Internazionale, l'università dello sprint
Questa settimana il riepilogo di quanto accaduto in ambito internazionale slitta di un giorno per la gran mole di eventi e notizie da filtrare. Diamo la precedenza ai primati stabiliti dai ragazzi statunitensi a Fayetteville. L'America che pulsa Come anticipato in precedenza, i campionati assoluti USA così deludenti di questa stagione indoor (pagata l'assenza del surplus dei Trials) preludevano ad un'edizione di quelli universitari ricca di scintille, e così è stato: anche troppo tutto d’un fiato. La notizia che ha fatto il giro del mondo è quella della spodestamento di Michael Johnson dallo scranno di primatista mondiale dei 400 metri ad opera di Kerron Clement, gioiello che l'atletica USA, con fiuto molto lungo, ha soffiato alla piccola Trinidad & Tobago la scorsa estate: 44"57 è il primato del mondo di un ragazzo che non è più junior ma che ha comunque 19 anni, essendo nato alla fine di ottobre del 1985. Già a 20"40 e 45"29 nella stagione indoor, il campione del mondo junior dei 400 ostacoli ha cancellato una parte di storia degli anni ’90 dell’atletica mondiale. Con LaShawn Merritt, recente protagonista della specialità sotto i 45 secondi, e senza dimenticare altri giovanotti che hanno saltato la stagione indoor, Clement rimanda alle volate all'aperto che stanno per prendere il via sotto il sole della primavera americana: si attendono exploit sul giro di pista ed una staffetta straordinaria. Onore anche a Terry Gatson, ventiduenne rivelatosi nella stagione indoor 2004, sceso nella gara-record a 45"29, ed a Kelly Willie (45"41). Clement ha anche contribuito, in ultima frazione, a portare al titolo la staffetta del suo college, la Florida, a meno di un secondo dal record del mondo indoor, correndo con Clarke, Middleton e Pastor in 3'03"51 (terzo tempo americano di sempre). Anche dai duecento metri cronometraggi da lasciare sgomenti: osanna al vincitore Spearmon (primato americano con 20"10 dopo un già fantastico 20"21 in batteria), ma in paradiso vanno anche il 19enne Dix con 20"37 (mondiale juniores), il meno conosciuto Rodney Martin (20"38), e Domenik Peterson, uno che alterna la sua crescita su 200 e 400 e che stavolta si è portato sulla distanza media dello sprint a 20"43. Ancora per le statistiche il record giamaicano di Omar Brown (20"52), ed il riscaldamento di Clement (in attesa del giorno più importante della sua vita) con due turni di 200 corsi in 20"50 (batteria) e 20"63 (finale). Non solo Clement Dai salti la conferma della nuova dimensione di lunghista di Aarik Wilson, che dopo il successo di Notre Dame della scorsa settimana (8,12), si lurea campione universitario incrementando il balzo vincente ad 8,17 (nel triplo infila la doppietta con 16,92). Anche la ragazze hanno corso velocemente: 22"90 di Tremedia Brice e 22"91 della trinidegna Ashby (primato nazionale) sui 200, e gran finale dei 400 con il benvenuto nella top 30 di sempre per Tiandra Ponteen di St.Kitts (50"91) e Hazel Regis (Grenada, 50"92), per una finale allo spasimo. Segnaliamo ancora il 7"97 sui 60 ostacoli della specialista delle prove multiple Virginia Powell e la conferma dello status di eccellente lunghista per la sprinter 19enne Tianna Madison, volata fino a 6,78. Dagli USA, precendentemente ai campionati NCAA, la notizia di un ulteriore incremento dell'European Best del peso con maniglia ad opera dello slovacco Charfreitag, che a Sterling ha ottenuto la misura di 25,68. Indoor in archivio Ultimi sussulti dall'attività al coperto in Europa: dopo la delusione degli Euroindoor (niente podio) Jaroslav Baba ha ritrovato le altezze cui ci aveva abituato a Jablonec, venerdì scorso, superando i 2,34 in una gara dove Giulio Ciotti si è classificato quinto con 2,15. Ancora salti, a Novi Sad, dove Dragutin Topic regola a parità di misura (2,30) il russo Fomenko, in un meeting che ha dovuto fare a meno all'ultimo istante di Stefan Holm, leggermente infortunatosi nel riscaldamento e rinunciatario in extremis. A proposito di alto, facciamo ammenda per un'inesattezza risalente alle news della scorsa settimana, relativa al miglior risultato di un secondo classificato in una gara di alto (il 2,38 madrileno di Rybakov). Svista e conseguente errore (segnalato dall'amico Lorenzo Nesi, capo ufficio stampa del meeting e della maratona di Stoccolma): Patrik Sjoeberg fu d'argento a Toronto 1993 con 2,39, dietro un regale Sotomayor (2,39). Per chiudere con l'attività indoor, gran lungo dell'ucraina Molchanova (6,81 in gennaio) di cui si è avuta notizia solo ora, e meeting di asta a Bad Oeynhausen (Germania), con Otto a 5.76 davanti all'eterno Hartwig (5,71). Sud Africa Preceduto dalla notizia del record africano nel disco femminile ad opera di Elizna Naude (63,17 a Bloemfontein), il meeting di Stellenbosch di venerdì scorso ha offerto buoni risultati: in luce gli ostacolisti (Myburgh con 48"75 ed Herbert con 48"95) ed il velocista bianco Nagel, di nuovo ai migliori livelli con la doppietta su 100 (10"27 con tre metri e mezzo di vento contrario) e 200 (20"35). L'altro velocista sudafricano, il ventenne Julius, annichilito da Howe nella finale-record di Grosseto, nella scia di Nagel ottiene 20"47. Ancora in pedana Freitag dopo il primato continentale della scorsa settimana (2,38), che valica i 2,32. Valerie formato gigante I campionati neozelandesi hanno sussultato sotto le bordate di Valerie Adams, ora signora Vili, che ha portato il record nazionale del peso a 19,32. Sempre femminili gli altri risultati di un certo peso dei campionati: 62,39 della ex-iridata Faumuina nel disco e 4.31 di Melina Hamilton nell'asta. Da Trinidad tre sprinter da esportazione festeggiano altrettanti primati personali: sono il giamaicano Barrett (10"18), Andre Blackman della Guyana (10"20) e Melvin Nero di Trinidad (10"22), destando qualche sorpresa per la contemporaneità dell'exploit. In USA ha inizio la sarabanda outdoor Contemporaneamente allo svolgimento degli universitari indoor, ha preso il via anche la stagione all'aperto, preceduta nelle scorse settimane da qualche sparuto e poco risonante meeting: per ora da segnalare il ritorno di Kim Batten (36anni), ex-primatista mondiale dei 400 ostacoli, che si allena sui 100 in 12 netti. Debutto anche per Felix Sanchez: il dominicano campione olimpico e mondiale inizia anch'egli dallo sprint, in California, correndo i 100 in 10"62 (primato personale), ma perdendo dal lunghista Babatunde Ridley (10"53). Maratone: il profumo della primavera Ad un mese dalle grandi maratone di aprile, l'attività su strada si intensifica e regala prestazioni di un certo interesse: in Messico, che ospiterà questa settimana la prima tappa del challenge IAAF di marcia a Tijuana, segnaliamo la maratona di Torreon vinta dalla specialista di casa Dulce Rodriguez in 2h29'00" (a George Okworo la maratona maschile in 2h11'47"). In Giappone, dopo Osaka, Oita ed Otsu, ecco Nagoya, classica femminile: la favorita Shibui (ricacciata indietro dal gruppo dopo il trentesimo chilometro) si è dovuta accontentare della settima posizione in 2h27'40", preceduta da sei connazionali. Nell'ordine Hara (al debutto sui 42 chilometri) in 2h24'19", Oshima-Tanaka 2h24'25", Eda 2h24'54", Hashimoto 2h25'21", Ogawa 2h26'02", Yamasaki 2h27'22". Prima delle europee la polacca Drybulska con 2h33'14". A proposito di giapponesi ecco la squadra per i mondiali di Helsinki: uomini con Ogata, Takaoka, Hosokawa, Okitani ed Irifune. Ragazze con Ozaki, Hara, Oshima, Eda ed Hiroyama. Sempre in Oriente, ma a Seul, la Dong-A Marathon di domenica scorsa: vittoria maschile a William Kipsang in 2h08'53" davanti al veterano Thys (2h22'19"), ed exploit cinese al femminile grazie al primo posto di Zhou Chunxiu (2h23'24") ed al secondo di Wei Yanan (alla quarta maratona dopo il ritorno dal purgatorio della sospensione di due anni) in 2h25'55". C'erano anche la quasi quarantenne slovena Javornik (terza in 2h29'18") e l'etiope Worknesh Tola (quarta in 2h29'54"). Da Lisbona la mezza maratona che ha visto Baldini correre in 1h01'17", per segnalare anche il quarto posto di Rosaria Console in 1h09'55" dietro il terzetto Chepkemei-Okayo-Gigi. In USA la 15 chilometri di Jacksonville tutta a stelle e strisce: Ryan Shay in 43'52" e Jenny Rhines in 49"21 si sono aggiudicati il primo posto, davanti a gente del calibro di Culpepper ed Abdirahman tra gli uomini ed Elva Dryer e Colleen de Reuck tra le donne. Preludio ai mondiali della prossima settimana, il cross di Fukuoka è andato a Samuel Wanjiru ed a Meseret Defar: è annunciata battaglia tra kenyani ed etiopi, e soprattutto un'edizione da ricordare. Prossimo fine settimana concentrato sulle pietanze prelibate di stagione, cioè cross (mondiali a Saint-Galmier) e marcia (Tijuana prima tappa del challenge IAAF). Marco Buccellato
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