Gianni Gola: "Io sto con gli atleti"



L’occasione, la presentazione delle squadre targate Fiamme Gialle e Fondiaria SAI che affronteranno la Coppa dei Campioni a Mosca nel fine settimana. Il tema in esame, inevitabile, il polverone sollevato dall’inchiesta antidoping che ha coinvolto anche Giuseppe Gibilisco e Nicola Vizzoni. Il Presidente della FIDAL Gianni Gola pronuncia parole che pesano come pietre, riassumibili sostanzialmente in questa frase: “Fino a prova contraria, io sto con gli atleti”. Gola affronta subito il tema, in apertura del suo intervento, senza giri di parole: “L’atletica italiana vive questo momento con profonda amarezza. Nel rispetto massimo del ruolo di ognuno, che abbiamo espresso ieri pomeriggio con un comunicato ufficiale, leggendo i giornali e guardando o ascoltando i notiziari di radio e tv, sembra che una sentenza definitiva di condanna sia già stata emessa. In realtà – spiega Gola – noi siamo assolutamente sereni. L’atletica ha la coscienza pulita, e la Federazione sta dalla parte degli atleti, come sempre, almeno fino a quando qualcuno ci dimostrerà il contrario, ovvero che ci sbagliamo. E ci sono solo due modi perché questo avvenga: uno, riguarda il sistema dei controlli antidoping, e non mi pare possa essere chiamato in causa. L’altro, coinvolge l’azione della Magistratura, e, come si addice ad un Paese civile che si basa sulla forza del diritto, dovranno comunque essere percorsi tutti i gradi previsti dal nostro ordinamento, prima di giungere a delle conclusioni. Al momento, invece, siamo ancora in attesa di capire di quali responsabilità si sarebbero macchiati i nostri atleti”. Poi, l’esplicita dichiarazione rivolta a Vizzoni, presente nella sala dell’albergo romano dove ha avuto sede la manifestazione (non c’era invece Giuseppe Gibilisco, impegnato in una seduta di allenamento con il tecnico Petrov, rientrato ieri dall’estero). “Ecco, voglio ribadirlo, proprio davanti a Nicola Vizzoni: io sto con te, Nicola, sono al tuo fianco, e voglio che tu lo sappia. Siamo anche disponibili a fornire elementi, se ci verrà richiesto. Ieri sera, con il medico federale Giuseppe Fischetto, abbiamo provato a ricostruire il numero esatto di controlli ai quali i nostri due atleti si sono sottoposti nel corso dell’anno: ma abbiamo dovuto rinunciare, per il gran numero di essi e per i tanti enti diversi che li richiedono, nazionali ed internazionali, in occasione di gare e fuori dalle competizioni, ordinari o a sopresa. E dunque mi chiedo: è sufficiente andare dal medico sbagliato perché si giunga ad una condanna tanto eclatante? Ma allora, quanti sarebbero i colpevoli in Italia? Ci abbiamo messo tanto, per dare un’immagine diversa all’atletica, e oggi, grazie all'impegno di tutti, non abbiamo nulla da nascondere. Io credo che possiamo guardarci dritti negli occhi: io quelli degli atleti, e loro i miei. Voglio incoraggiare chi crede nei valori dell’atletica italiana, nei nostri valori”. m.s.

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