New York, vincono Nageeye e Chepkirui

03 Novembre 2024

di Marco Buccellato

Né Tamirat Tola né Hellen Obiri, nell'edizione numero 53 della maratona di New York. Anche oggi, come da tradizione, corse avvincenti con esito deciso nell'ultimo tratto della spettacolare cornice di Central Park. Nella gara maschile cede proprio nell'ultimo chilometro l'etiope campione olimpico Tamirat Tola, vincitore lo scorso anno con il record della corsa di 2h04:58, che abdica lasciando lascia spazio e gloria al 35enne olandese Abdi Nageeye, terzo nel 2022 e quarto un anno fa (oltre che quarto performer europeo di sempre), che vince in 2h07:39 dopo aver abbattuto la resistenza del keniano Evans Chebet, secondo in 2h07:45, e dell'altro vincitore della New York Marathon Albert Korir, terzo in 2h08:00. E' la prima vittoria di un maratoneta europeo dal 1996, quando si impose Giacomo Leone in 2h09:54, la prima di un non africano dal 2009, quando vinse lo statunitense Meb Keflezighi. Al traguardo Tola è quarto in 2h08:12, davanti a un altro keniano già vincitore (due volte) a New York, Geoffrey Kamworor (2h08:50) e al migliore degli statunitensi, Conner Mantz, sesto in 2h09:00. 

Nella corsa femminile Hellen Obiri vede sfumare l'ambizione di vincere per due volte consecutive sia a New York che a Boston. Dopo il tris di affermazioni tra il 2023 e la primavera di quest'anno, la keniana bronzo olimpico di maratona a Parigi ha dovuto arrendersi negli ultimi 300 metri di gara alla maggior freschezza della connazionale Sheila Chepkirui, alla quinta maratona della carriera e al primo successo proprio nell'esordio newyorchese, prima al traguardo in 2h24:35, per la sesta vittoria consecutiva di una keniana a New York, con la Obiri seconda a quattordici secondi in 2h24:49. Terza in 2h25:21, per la tripletta Made in Kenya, la 41enne veterana e plurimedagliata in pista Vivian Cheruiyot, ancora su podio in una grande maratona internazionale come a Parigi in primavera. Quarto posto per la bahrainita Eunice Chumba (2h25:58), quinta la svizzera Fabienne Schlumpf (2h26:31), sesta la migliore delle statunitensi, Sara Vaughn, in 2h26:56. Chiude dodicesima l'altra veterana Edna Kiplagat (45 anni) in 2h29:56. Diciottesima l'iridata 2011 dei 1500 metri Jennifer Simpson, all'ultima gara della carriera.

Nelle gare wheelchair doppia vittoria statunitense. Nella gara maschile sfuma l'ennesimo successo newyorchese per lo svizzero Marcel Hug, soltanto quarto al traguardo. Vince il co-favorito 26enne statunitense Daniel Romanchuk, già primo nel 2018 e secondo nelle due ultime edizioni, in 1h36:31, dopo un finale incerto in cui ha lasciato a cinque secondi il veterano britannico David Weir (1h36:36, vincitore nel 2010) e a tredici il giapponese Tomoki Suzuki (1h36:44). Nella Women’s Wheelchair Division torna a vincere Susannah Scaroni dopo due anni. In testa per tutta la gara, la statunitense ha largamente dominato chiudendo in 1h48:05 con larghissimo margine sulla connazionale Tatyana McFadden (cinque successi a New York), seconda in 1h57:41. Completa il podio la svizzera Manuela Schär, già tre volte al successo dal 2017 al 2019.

LE ALTRE MARATONE INTERNAZIONALI. Oriente: a Seul l'etiope Balew Yihunle vince in 2h07:37 sui keniani Gilbert Kibet (2h08:06) e Stanley Bett (2h08:17). Nella 42 km di Pechino l'altro etiope Lemi Hayle Berhanu in 2h09:16 precede il keniano Bethwel Kibet Chumba (2h09:30) e il cinese Chen Tianyu (2h09:48). Podio tutto africano nella corsa femminile, onorata da prestazioni migliori di quelle maschili, con la keniana Vicoty Chepngeno che in 2h21:56 si impone sulla etiope tre volte vincitrice della maratona di Roma Rahma Tusa (2h24:31) e sull'altra keniana Angela Tanui (2h25:41). Ancora in Cina, a Hangzhou, il keniano Moses Kibet in 2h07:47 precede in volata l'etiope Tesfaye Deriba Ketema (2h07:52) e il connazionale Felix Kibitok  (2h08:16), mentre Helah Kiprop in 2h22:57 chiude con due minuti di vantaggio sull'etiope Sadiya Awel Shure (2h24:57), terza l'altra etiope Sifan Melaku Demise (2h27:10).

IN EUROPA. A Istanbul successo della bahrainita ex-primatista del mondo dei 3000 siepi Ruth Jebet in 2h24:45 con oltre nove minuti di vantaggio sulle avversarie. Tra gli uomini affermazione dell'etiope Dejene Debala in 2h11:40 sui keniani Matthew Samperu (2h11:54) e Kenneth Kipkemoi (2h12:07). Nella maratona di Porto vince un ugandese, Abel Chelangat, in 2h10:02 con un minuto di margine sui keniani Gideon Kiprop (2h11:01) e Patrick Keter (2h11:07). Tra le donne, 2h30:00 della keniana Naomi Jebet con dieci minuti di vantaggio sulla seconda.

CROSS, C'E' WANYONYI. Il campione olimpico degli 800 metri Emmanuel Wanyonyi ha gareggiato ieri nel terzo cross del circuito Athletics Kenya, assicurandosi il successo nel cross corto (2 km) in 5:51, precedendo di stretto margine Kamar Etyang. Sul percorso di 10 km successi di Robert Kiprop Koech e Cynthia Chepngeno. Nel cross spagnolo di San Sebastian l'uruguaiano Santiago Catrofe batte gli africani, l'ugandese Martin Kiprotich e il burundese Celestine Ndikumana. Pronostico rispettato al femminile con doppietta keniana firmata da Diana Chepkemoi e Sharon Chepkemoi (si ringrazia Carole Fuchs). 

PISTA, VOLA GOUT GOUT. Dall'Australia grande prestazione del non ancora 17enne talento Gout Gout, argento mondiale U20 in estate. Già detentore del primato oceanico U18 con 20.60, ha realizzato un clamoroso 20.29 (vento 1,2 m/s) oggi ai campionati studenteschi dell'area del Queensland, centrando la quarta prestazione mondiale di sempre nella categoria U18, stabilendo anche il primato d'Oceania nella categoria superiore (U20) e collocandosi al quarto posto nelle graduatorie australiane assolute di sempre.

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