Fabbri, Tamberi, Iapichino: siete diamanti!

14 Settembre 2024

Italia show nella finale di Bruxelles. Leo vince la Diamond League per la prima volta: record italiano del peso con 22,98, battuto Crouser. Terzo successo per Gimbo (2,34), Larissa trionfa con 6,80

Straordinaria serata azzurra a Bruxelles. Leonardo Fabbri, Gianmarco Tamberi e Larissa Iapichino regalano all’atletica italiana tre successi nella finale della Wanda Diamond League: non era mai accaduto di tre italiani vincitori del 'Diamante' nella stessa edizione. Fabbri si esalta al Memorial Van Damme e timbra il record italiano del peso con 22,98 al primo lancio (+3 centimetri rispetto al primato realizzato in maggio a Savona), a un soffio dai 23 metri e a soli otto centimetri dal record europeo di Ulf Timmermann, sempre più vicino: battuto il tre volte campione olimpico Ryan Crouser (22,79). Per Tamberi è la terza vittoria nella finale di Diamond League, sempre a quota 2,34 come accaduto già nel 2021 e nel 2022 a Zurigo: l’oro mondiale supera la misura alla terza prova e vince il testa a testa con l’ucraino Oleh Doroshchuk (2,31). A completare la splendida notte italiana allo stadio Re Baldovino ci pensa Larissa Iapichino, al rientro in gara dopo le Olimpiadi di Parigi, capace di saltare 6,80 nel lungo (0.0) e di conquistare il primo Diamond Trophy della carriera, come Fabbri. L’immagine più bella e quella di Gimbo che, vinta la propria gara, si precipita ad abbracciare i due compagni azzurri, Larissa e Leo, che insieme a lui hanno firmato l’impresa. Da segnalare anche il quinto posto di Ayomide Folorunso nei 400 ostacoli (55.37) e la sesta piazza di Roberta Bruni nell’asta (4,55).

LEO - Sorride, spalanca le braccia in segno di festa, incassa i complimenti di Crouser, corre ad abbracciare coach Paolo Dal Soglio, poi afferra la bandiera tricolore e se la mette intorno al collo. È una serata memorabile per Leonardo Fabbri: una cannonata al primo lancio, una bordata a un soffio dai 23 metri tanto desiderati e sfuggiti di un nulla, a un passo dal record europeo di 23,06 di Ulf Timmermann. Parigi, purtroppo, non si cancella in un attimo, ma la stagione di Leo è comunque sensazionale e un giorno realizzeremo ancora meglio cosa sia riuscito a combinare: quello di stasera è il 35esimo lancio dell’anno oltre i 22 metri, il capolavoro che serve per infliggere la terza sconfitta di fila in una finale di Diamond League al campionissimo Ryan Crouser (22,79) che stasera deve arrendersi al fiorentino dell’Aeronautica e alla ‘fame’ che gli è rimasta, anzi è cresciuta, dopo le Olimpiadi. Dopo la botta iniziale, arriva un nullo, poi un 21,98, altri due nulli e un 21,86. Terzo posto per il giamaicano Rajindra Campbell (21,95), ritirato lo statunitense Joe Kovacs dopo il primo lancio.

“È una vita che sognavo questo Diamante - le parole di Fabbri, che vince anche i 30 mila dollari del premio e firma il record di un meeting di lusso come il Memorial Van Damme di Bruxelles - Sapevo che l’unico modo per battere Crouser sarebbe stato sparare tutto al primo lancio, e così è stato. È bello ricominciare la preparazione con stimoli importanti: so di valere il record europeo ma anche quello mondiale, e il prossimo anno ci proverò in ogni modo, con le persone splendide che ho intorno è tutto possibile”. Ricapitolando: il 27enne fiorentino, allo stato attuale, è argento mondiale in carica, bronzo iridato indoor, campione d’Europa e campione della Diamond League. Fantastico.

GIMBO - Vincere: fatto. Saltare 2,34 come nelle finali del 2021 e del 2022: fatto. Gianmarco Tamberi è il re della Diamond League per la terza volta in carriera, con la stessa misura delle prime due occasioni a Zurigo. È il verdetto della serata di Bruxelles che, se possibile, aumenta il rimpianto olimpico per Gimbo, apparso comunque sereno dopo la gara: “Sono molto più tranquillo rispetto a Parigi anche se resta un po’ di rammarico - commenta il campione del mondo - saltare 2,34 con 10 gradi significa tutto. È un segnale molto forte, si può reagire come ho fatto io, bisogna farlo. Dedico questa vittoria a tutti quelli che mi sono stati vicini in quelle giornate. Dopo le Olimpiadi ho fatto cinque gare, ne ho vinte quattro. Ripartiamo da qui”. È un botta e risposta appassionante con l’ucraino Oleh Doroshchuk. Un percorso identico fino alla seconda prova a 2,34 (compreso il 2,28 alla seconda e il 2,31 alla prima). Si decide tutto sul terzo tentativo alla misura ‘simbolo’ delle finali Diamond di Gimbo: l’ucraino non stacca e abbandona il salto, l’azzurro delle Fiamme Oro fa ballare l’asticella, che però resta su, scatenando il pubblico dello stadio Re Baldovino.

LARISSA - La rincorsa nel salto decisivo è millimetrica: zero centimetri regalati alla misura, un 6,80 al secondo salto, in totale assenza di vento, che resterà in vetta per tutta la gara. La Diamond League è ‘casa’ per Larissa Iapichino: nella sua giovane carriera aveva già centrato quattro tappe, ma da stasera può fregiarsi del titolo più prezioso, il Diamante che brilla, quello che spetta soltanto a chi scrive il proprio nome sulla vittoria finale. L’azzurra delle Fiamme Oro comincia benissimo con un 6,77 (-0.2) anche qui con uno stacco praticamente perfetto (solo un centimetro lasciato sull’asse). Poi si tratta soltanto di gestire. Evita il terzo turno, salta 6,61 al quarto, nullo al quinto, 6,64 al sesto.

Alle sue spalle finisce un trio di ‘jumpers’ Usa: Monae Nichols 6,68 (0.0), il bronzo olimpico Jasmine Moore (6,61/0.0) e Quanesha Burks (6,56/+0.1). “Felice di aver concluso così la mia stagione e di aver ritrovato una Larissa serena - le parole di Iapichino -. È un buon punto di partenza dal lato personale. Ed è stato divertente perché nonostante il freddo mi sono messa alla prova in una situazione non ottimale. Ora vacanze e ci vediamo il prossimo anno”. 

PIAZZAMENTI AZZURRI - Buon quinto posto per Ayomide Folorunso (Fiamme Oro) con 55.37 nella finale dei 400 ostacoli dominata dall’olandese Femke Bol in 52.45. Sesta piazza per Roberta Bruni (Carabinieri) con 4,55 alla prima prova nel salto con l’asta. La progressione è severa, si sale a 4,70 e l’azzurra sbaglia per tre volte. Il titolo si assegna a 4,88 e, come a Parigi, lo merita l’australiana Nina Kennedy, l’unica a oltrepassare la quota.

IN PISTA - Sorpresa, non vince Letsile Tebogo (Botswana) bensì Kenny Bednarek nei 200 metri: lo statunitense incendia la curva e poi mantiene il vantaggio sul rettilineo, scrivendo 19.67 (+0.7) sul display, mentre il campione olimpico chiude in 19.80. Stati Uniti anche al femminile: senza strafare (22.20/+0.2) Brittany Brown mette in bacheca il trofeo. È ricca la collezione della keniana Faith Kipyegon, alla quinta vittoria nelle Finals nei 1500, stavolta resistendo con 3:54.75 all’assalto dell’etiope Diribe Welteji (3:55.25). Fa gara a sé la bi-campionessa olimpica di Parigi Beatrice Chebet (Kenya), 14:09.82 nei 5000, ma il futuro è per la diciannovenne etiope Medina Eisa che sigla il record del mondo U20 con 14:21.89. ‘Rimontona’ nei metri conclusivi degli 800 per il keniano Emmanuel Wanyonyi (1:42.70) sull’algerino Djamel Sedjati (1:42.86) e il canadese Marco Arop (1:43.25). Senza gli altri due super-big della specialità, il brasiliano Alison Dos Santos può ‘passeggiare’ nei 400 ostacoli: suo il Diamante con 47.93. Ampio il divario tra la portoricana Jasmine Camacho-Quinn (12.38/+0.4) e tutte le rivali dei 100 ostacoli. Nei 3000 siepi si risolve in favore di Faith Cherotich (Kenya, 9:02.36) il faccia a faccia con la campionessa olimpica Winfred Yavi (Bahrain, 9:02.87).

IN PEDANA - Nel triplo è Pedro Pichardo a succedere a Andy Diaz nell’albo d’oro della Diamond League: 17,33 (+0.4) per il portoghese. Un nulla, un solo centimetro divide il grenadino Anderson Peters (87,87) dall’indiano Neeraj Chopra (87,86) nel giavellotto. Al femminile, il miglior lancio della stagione per la giapponese Haruka Kitaguchi (66,13) certifica il suo successo. 

naz.orl.

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- RISULTATI

I tre azzurri sul podio (Ph. Marta Gorczynska/Diamond League)


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