Lanci, record junior nel peso e Balassini a 69,40
Grande pomeriggio per i lanci azzurri, quello vissuto ieri a Viterbo. Nel corso di una riunione regionale, alla quale hanno partecipato numerosi azzurri attualmente in raduno a Ostia (Roma), sono piovuti copiosi i risultati di rilievo, un po' in tutte le specialità. E' caduto anche un primato Junior: quello del getto del peso, ad opera del laziale Eugenio Mannucci (Atletica Colavene Alto Lazio), che ha raggiunto - con il nuovo attrezzo da sei Kg., reintrodotto due stagioni fa - la bella misura di 18,49. Il limite precedente, secondo le statistiche ufficiali FIDAL, apparteneva a Paolo Dal Soglio, con il 17,85 realizzato il 17-5-1988. Ma considerando i risultati ottenuti con questo attrezzo da atleti Under 20 "ogni età", si ritorna indietro fino agli anni '70, quando l'allora 17enne Bruno Zecchi lanciò a 18,07. Comunque, rigori statistici a parte, resta la buona prova di Mannucci, che nella sua serie ha ottenuto anche un 18,09 e un 18,41, a testimoniare la buona giornata in pedana di questo ragazzo allenato da Antonio Ernesti. Sempre sulla pedana del peso, va segnalato il progresso di Marco Dodoni, arrivato a sfiorare la fettuccia dei 20 metri con un lancio vincente a un notevole 19,81. Sfida di notevole contenuto tecnico nel disco maschile, tra Annes Kirchler e Cristiano Andrei, risolta a favore del primo su misure importanti (62,10 contro 61,60). Per finire, Ester Balassini, che ha lanciato il martello a 69,40, a poco più di un metro dal suo record italiano (stabilito lo scorso anno) di 70,43. E' la quarta performance italiana all-time (tutte della Balassini quelle che la precedono). Tornando allo Junior Mannucci, piace sottolineare come con la sua prestazione sia salito a ben 23 il numero degli atleti Under 20 che hanno ottenuto il minimo di partecipazione ai Campionati del Mondo di categoria di Grosseto, quando la stagione sta ancora per entrare nel vivo. E' una cifra significativa, soprattutto se rapportata al numero (17) di atleti che rappresentarono l'Italia a Kingston, nell'ultima edizione della rassegna iridata (2002). E' ovvio che questo non significhi aver già conquistato medaglie (figuriamoci); ma è segno, decisamente tangibile, della validità del progetto di "costruzione" della squadra avviato due stagioni fa. m.s.
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