Parigi: Legnante-Tapia lanci d’oro
06 Settembre 2024Altre due vittorie azzurre nei lanci alle Paralimpiadi di Parigi dove l’Italia, quando manca una giornata alla fine, è a quota sei medaglie nell’atletica: tre ori e tre argenti. Nel peso torna a trionfare Assunta Legnante per riprendersi il titolo che le era sfuggito a Tokyo e firma il terzo successo in carriera nella specialità, dopo Londra e Rio, ma è anche la sua seconda volta sul podio allo Stade de France dopo l’argento nel disco. La capitana della Nazionale paralimpica conduce fin dall’inizio nella gara a categorie accorpate F11 e F12 realizzando il miglior risultato di 14,54 al quarto turno in una serie con quattro lanci superiori a quelli delle avversarie: “Ho aspettato tre anni per questa rivincita e non mi importa della misura, l’importante era arrivare davanti. L’argento nel disco è stata sicuramente un’iniezione di fiducia. Per tutto l’anno ho lavorato per tenere la tensione di entrambe le gare, è anche grazie a questo se sono riuscita a mantenere la concentrazione senza farmi distrarre né dal rumore dello stadio né dalla voglia di conquistare l’oro”. Con questa medaglia diventa l’italiana più vincente di sempre nell’atletica alle Paralimpiadi. Al secondo posto l’uzbeka Safiya Burkhanova (14,12) che in Giappone aveva battuto l’azzurra, terza la cinese Zhao Yuping (12,21).
È invece la prima volta sul gradino più alto del podio per Oney Tapia, campione paralimpico nel disco F11 nella mattinata precedente: argento a Rio, doppio bronzo a Tokyo (anche nel peso) e a Parigi finalmente esulta con il 41,92 del quinto lancio che supera il 41,75 dell’iraniano Hassan Bajoulvand. “Nel peso ho sofferto per il settimo posto ma ci siamo fatti forza e oggi ci siamo presi la vittoria che mancava. Lo sport è questo: si cade, si piange, ci si rialza e alla fine ci si diverte. Purtroppo all’inizio ho faticato per la pioggia, però poi ho trovato le misure giuste. Questo oro è per le mie figlie che dopo il peso hanno pianto e adesso possono gioire con me, ma è anche per ispirare tutti i giovani, perché nella vita tutto è possibile e sono i padroni del loro destino”.
Bronzo per lo spagnolo Alvaro del Amo Cano (39,15).
Per la terza edizione consecutiva Martina Caironi si mette al collo l’argento nel lungo T63. Ci riesce con 5,06 (+0.2) al quinto e penultimo tentativo, in una sfida che fino a quel momento la vedeva fuori dalla zona medaglie: “È stata complicata perché non sono riuscita a spingere ed entrare bene in gara fin dal primo salto, ma ho saputo reagire quasi guidata dalla forza della disperazione. Ho cercato di raccogliere le energie, di tirare fuori la grinta, anche se in realtà valgo molto più di cinque metri. Una medaglia super importante dopo aver sofferto tanto per gli infortuni di quest’anno”. Alla fine il podio è lo stesso di Tokyo con l’australiana Vanessa Low davanti a tutte grazie al 5,45 (-0.3) del nuovo primato mondiale T61 e la svizzera Elena Kratter in terza piazza con 4,83 (0.0).
Sfiora la medaglia Ndiaga Dieng, quarto a Parigi nei 1500 T20 dopo il bronzo di tre anni fa. Quando mancano pochi metri dal traguardo si sbilancia e taglia la linea d’arrivo con 3:50.24 subito prima di cadere a terra, vicinissimo al suo primato italiano, superato dal portoghese Sandro Baessa (argento in 3:49.46) e dallo statunitense Michael Brannigan (bronzo in 3:49.91) mentre l’oro è del britannico Ben Sandilands (3:45.40). Settimo posto in batteria nei 100 T64 per Giuliana Chiara Filippi in 13.73 che non basta alla giovane azzurra per la finale. Eliminato anche Riccardo Bagaini nei 400 T47 con il decimo tempo complessivo in 49.97. Sulla pedana del lungo T64 chiude ottavo Marco Cicchetti (T44) che salta 6,63 nella gara del quarto oro consecutivo per il tedesco Markus Rehm con 8,13. Non supera le semifinali Valentina Petrillo nei 200 T12 in 25.92 dopo il 25.95 della batteria. Nell’ultima giornata in pista sabato le azzurre Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, protagoniste a Tokyo della tripletta nei 100 T63, oltre a Maxcel Amo Manu e Fabio Bottazzini nei 200 T64.
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