seconda corsia, la più interna, firmando il quarto tempo di sempre a livello nazionale e il più veloce di quest’anno, meglio del 37.82 ottenuto conquistando l’oro agli Europei di Roma con la stessa formazione. Escono invece di scena gli Stati Uniti che sbagliano il cambio iniziale e sono squalificati dopo essere arrivati settimi al traguardo, in gara da campioni mondiali per aver vinto il titolo nella scorsa stagione proprio davanti all’Italia. Nell’eptathlon si piazza tredicesima Sveva Gerevini con lo score di 6220 che vale la seconda prestazione italiana di sempre dopo il suo record di 6379 punti realizzato agli Europei e chiude con la soddisfazione del personale di 2:08.84 sugli 800 metri. La belga Nafissatou Thiam diventa la prima a vincere tre ori olimpici consecutivi con 6880 nel duello con la britannica Katarina Johnson-Thompson, bronzo all’altra belga Noor Vidts (6707).

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10.000 donne (finale) - La medaglia sfuggita quattro giorni fa adesso è realtà per Nadia Battocletti. E con gli interessi perché è un argento, a un passo dalla keniana Beatrice Chebet che dopo i 5000 (quelli dell’azzurra beffata dalla squalifica poi rientrata di Faith Kipyegon) completa la doppietta d’oro (come l’etiope Tirunesh Dibaba nel 2008 e Sifan Hassan tre anni fa). In pista la 24enne trentina incanta per la padronanza nella gestione tattica e la sicurezza nelle scelte, nonostante i problemi fisici vissuti prima e durante la gara. Anche quando il ritmo rallenta, con diversi contatti, è lucida a controllare in mezzo al gruppo, oppure a riportarsi a ridosso delle battistrada nelle fasi cruciali. Manca un chilometro e si transita in 28:01.28 con ancora dodici atlete nel drappello di testa, a due giri dal termine Nadia passa in quinta posizione mentre comanda la keniana Margaret Chelimo Kipkemboi (poi quarta in 30:44.58), al suono della campana la bicampionessa europea cerca spazio all’interno. L’ultimo giro è mozzafiato con le tre keniane davanti all’azzurra che insiste alla corda. Poi all’uscita dall’ultima curva, quando attacca Chebet, risponde subito e si mette in scia. Per qualche attimo sembra poterla impensierire, ma è un favoloso argento migliorando di quasi otto secondi il suo record italiano dell’oro agli Europei di Roma (30:51.32). Fuori dal podio anche Lilian Kasait Rengeruk (Kenya), quinta in 30:45.04, ma soprattutto l’etiope campionessa iridata ed ex primatista del mondo Gudaf Tsegay, sesta con 30:45.21. È la prima medaglia olimpica azzurra della storia nei 10.000 al femminile.

“Sono fiera di me, della grinta che ci ho messo. Negli ultimi 500 metri avevo gli occhi aperti, sbarrati, per vedere quello che succedeva e attaccarsi subito appena si muovevano. Mi sono detta: no, adesso non mi scappate”, le parole di una raggiante Nadia Battocletti. “E gli ultimi 100 metri sono stati allucinanti, ho seguito alla perfezione le atlete che mi avrebbero portata avanti e perciò sono rimasta all’interno. Sentivo tutto il tifo degli italiani che mi spingevano sempre più avanti. Mi avevano raccontato che le Olimpiadi sono molto più difficili degli Europei, ma a me piacciono le cose difficili. L’avvicinamento non è stato semplice, perché sono stata poco bene anche al termine dei 5000 di lunedì sera e devo ringraziare lo staff sanitario, dopo i fastidi delle scorse settimane che mi hanno obbligato a ridurre il carico di lavoro. E se penso che di solito arrivo al chilometraggio giusto solo per i 5000 metri... A un certo punto mio papà Giuliano mi ha detto: ‘può bastare così, hai già fatto tantissimo, non esageriamo’.

Ma volevo divertirmi ancora un po’ e a differenza dei 5000 sono entrata in pista con il sorriso, con leggerezza e spensieratezza. Forse la mia testardaggine e la sua voglia di metterci di più ci hanno portato qui oggi. Era soltanto la quarta gara della mia carriera sui 10.000 metri. In riscaldamento però non è andata come speravo, dopo una decina di minuti ho sentito fitte al tendine e al calcagno, allora il fisioterapista Carlo Ranieri ha messo un tape che nel corso della gara si staccava sempre di più finché è arrivato sotto la scarpa e il male era forte. Ringrazio tutti gli italiani che in questi giorni mi hanno riempito di messaggi, di affetto, di felicità”.

Triplo uomini (finale) - Si vede subito il vero Andy Diaz in finale e con il primo salto decolla allo stagionale di 17,63 (-0.2) regalando 13,4 centimetri all’asse di battuta. Tutt’altra storia rispetto alla sofferta qualificazione, che non rappresentava il suo valore, e per spazzare ogni dubbio dopo i problemi all’adduttore che gli hanno fatto ritardare il debutto nella stagione all’aperto, gareggiando solo una volta prima delle Olimpiadi. È terzo alle spalle dello spagnolo campione europeo Jordan Diaz atterrato a 17,86 (+0.1) e del campione in carica Pedro Pichardo, 17,79 (-0.2) per il portoghese che allunga poi con 17,84 (+0.2). Al secondo ingresso in pedana l’azzurro fa 17,33 (-0.5), sceglie di passare i due salti successivi ma si trova ancora terzo in classifica. Nullo il quinto e con la medaglia ormai in cassaforte aggiunge un centimetro all’ultimo salto: 17,64 (+0.7). Tra gli sconfitti c’è il campione mondiale Hugues Fabrice Zango (Burkina Faso), quinto con 17,50 (-0.1). L’Italia festeggia per la terza volta un bronzo nel triplo ai Giochi: il primo era stato Giuseppe Gentile a Città del Messico nel 1968.

“Era destino, medaglia di bronzo alle Olimpiadi il 9 agosto, lo stesso giorno del mio allenatore Fabrizio Donato che ci era riuscito a Londra nel 2012”, racconta Andy Diaz. “Sono contento, perché è una medaglia, anche se sono arrivato qui con l’idea di fare di più e speravo di vincere. Il merito è di tante persone che sono state al mio fianco, dall’inizio del mio percorso umano e non solo sportivo, dal mio coach a mia mamma che è qui con me. È stato difficile, ma ho imparato tantissimo dalla vita. In qualificazione mi era presa l’ansia di dimostrare qualcosa, perché era la prima volta che gareggiavo in maglia azzurra, ma oggi mi sono lasciato andare. Dopo una bella stagione indoor mi aspettavo di poter saltare intorno ai 18 metri all’aperto, poi ho avuto qualche problema fisico, ma senza smettere di sognare siamo arrivati qui nella condizione giusta. Avevo promesso che volevo prendere questa medaglia, ma la prossima volta punto all’oro. Non mi resta che aspettare le prossime gare per battere gli avversari e manca poco al Golden Gala, all’Olimpico di Roma, il 30 agosto”.

4x100 uomini (finale) - Fanno sognare anche stavolta le frecce azzurre. Non c’è la medaglia a Parigi, ma una prestazione notevolissima che li porta a rimanere in lotta per il podio fino alla fine. È l’ultimo rettilineo a consegnare la vittoria al Canada di Andre de Grasse, oltre che ai compagni di team Aaron Brown, Jerome Blake e Brandon Rodney (37.50). Poi il Sudafrica vola con Akani Simbine verso l’argento e il record continentale di 37.57. Bronzo ai britannici trascinati da Zharnel Hughes nella quarta frazione (37.61) per superare Giappone e Italia che erano davanti anche se di poco fino all’ultimo cambio. Pessimo il primo cambio statunitense tra Christian Coleman e Kenny Bednarek che li mette fuori dai giochi. Scatta dai blocchi Matteo Melluzzo (parziale di 10.40), poi un’altra ottima prova di Marcell Jacobs (8.96) e una curva magistrale di Lorenzo Patta (9.12), novità rispetto a ieri al posto di Fausto Desalu che era stato schierato in batteria, per chiudere con Filippo Tortu (9.20). Soltanto tre volte gli azzurri hanno corso più forte: 37.50 per l’oro olimpico di Tokyo, 37.62 e 37.62 ai Mondiali di un anno fa a Budapest.

Marcell Jacobs: “È un quarto posto che fa malissimo. Siamo scesi in pista credendo di poter prendere una medaglia però sappiamo quanto è complicata la staffetta e lo hanno dimostrato gli Stati Uniti. In confronto a ieri abbiamo migliorato tanto, ma non è bastato. Si vince insieme, si perde insieme, saremo sempre uniti e torneremo al lavoro più agguerriti di prima”. Filippo Tortu: “Volevamo una medaglia, ce l’abbiamo messa tutta e non solo oggi ma in tutti questi anni, sacrificando tanto per essere qui a sognarla. C’è amarezza ma siamo fieri di quello che abbiamo fatto. Penso che oggi sia un po’ mancata la mia quarta frazione, è una cosa che mi fa star male per i miei compagni di squadra”. Lorenzo Patta: “Non avrei mai pensato che un quarto posto alle Olimpiadi mi dispiacesse, ma l’obiettivo era una medaglia e forse quella più preziosa era alla nostra portata. Sono stati un paio di giorni tosti per me, perché ieri mi aspettavo di correre in batteria e sono rimasto fuori, poi oggi sono stato chiamato in causa e ho cercato di dare tutto perché ho sempre creduto in questa staffetta e continuerò a farlo”. Matteo Melluzzo: “Sento di aver fatto una buona frazione, forse il cambio con Marcell era un po’ lungo, ma in pista si va al massimo. Nei primi tre volevamo esserci, dispiace perché siamo arrivati a pochi centesimi dal podio”.

Eptathlon (800) - Finisce con un personale l’eptathlon di Sveva Gerevini. Negli 800 ci mette tutta la sua carica agonistica vincendo la prima serie in 2:08.84 per cogliere il sesto tempo complessivo. È tredicesima alle Olimpiadi con 6220 e di nuovo sopra l’ormai ex primato italiano di Gertrud Bacher (6185 nel 1999) già battuto agli Europei dove è arrivata a 6379. “È davvero fantastico - sorride l’azzurra - e sto realizzando solo adesso di essere alle Olimpiadi, di aver raggiunto questo sogno. Mi sono superata tante volte per arrivarci, in una stagione lunga, e qui ho fatto personali che neanche mi aspettavo. Quest’anno ho capito che devo ricalibrare la percezione di me stessa, che posso dire la mia, e con molta più fiducia spero l’anno prossimo di fare un altro step”. La britannica Johnson-Thompson guadagna punti, ma non posizioni con il suo primato di 2:04.90 e un totale di 6844. Terzo oro olimpico di fila per Nafissatou Thiam che coglie la terza prestazione in carriera, 6880 punti, dopo essersi migliorata a 2:10.62 nell’ultima gara. Due volte Belgio sul podio: c’è il definitivo sorpasso di Noor Vidts per il bronzo sulla svizzera Annik Kalin (6707 contro 6639), quinta la statunitense vicecampionessa mondiale Anna Hall (Usa, 6615).

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